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CIRO, la piattaforma che aiuta le regioni italiane a combattere il cambiamento climatico

Il primo database in Italia che raccoglie e analizza dati e buone pratiche ambientali adottate dalle regioni per guidarle nel processo di decarbonizzazione.

copLaboratori di innovazione e adattamento, le regioni svolgono un ruolo chiave nell’implementazione di politiche e iniziative che promuovono l’efficienza energetica, l’uso delle fonti rinnovabili e la riduzione delle emissioni di gas serra per contribuire in modo significativo agli sforzi globali per contrastare il cambiamento climatico.

ƈ a loro che si rivolge la nuova piattaforma di Italy for Climate ā€“ centro studi della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – CIRO (Climate Indicators for Italian RegiOns), il primo database in Italia che raccoglie, analizza con indicatori originali e mette a confronto dati e buone pratiche ambientali adottate dalle Regioni italiane per guidarle nel processo di decarbonizzazione dei propri territori e nel raggiungimento degli obiettivi climatici.

Sviluppato da Italy for Climate in collaborazione con Ispra, il database ĆØ frutto di un lavoro di ricerca e rielaborazione di dati che ha permesso di individuare 26 indicatori articolati in 8 aree tematiche: emissioni, energia, rinnovabili, edifici, industria, trasporti, agricoltura e vulnerabilitĆ .
Tra questi anche dati e indicatori originali, elaborati per la prima volta e raccolti con lā€™obiettivo di fornire al dibattito pubblico e alle Amministrazioni locali un quadro completo e aggiornato che consenta di identificare le aree di miglioramento e le migliori pratiche da adottare.

La piattaforma CIRO comprende anche una raccolta di buone pratiche dalle regioni, realizzata in collaborazione con il Gruppo GEDI.

CIRO ĆØ protagonista dellā€™evento di questo pomeriggio di Italy for Climate in collaborazione con KEY ā€“ The Energy Transition Expo, la manifestazione di IEG (Italian Exhibition Group) sulla transizione energetica, occasione diĀ dibattito tra i rappresentanti delle istituzioni e delle regioni suĀ esigenze e fattori abilitanti da mettere in campo per supportare il loro contributo al percorso verso le zero emissioni.

Esperienze, sfide e buone praticheĀ dai territori sono i temi del confronto tra i partecipanti: Edo Ronchi, Presidente Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Andrea Barbabella, Responsabile scientifico di Italy for Climate, Daniela Romano, Capo Sezione Emissioni in atmosfera di Ispra, Federico Boschi, Capo Dipartimento Energia, Ministero Ambiente e sicurezza energetica, Giorgio Maione, Vicepresidenza, Regions4 Sustainable Development Europa (Assessore Ambiente e Clima, Regione Lombardia), Roberto Morroni, Vicepresidente, Regione Umbria, Andrea Orlando, Capo di Gabinetto, Regione Emilia-Romagna, Anna Grazia Maraschio, Assessore Ambiente, Regione Puglia, Fabio Scoccimarro, Assessore Ambiente ed Energia, Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia.

Edo Ronchi, Presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile: Ā«Per poter avere la possibilitĆ  di contenere lā€™aumento delle temperature fra 1,5 e 2Ā°C, evitando una precipitazione catastrofica della crisi climatica, occorre accelerare lā€™impegno per la riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030, secondo le convergenti indicazioni delle istituzioni scientifiche e di quelle internazionali. Lā€™Europa che, con le misure in atto, non sarebbe in traiettoria con questo target, sta promuovendo un pacchetto impegnativo di misure (Fit for 55%) per mettersi al passo. Anche lā€™Italia ĆØ in ritardo: nei settori non ETS (trasporti, edifici, agricoltura, rifiuti, piccole imprese) dal 2015 al 2022 ha ridotto le emissioni solo del 4%: di questo passo arriverebbe al proprio target europeo del 43,7 % non al 2030, ma al 2050, con 20 anni di ritardo. Per accelerare lā€™impegno per il clima in Italia ĆØ indispensabile coinvolgere, di piĆ¹ e meglio, anche le RegioniĀ».

Andrea Barbabella, Coordinatore di Italy for Climate: Ā«Non ĆØ possibile guidare un territorio sulla strada della transizione energetica senza avere un quadro chiaro e aggiornato dei principali indicatori in gioco. Per questo, insieme a Ispra, abbiamo voluto realizzare questa piattaforma di condivisione di dati e buone pratiche, selezionando 26 indicatori chiave, molti dei quali frutto di specifiche elaborazioni originali. Attraverso questo database, le regioni potranno approfondire i propri punti di forza come anche quelli di debolezza e poter sviluppare cosƬ strategie di contrasto alla crisi climatica a scala territoriale piĆ¹ avanzate ed efficaciĀ».

Le 8 aree tematiche di CIRO che individuano le migliori performance di una regione:

1. Emissioni: punto di partenza per valutare un percorso di neutralitĆ  climatica.

ƈ la Liguria la regione apripista in termini di riduzione delle emissioni pro capite di gas serra. Il valore si ĆØ, infatti, ridotto del 65%, oltre lā€™obiettivo 2030 del green deal, soprattutto grazie alla riduzione nellā€™uso di carbone (nel 1990 rappresentava il 60% del fabbisogno energetico e nel 2021 il 5%).

In termini di assorbimenti forestali, invece, la Toscana risulta essere la seconda regione piĆ¹ performante in questo indicatore (con 270 tCO2eq assorbite per ogni km quadrato di superficie), grazie a una valida gestione delle aree boschive.

2. Energia: circa l’80% delle emissioni in Italia sono prodotte dai nostri consumi di energia, per questo intervenire sul risparmio energetico e sulla riduzione delle fonti fossili di energia ĆØ fondamentale per il percorso di transizione energetica del Paese.

Campania e Sicilia sono le prime per consumi finali di energia pro capite, ovvero le regioni che consumano meno anche grazie ad un clima particolarmente mite che richiede un minore fabbisogno di riscaldamento.

Nel confronto sulla distribuzione delle fonti nel mix energetico, spiccano le 14 regioni che sono giĆ  ā€œcoal freeā€, ovvero che hanno giĆ  azzerato i consumi di carbone.

3.Ā Ā Ā Ā Ā  Rinnovabili: ĆØ uno dei settori in cui le Regioni possono dare il contributo piĆ¹ incisivo alla decarbonizzazione del Paese e allo sviluppo di queste filiere nei territori, avendo responsabilitĆ  amministrative cruciali rispetto alla realizzazione degli impianti.

A spiccare nellā€™ambito dellā€™energia rinnovabile, con una quota record pari al 97,6% del totale dellā€™energia consumata, ĆØ la Valle dā€™Aosta, regione storica dellā€™idroelettrico italiano.

Il Veneto, invece, si distingue per numero di ComunitĆ  energetiche rinnovabili (CER) attivate, con il record di 13 solo nel 2022.

4. Edifici: settore piĆ¹ energivoro in Italia e secondo per emissioni di gas serra.

ƈ il Trentino che spicca per quota di edifici in classe A negli APE, mentre ĆØ nelle regioni del sud che si registrano quote record di consumi elettrici, un elemento molto importante per lā€™efficienza e la decarbonizzazione di questo settore.

5. Industria: primo settore per emissioni di gas serra in Italia, ma ĆØ anche quello che negli ultimi anni le ha ridotte maggiormente.

Fra le regioni che spiccano per lā€™industria cā€™ĆØ la Lombardia, che in rapporto al valore aggiunto riesce a mantenere sia emissioni che consumi di energia del settore particolarmente bassi.

6. Trasporti: tra i settori in cui ridurre le emissioni ĆØ piĆ¹ difficile, soprattutto in un Paese come lā€™Italia che presenta unā€™altissima dipendenza dallā€™utilizzo dellā€™automobile privata e fatica ancora ad avviare un solido mercato dellā€™auto elettrica.

In questo settore la regione che emerge ĆØ il Lazio, seconda per passeggeri che utilizzano il trasporto pubblico locale (fonte Ministero dei trasporti), la regione registra la piĆ¹ alta quota di auto elettriche immatricolate nel 2022 (pari al 4,5%).

7. Agricoltura: settore strategico per la decarbonizzazione del Paese, a cui possono contribuire pratiche agricole virtuose e una migliore gestione degli allevamenti.

Con il 35,7% di quota, la Calabria ĆØ seconda nellā€™indicatore che misura la quota di agricoltura biologica, e terza per basso utilizzo di fertilizzanti in agricoltura.

Anche in Puglia le prestazioni del settore agricolo sono molto positive: lā€™indicatore delle emissioni settoriali pro-capite ĆØ tra i piĆ¹ bassi dā€™Italia, lā€™indicatore che misura la quota di agricoltura biologica (25%) superiore alla media (19%), il numero di capi di bovini allevati pro capite ĆØ basso, cosƬ come ĆØ fra i piĆ¹ bassi dā€™Italia il valore dellā€™indicatore dellā€™utilizzo di fertilizzanti.

8. VulnerabilitĆ : la vulnerabilitĆ  alla crisi climatica espone i territori a grandi rischi per la salute delle persone e per l’economia; a contribuire alla vulnerabilitĆ  sono molti fattori su cui i territori hanno diversi gradi di responsabilitĆ , fra cui la densitĆ  abitativa, il consumo di suolo, la presenza di corpi idrici e la morfologia del territorio.

ƈ la Basilicata la regione che, in riferimento allā€™indicatore che misura quanta popolazione residente si trova in aree a medio ed elevato rischio di alluvione, risulta essere la meno esposta, anche grazie ad un tasso di consumo di suolo fra i piĆ¹ bassi del Paese.

ƈ invece lā€™Umbria la regione che nel 2022 ha registrato il piĆ¹ basso numero di eventi meteoclimatici estremi in rapporto alla superficie.

Italy for Climate ĆØ unā€™iniziativa della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, in partnership con Enea, Ispra ed RSE, e promossa da A2A, Chiesi, Conou, Davines, Edison, ElettricitĆ  Futura, H&K Strategies, illy, Italian Exhibition Group, Terna.

www.italyforclimate.org

FONTE: Ufficio Stampa Federica Cingolani.

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