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Rapporto ONU: il buco dell’ozono si richiuderà entro pochi decenni

Lo strato di ozono che ci protegge dai raggi ultravioletti del sole tornerà a livelli normali entro il 2040.

È la prova che la cooperazione internazionale in materia ambientale può funzionare davvero.

Il-buco-nell'ozono-si-sta-chiudendo-inSuccede – ahimè – di rado, ma ogni tanto arrivano anche delle buone notizie per il nostro Pianeta. A quanto si legge nell’ultimo rapporto delle Nazioni Unite, il buco nello strato di ozono che si trova nella stratosfera terrestre e che agisce da schermo di protezione nei confronti dei raggi solari ultravioletti si sta riducendo ad un ritmo tale che consentirà il ritorno ai livelli del 1980 entro il 2040. Qualche anno in più sarà necessario per il ripristino dello strato di ozono sopra le regioni polari: bisognerà attendere il 2045 per l’Artico e il 2066 per l’Antartide.

Questa progressiva inversione di tendenza è frutto delle decisioni prese a livello internazionale negli scorsi decenni. A partire dagli anni ’80, si è scoperto che l’ozono stratosferico andava assottigliandosi pericolosamente a causa di alcuni gas immessi nell’atmosfera dalle attività umane. L’accresciuta consapevolezza dei rischi per l’ambiente e per la salute umana ha spinto gli Stati ad impegnarsi per ripristinare la fascia di ozono, riducendo fino ad azzerare completamente la produzione e il consumo di alcune sostanze chimiche dannose. A tale scopo, sotto l’egida dell’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, sono stati conclusi due importanti trattati multilaterali: la Convenzione di Vienna del 1985 e il Protocollo di Montreal del 1987.

Nell’ultimo rapporto ONU, redatto ogni quattro anni per valutare i progressi compiuti nell’applicazione del protocollo, gli esperti hanno confermato la graduale eliminazione di circa il 99% delle sostanze ritenute responsabili, in particolare dei clorofluorocarburi (CFC) e dei bromofluorocarburi (BFC). È proprio questa progressiva eliminazione che ha consentito il recupero dello strato protettivo di ozono nella stratosfera superiore, con conseguente diminuzione dell’esposizione umana ai raggi solari ultravioletti.

Naturalmente, è ancora presto per cantare vittoria: lo strato di ozono potrà rimarginarsi completamente solo se nei prossimi anni tutti i Paesi continueranno a mantenere gli impegni presi. Eppure, già oggi c’è molto di cui gioire perché i progressi fatti finora dimostrano l’efficacia della cooperazione internazionale, anche di fronte a sfide di enorme portata. Della serie: «se vuoi farlo, puoi farlo». Perciò la speranza è che la stessa determinazione venga usata anche per affrontare l’attuale crisi climatica, un problema globale che richiede di essere affrontato in maniera coesa e decisa.

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