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Nuove norme UE contro la deforestazione

Cosa prevedono e perché sono importanti.

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Foto di Szabolcs Molnar da Pixabay

Si avvia verso la conclusione il lungo iter negoziale per l’approvazione di una nuova normativa europea contro la deforestazione. Su proposta della Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno finalmente raggiunto l’accordo sul testo di un nuovo regolamento volto a contrastare il disboscamento delle aree tropicali. Ora manca solo l’adozione formale e definitiva da parte delle due Istituzioni, che dovrebbe arrivare all’inizio del nuovo anno.

L’obiettivo della normativa europea è disciplinare l’importazione e l’esportazione di alcune materie prime, in modo da garantire che le catene di approvvigionamento siano “a deforestazione zero”. Le nuove norme si applicheranno alle aziende che producono carne bovina, cacao, caffè, olio di palma, soia, legno e gomma, nonché alcuni derivati come pelle, cioccolato, mobili e carta. Non appena il regolamento entrerà in vigore, tutte le aziende che intendono commerciare tali prodotti in territorio europeo dovranno assicurare che le loro merci non siano in alcun modo collegate a pratiche di disboscamento avvenute dopo il 31 dicembre 2020. Gli operatori economici avranno 18 mesi di tempo per adeguarsi ai nuovi standard, con alcune eccezioni per le realtà più piccole e sostegni economici per quelle più fragili. Le produzioni saranno oggetto di una serie di controlli e, in caso di infrazioni, sono previste sanzioni «proporzionate e dissuasive».

Secondo la Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’agricoltura e l’alimentazione, tra il 1990 e il 2020 il mondo ha perso 420 milioni di ettari di foreste primarie, corrispondenti ad un’area più vasta dell’intero continente europeo. Essendo l’UE uno dei maggiori consumatori delle materie prime interessate, l’impatto della nuova regolamentazione sarà alquanto consistente: secondo le stime della Commissione, la salvaguardia delle foreste tropicali ridurrà di almeno 32 milioni di tonnellate l’anno le emissioni di carbonio in atmosfera, con effetti molto positivi sulla crisi climatica in atto e con ripercussioni notevoli anche sulla tutela della biodiversità.

Allo stesso tempo, non mancano alcune voci critiche, sebbene il testo provvisorio abbia rivisto al rialzo le misure inizialmente previste dal Consiglio. Secondo Greenpeace, la definizione di «degrado forestale» inserita nel testo provvisorio è troppo poco rigorosa e rischia perciò di servire da scappatoia per quanti vogliono continuare a tagliare legname in maniera non sostenibile. Inoltre, l’organizzazione ambientalista sottolinea la necessità di provvedere all’adozione di una normativa analoga per tutelare altri ecosistemi a rischio, come le savane.

Il nuovo regolamento europeo resta comunque un passo importante nella giusta direzione, come riconosce anche Federica Ferrario, responsabile della campagna agricoltura di Greenpeace Italia: «Alla vigilia della COP15 delle Nazioni Unite sulla biodiversità, la decisione europea è una svolta importante per le foreste e per tutte le persone che si sono battute per proteggerle. Non c’è dubbio che questa legge farà tacere un buon numero di motoseghe e impedirà alle aziende di trarre profitto dalla deforestazione». L’auspicio di Greenpeace – e non solo – è che in occasione della COP 15, in programma a Montreal dal 7 al 19 dicembre, i governi europei siano in prima linea nel promuovere la conclusione di un accordo globale per la protezione della natura, prevedendo azioni più incisive per frenare la perdita di biodiversità e per tutelare i diritti delle popolazioni indigene.

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