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“Art Night” con Neri Marcorè

"Storia di una collezione. L'arte in Banca d'Italia" su Rai 5.

1200px-Logo_of_RAI_(2016)-inUna banca per definizione contiene tesori, ma la Banca d’Italia raccoglie fin dalla sua fondazione, nel 1893, una collezione d’arte. Sono opere che caratterizzano gli ambienti delle varie sedi di un’istituzione testimone di vicende fondamentali per la storia italiana. La Banca ha eccezionalmente aperto le sue porte al pubblico di Rai 5, che per la prima volta potrà “visitarla” e conoscerne la storia nel documentario “Storia di una collezione. L’arte in Banca d’Italia”, in onda mercoledì 19 aprile alle 21.15, per “Art Night” con Neri Marcorè. Lo speciale, scritto da Emanuela Avallone e Silvia De Felice per la regia di Sabrina Salvatorelli, è prodotto da Rai Cultura grazie alla collaborazione di Banca d’Italia – Eurosistema. A introdurre il racconto è il Direttore Generale di Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, mentre alcuni snodi fondamentali – descritti dallo storico dell’economia Pier Francesco Asso accompagnano e fanno da sfondo alla storia della collezione d’arte.
L’incontro con l’arte avviene a partire dalla costruzione della sede principale, palazzo Koch a Roma in via Nazionale. Il palazzo vuole essere un edificio simbolo del benessere del nuovo stato italiano, posizionato in un punto nodale del nuovo piano urbanistico della città, come illustra l’architetto Luigi Prestinenza Puglisi.
Fin dai lavori di scavo per le fondamenta del palazzo emergono ritrovamenti archeologici, ancora oggi patrimonio della Banca. E prosegue nel tempo, come racconta Cristiana De Paolis, Capo Divisione del Patrimonio Artistico di Banca d’Italia, insieme alla storica dell’arte Morena Costantini. I preziosi documenti dell’Archivio Storico della Banca, illustrati dalla curatrice Anna Rita Rigano, testimoniano passaggi di proprietà anche per insolvenze, come nel caso dell’imprenditore e collezionista Riccardo Gualino. Nel 1931 il crollo del suo impero fa pervenire in Banca d’Italia parte della sua raffinata collezione, lasciata in garanzia dei prestiti ricevuti. Una vicenda descritta dallo storico Claudio Bermond, dalla storica dell’arte Giorgina Bertolino, e da Annamaria Bava, Direttrice della Galleria Sabauda di Torino. L’altra parte della collezione Gualino venne, infatti, ceduta allo Stato e allestita nel museo torinese.
L’arrivo a Roma della collezione Gualino destinata alla Banca d’Italia rappresenta un momento fondamentale nella storia della collezione. I saloni di rappresentanza di palazzo Koch accolgono arazzi, dipinti e sculture che diventano parte integrante della storia culturale e della memoria storica che la Banca rappresenta. Dal dopoguerra a oggi l’impegno crescente per la valorizzazione e la tutela sottolinea un percorso di progressiva consapevolezza e impegno cura nella condivisione di un patrimonio identitario che, arricchito negli anni seguenti con l’ausilio di storici dell’arte, è giunto fino a oggi.
Ma anche il Centro Donato Menichella di Frascati, cuore tecnologico della Banca, ospita una contaminazione tra patrimonio artistico e funzioni operative, come spiegano il Capo Dipartimento Immobili e Appalti Ciro Vacca e il suo predecessore Luigi Donato.
La Banca, consapevole del patrimonio culturale che possiede e della necessità di renderlo accessibile, comincia a organizzare mostre nelle varie sedi, e inaugura la Sala della Collezione Orientale, una raccolta delle magnifiche opere acquistate da Gualino negli anni ’20. Gli acquisti di opere contemporanee si sono orientati in anni recenti verso artisti giovani, anche emergenti. Così la collezione si apre al futuro.

FONTE: Ufficio Stampa RAI.

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