ROMA – La sicurezza delle password che utilizziamo per accedere ad applicazioni web, servizi online o per effettuare transazioni bancarie, viene quotidianamente minacciata da un crescente numero di attacchi informatici. In questo contesto, ricercatori – dellāIstituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ino) e dellāIstituto nazionale di ricerca metrologica (INRiM), in collaborazione con le UniversitĆ di Firenze e di Siena e la Technische UniversitƤt di Berlino (Germania), hanno sviluppato una tecnologia per creare password maggiormente sicure.
Nellāarticolo, pubblicato sulla rivista Nature Materials, gli autori spiegano che le password vengono generate illuminando con una luce laser un sottile strato di materiale plastico, che cambia le sue proprietĆ per effetto della luce stessa. Questāultima, attraversandolo, viene disordinata in maniera imprevedibile ma riproducibile e lāimmagine trasmessa consente di elaborare chiavi crittografiche estremamente complesse da violare. āI sistemi fotonici disordinati, quando interrogati con luce laser, forniscono una risposta ottica ricca di informazioni dalla quale ĆØ possibile estrarre una chiave crittografica. La chiave non viene registrata allāinterno di una memoria ma si estrae su richiesta, riducendo cosƬ il rischio di attacchi informatici. Ritengo che lāelemento decisivo del nostro lavoro sia stato lāutilizzo di materiali complessi riconfigurabili su piĆ¹ livelli, che permettono una maggiore sicurezza della chiave generataā, afferma Francesco Riboli, primo ricercatore del Cnr-Ino.
Diederick S. Wiersma, docente dellāUniversitĆ di FirenzeĀ e Presidente dellāINRiM, spiega che: āSistemi ottici disordinati sono stati impiegati in diversi ambiti della fotonica per realizzare sorgenti innovative e dispositivi di rivelazione della luce avanzati. Questa ricerca sfrutta il loro disordine intrinseco come sorgente di informazione sicura nel campo della crittografiaā.
I materiali impiegati nella ricerca presentano una struttura microscopica interna cosƬ complessa da essere immune a una possibile clonazione, e il loro utilizzo consente di modificare in maniera reversibile e veloce gli algoritmi crittografici, attraverso una semplice luce led. āAbbiamo impiegato dei cristalli liquidi drogati con un colorante e dispersi in un sottile film polimerico, materiale a basso costo, flessibile ma allo stesso tempo unico e irriproducibileā, continua Sara Nocentini, ricercatrice dellāINRiM. āAnalizzando il contenuto informativo delle password generate con la tecnologia riconfigurabile su piĆ¹ livelli, abbiamo verificato che questāultime sono caratterizzate da una entropia – e quindi una sicurezza – maggiore rispetto a quelle staticheā.
Gli sviluppi di questa ricerca potranno portare alla realizzazione di nuovi dispositivi di anticontraffazione e protocolli di autenticazione piĆ¹ sicuri. āLāinterdisciplinarietĆ di questa ricerca, che abbraccia fotonica, scienza dei materiali e crittografia, potrĆ avere impatto sia sullo sviluppo delle tecnologie classiche che sulla scoperta di nuove tecnologie quantisticheā, conclude Francesco Saverio Cataliotti, direttore del Cnr-Ino.
FONTE: Ufficio Stampa CNR.