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Medea in Tour: il documentario che racconta la straordinaria esperienza del Teatro Patologico

Un gruppo di attori con disabilità fisica e psichica interpreta la celebre tragedia di Euripide, in un viaggio emotivo e artistico che sfida i pregiudizi e celebra la diversità.

copertina“Medea in Tour” racconta, attraverso immagini dal tono romantico e nostalgico, l’esperienza umana e artistica della Compagnia Stabile del Teatro Patologico, composta da persone con disabilità fisica e psichica. Il gruppo di attori speciali porta in scena l’opera di Euripide “Medea”, sottolineando parallelismi e contrasti tra la follia del personaggio di Medea e le patologie dei ragazzi diversamente abili che interpretano i personaggi della celebre tragedia greca.

Diciotto attori danno vita ad un interessantissimo adattamento della tragedia di Euripide: la storia della vendicativa Medea che arriva ad uccidere i figli per punire il marito Giasone, deciso a ripudiare Medea per sposare Glauce, la figlia di Creonte, re di Corinto.

Un viaggio emotivo che è anche un viaggio reale, quello che i ragazzi del Teatro Patologico, diretto dall’attore e regista Dario D’Ambrosi, compiono per portare in tour lo spettacolo. Durante questo viaggio abbiamo modo di scoprire il carattere, le esperienze e le sensazioni di ogni singolo componente di questa straordinaria e insolita compagnia teatrale. Il documentario racconta come questi ragazzi “speciali” riescano, attraverso il teatro, a vivere le proprie emozioni e ad imparare a gestirle, comunicarle e condividerle come dei veri e propri professionisti teatrali.

Rai Documentari descrive una realtà, quella della Compagnia del Teatro Patologico, che dimostra che il teatro può rappresentare non solo una forma di terapia, ma anche una possibilità di espressione artistica ed emotiva, e un momento insostituibile ed entusiasmante di aggregazione e di formazione.

Scheda tecnica
Una produzione Ass. Teatro patologico onlus
In collaborazione con Rai Documentari
Regia: Dario D’Ambrosi
Produttore Rai: Fabio Mancini
Durata: 52’

FONTE: Ufficio Stampa Rai Documentari (Luca Lari).

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