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Musei Civici Bologna: le mostre temporanee in corso

Pasqua e Pasquetta con le aperture straordinarie.

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Giuseppe Romagnoli (1872 – 1966)
Medaglia in bronzo della Cassa di Risparmio di Bologna, 1927
Bologna, Museo Civico Archeologico, n. inv. 880
Courtesy Settore Musei Civici Bologna – Museo Civico Archeologico

Il Medagliere si rivela. Le due torri nelle medaglie e nelle monete del Museo Civico Archeologico di Bologna
A cura di Paola Giovetti e Laura Marchesini
Fino al 26 agosto 2024
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2)
Tel. +39 051 2757211
Info: www.museibologna.it/archeologico

Il Museo Civico Archeologico dedica una piccola esposizione di medaglie e di monete legate alla raffigurazione iconografica dei due monumenti simbolo della città felsinea, la Torre degli Asinelli e la Torre Garisenda, nell’ambito del progetto Il Medagliere si rivela volto a far conoscere al grande pubblico la ricchissima raccolta numismatica del museo, giunto qui al suo terzo appuntamento dopo i precedenti focus San Petronio rifondatore di Bologna e Natale in nummis. Iconografie del Natale nelle monete e nelle medaglie del Museo Archeologico.
L’esposizione, liberamente fruibile nell’atrio del museo, consente la visione di 25 esemplari tra monete, conii e medaglie, che coprono un arco temporale compreso tra il XV e il XXI secolo.
L’approccio tematico di questa esposizione si propone di valorizzare non solo il patrimonio del museo ma desidera anche proporre un focus sulla storia locale attraverso la fortuna che l’immagine delle due torri ha conosciuto nella produzione numismatica, in una fase storica di particolare attenzione per la tutela e la conservazione dei due monumenti che coinvolge anche i Musei Civici.
Asinelli e Garisenda sono infatti le torri più celebri di Bologna, da molti secoli simbolo identificativo della città per i suoi abitanti e per i viaggiatori, e oggi per i numerosi turisti che la visitano. Inizialmente tuttavia, quelle che oggi sono gli edifici iconici dello skyline bolognese, si trovavano in un tessuto urbano caratterizzato dalla presenza di oltre 100 torri, oggi in amplissima parte scomparse o celate, superstiti, tra i palazzi del centro storico.

Alfredo_Savini_Auxilium_ex_alto
Alfredo Savini (Bologna, 1868 – Verona, 1924)
Auxilium ex alto, 1896
Olio su tela, cm 229 x 165
Provenienza: Concorso Baruzzi, 1896
Bologna, Collezioni Comunali d’Arte (deposito MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Collezioni storiche), n. inv. P372

Figure e paesaggi dell’Ottocento alle Collezioni Comunali d’Arte
A cura di Isabella Stancari
21 marzo – 30 giugno 2024
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6)
Tel. +39 051 2193998 
Info: www.museibologna.it/arteantica

La mostra Figure e paesaggi dell’Ottocento alle Collezioni Comunali d’Arte rientra nell’ampio progetto espositivo diffuso La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915, dedicata alla pittura felsinea dall’età napoleonica alla Grande Guerra, ideata e coordinata dal Settore Musei Civici Bologna attraverso il Museo civico del Risorgimento, a cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari.
I dipinti esposti rientrano in due tematiche principali. La prima è dedicata all’Accademia delle Belle Arti, luogo di formazione di quasi tutti gli artisti locali e promotore di due concorsi artistici nazionali, il Curlandese e il Baruzzi, la seconda affronta il paesaggio, con numerose opere inedite. Oltre alle opere in mostra si possono ammirare nel percorso museale i due ampi saloni dedicati in permanenza a Pelagio Palagi, il più importante pennello neoclassico locale, la cui carriera internazionale come pittore, architetto, decoratore d’interni, scultore e disegnatore di arredi si concluse a Torino come artista della corte Savoia di re Carlo Alberto.

Pompeo-Batoni_Ritratto_contessa_di_San_Martino
Pompeo Girolamo Batoni (Lucca, 1708 – Roma, 1787)
Ritratto della cntessa Maria Benedetta di San Martino, 1785
Olio su tela, cm 99 x 74
Madrid, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, inv. n. 32 (1977.28)

Un ritratto di Pompeo Batoni (1708 – 1787) dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid
A cura di Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Negretti
Fino al 7 aprile 2024
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44)
Tel. +39 051 236708
Info: www.museibologna.it/arteantica

Un celebre protagonista della pittura europea del Settecento arriva per la prima volta a Bologna: si tratta di Pompeo Girolamo Batoni (Lucca, 1708 – Roma, 1787), di cui il Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini espone, fino al 7 aprile 2024, il Ritratto della contessa Maria Benedetta di San Martino proveniente dal Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid.
La prestigiosa opportunità espositiva, a cura di Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Negretti, si inserisce nell’ambito della rassegna Ospiti promossa fin dal 1996 dai Musei Civici d’Arte Antica di Bologna come attività di valorizzazione del patrimonio e sviluppo delle relazioni scientifiche con istituzioni museali italiane e internazionali, attraverso lo scambio di opere attivato in occasione di prestiti per esposizioni temporanee.
Considerato il ritrattista più ricercato nell’Europa del XVIII secolo per la sua arte innovativa e originale, anche nella più convenzionale ritrattistica ufficiale Batoni sa raggiungere risultati stupefacenti e sofisticati per qualità esecutiva e accostamenti cromatici. Ne è esempio il dipinto presentato a Bologna – firmato sul bordo del tavolo e datato 1785 – che appartiene alla tarda produzione del pittore e ne incarna a pieno l’ideale di grazia e delicata eleganza espressa nella resa delle figure femminili.

Gaetano_Serra_Zanetti_Incredulità_di_San_Tommaso
Gaetano Serra Zanetti (Sant’Agata Bolognese, 1807 – Anzola dell’Emilia, 1862)
Incredulità di San Tommaso, 1850
Olio su tela, cm 243 x 121
Bologna, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Inv. 0471 
Courtesy Settore Musei Civici Bologna – Musei Civici d’Arte Antica

L’Incredulità di San Tommaso di Gaetano Serra Zanetti: due versioni a confronto
A cura di Mark Gregory D’Apuzzo
21 marzo – 30 giugno 2024
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44)
Tel. +39 051 236708
Info: www.museibologna.it/arteantica

La mostra L’Incredulità di San Tommaso di Gaetano Serra Zanetti: due versioni a confronto rientra nell’ampio progetto espositivo diffuso La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915, dedicata alla pittura felsinea dall’età napoleonica alla Grande Guerra,
ideata e coordinata dal Settore Musei Civici Bologna attraverso il Museo civico del Risorgimento, a cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari.
Promossa dai Musei Civici d’Arte Antica del Settore Musei Civici d’Arte Antica, in collaborazione con La Quadreria di ASP Città di Bologna, l’iniziativa espositiva al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini presenta due versioni dell’Incredulità di San Tommaso realizzate da Gaetano Serra Zanetti (Bologna, 1807 – ivi, 1862) abitualmente conservate nei depositi e dunque non accessibili al pubblico. La mostra offre quindi l’opportunità di conoscere de visu due opere significative nel percorso del pittore, che fu tra i protagonisti dell’Ottocento bolognese, più volte gratificato da premi e riconoscimenti.
Lungo il percorso del museo sono inoltre segnalati alcuni paesaggi ottocenteschi di età romantica esposti in permanenza: il delizioso quadretto 
La scalinata di Giuseppe Termanini e alcuni dipinti di Giacomo Savini, entrambi allievi del pittore e scenografo Vincenzo Martinelli, esponente di spicco del paesaggismo bolognese della seconda metà del Settecento.

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Ludovica Carbotta. Very Well, on My Own
Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2024
Foto Carlo Favero
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Ludovica Carbotta. Very Well, on My Own
A cura di Lorenzo Balbi con l’assistenza curatoriale di Sabrina Samorì
Fino al 5 maggio 2024
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14)
Tel. +39 051 6496611

Info: www.mambo-bologna.org

Ludovica Carbotta. Very Well, on My Own è un progetto realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito di Italian Council (11a edizione, 2022), il programma di promozione internazionale dell’arte contemporanea italiana.
La prima mostra antologica dedicata in Italia all’artista Ludovica Carbotta (Torino, 1982) in Italia prende avvio da una ricerca sull’individualità e sul rapporto con lo spazio pubblico nell’accezione tangibile di città e, in quella astratta e infrastrutturale, di istituzione.
Il titolo 
Very Well, on My Own rimanda a una specifica idea di privacy e individualità in cui ognuno cerca riparo per far fronte alle ingerenze del mondo esterno e della propria psiche. In un mondo caratterizzato da una sovra-esposizione delle nostre soggettività, quotidianamente associate ai concetti di “prestazione” e “visibilità”, l’esposizione suggerisce una diversa postura in cui la persona e la sua cura diventano generativi sia sul piano soggettivo che collettivo.
Durante il suo percorso artistico, Ludovica Carbotta ha osservato il modo in cui le città definiscono il nostro campo d’azione eseguendo lei stessa veri e propri esercizi fisici con il tentativo di destabilizzare la prossemica comune dell’abitante e di disegnare nuove coreografie del corpo all’interno dell’ambiente cittadino. Tale indagine è stata ampliata, nel corso degli anni, su un piano immaginario e narrativo articolandosi in sistemi complessi di opere che prefigurano immagini distopiche e futuristiche del tessuto urbano e che pongono una riflessione sulle potenzialità e i rischi di una radicalizzazione dell’individualità all’interno della società.

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Lynda Benglis e Properzia de’ Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno
Veduta di allestimento della mostra presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2024
Foto Carlo Favero
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Lynda Benglis e Properzia de’ Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno
A cura di Lorenzo Balbi con l’assistenza curatoriale di Giulia Pezzoli
Fino al 26 maggio 2024
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14)
Tel. +39 051 6496611

Info: www.mambo-bologna.org

L’esposizione Lynda Benglis e Properzia de’ Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno propone un dialogo inedito tra Properzia de’ Rossi (Bologna, 1490 circa – 1530), considerata la prima donna scultrice nella storia dell’arte nonché unica donna ad avere una biografia all’interno delle Vite di Giorgio Vasari, e Lynda Benglis (Lake Charles, Louisiana, 1941), una delle massime protagoniste dell’arte contemporanea internazionale. Appartenenti a epoche e culture lontane tra loro, le due artiste, entrambe virtuose del medium scultoreo, sono accomunate dall’ambizione di affermare la propria individualità creativa in contesti ostili o difficilmente accessibili alle donne.
Dalla produzione artistica dell’artista bolognese viene esposto lo stemma nobiliare della famiglia Grassi con aquila bicipite, in filigrana d’argento con noccioli di frutta intagliati, proveniente dal Museo Civico Medievale di Bologna e appositamente restaurato per questa occasione espositiva, e una riproduzione in 3D della formella in marmo, prodotta anch’essa per la mostra, rappresentante l’episodio biblico di Giuseppe e la moglie di Putifarre, realizzata per il portale della Basilica di San Petronio e conservata all’interno del suo Museo diocesano. Entrambe le opere sono descritte e attribuite da Giorgio Vasari a Properzia de’ Rossi nelle Vite, primo testo critico di storia dell’arte a sua volta presente in mostra attraverso le due preziose edizioni del 1568 conservate presso la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna.
Dalla produzione artistica di Lynda Benglis, l’esposizione presenta sette sculture in marmo, realizzate dal 2015 al 2021, provenienti da Thomas Brambilla Gallery di Bergamo e da collezioni private ubicate nell’area metropolitana di Bologna.

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Mary Ellen Bartley
Large White Bottle and Shadow, 2022
Stampa su pigmento d’archivio montata su dibond, cm 68,58 x 91,44 – Courtesy Mary Ellen Bartley

Mary Ellen Bartley: MORANDI’S BOOKS
A cura di Alessia Masi
Fino al 7 luglio 2024
Museo Morandi (via Don Giovanni Minzoni 14)
Tel. +39 051 6496611
Info: www.mambo-bologna.org/museomorandi

Le fotografie dell’artista americana Mary Ellen Bartley, da sempre interessata ad esplorare le qualità formali e tattili dei libri, sono il risultato di una sua residenza a Bologna nel 2020 quando, dopo aver visitato lo studio e la casa di Morandi, ha realizzato il progetto Morandi’s Books, una serie fotografica di sue personali composizioni costruite con i libri appartenuti a Morandi, oggi conservati nella casa-museo di via Fondazza. I volumi su Corot, Ingres, Piero della Francesca, Rembrandt, Cézanne, ossia i maestri del maestro bolognese, sono diventati, nelle mani di Bartley, i muti interlocutori delle sue “nature morte”, convivendo, talvolta, a fianco di oggetti e scatole di latta sottratti alla polvere dello studio dell’artista e pronti a riprendere vita e a ritrovare uno spazio, quello della foto, che restituisce loro una misurata dignità estetica oltre che una valenza formale.
Nel suo approccio metodologico, Bartley ha rispettato aspetti come la luce, i colori e la geometria tanto cari a Morandi, per trasmettere e sottolineare quei valori di semplicità, silenzio, pace, ordine, meditazione e riflessione, valori sempre più precari nel tessuto sociale contemporaneo. Due artisti distanti nel tempo e diversi nell’utilizzo dei mezzi artistici, ma uniti dalla ricerca dell’essenza e dall’attenzione verso le semplici cose.
La mostra si inserisce nel solco di una pratica collaudata ormai da anni dal Museo Morandi: creare relazioni tra l’opera degli artisti contemporanei e quella del maestro bolognese, al fine di gettare nuova luce sulla reale portata culturale del suo lavoro e riaffermare il suo ruolo di primo piano nell’immaginario culturale globale, nonché la sua influenza sulla cultura visiva internazionale.

Morandi_metafisico
Manichino femminile utilizzato da Morandi per alcune nature realizzate tra il 1918 e il 1919.
Questo modello è stato ritrovato nel ripostiglio adiacente alla camera-studio dell’artista in via Fondazza 36 a Bologna.
Courtesy Settore Musei Civici Bologna – Museo Morandi

Morandi metafisico. Tre disegni. Una storia
A cura di Lorenza Selleri
Fino al 5 maggio 2024
Casa Morandi (via Fondazza 36)
Tel. +39 300150 / 6496611
Info: www.mambo-bologna.org/museomorandi

Le opere di Giorgio Morandi in cui si può percepire una vicinanza stilistica a quelle dei principali esponenti della Metafisica sono 21 (comprendendo anche quelle oscillanti tra Metafisica e “Valori Plastici”) e sono prevalentemente dipinti ad olio. Queste tele si conservano per lo più in alcuni dei più importanti musei italiani (quella appartenuta a Roberto Longhi venne purtroppo trafugata nel 1981 e ad oggi non è stata ancora ritrovata).
Il Museo Morandi possiede tre disegni che, pur essendo cronologicamente successivi a quel solo anno (estate 1918 – tardo autunno 1919) in cui Morandi si avvicina alla Metafisica, possono a pieno titolo appartenere a quel gusto. Questi rari e preziosi fogli, infatti, tracciati a inchiostro raffigurano rispettivamente due nature morte metafisiche di impianto analogo a quello dei dipinti che si conservano alla Pinacoteca di Brera (Natura morta, 1919 -V.43 e Natura morta, 1919 – V.44) e un vaso di fiori che invece richiama il dipinto di collezione privata (Fiori, 1920 – V.56) emblematico della successiva stagione dei “Valori Plastici”. I tre disegni, in realtà, risalgono tutti a quel periodo, come si evince dalla carta su cui sono stati schizzati seppur con una precisione quasi descrittiva. Morandi ha utilizzato infatti il verso di cedole librarie della celebre casa editrice d’arte “Valori Plastici” fondata nel 1918 dall’artista ed editore Mario Broglio. I fogli provengono, non a caso, dal fondo archivistico della rivista romana e, andati in asta a Roma nell’ aprile del 1999, sono stati acquistati dal Comune di Bologna arricchendo così la collezione del Museo Morandi.
Il focus nasce con l’intenzione di documentare questa breve parentesi del percorso artistico morandiano accostando ai disegni, i modelli che servirono a Morandi per le sue opere metafisiche e un apparato documentario di lettere, testi e fotografie.

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Vespa Club Bologna. Una piccola grande storia su due ruote
Veduta di allestimento presso Museo del Patrimonio Industriale, Bologna, 2023-2024
Courtesy Settore Musei Civici Bologna – Museo del Patrimonio Industriale

Vespa Club. Una piccola grande storia su due ruote
Prorogata fino al 30 giugno 2024
Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123)
Tel. +39 6356611
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

Vespa Club Bologna. Una piccola grande storia su due ruote è un focus espositivo dedicato al mito della Vespa, icona del motociclismo italiano nel mondo, nato dalla collaborazione del Museo del Patrimonio Industriale con il Vespa Club Bologna.
L’allestimento, realizzato nel piano intermedio del percorso di visita, accanto all’esposizione di un importante nucleo di 18 motociclette prodotte dalla casa bolognese M. M. recentemente concesse in comodato al museo.
La Vespa ha lasciato un’impronta significativa nella storia dei trasporti, nell’immaginario collettivo, nell’arte e nel cinema non solo italiani. Raccontare il primo marchio globale della mobilità al Museo del Patrimonio Industriale, le cui collezioni permanenti documentano le eccellenze produttive bolognesi anche in ambito motoristico e meccanico, consolida, ancora una volta, i rapporti tra l’istituzione museale, il mondo del collezionismo, i club e l’associazionismo in un territorio simbolo della Motor Valley emiliano-romagnola nota a livello mondiale.
La storia di questo scooter è legata in modo significativo a Bologna, non solo perché in questa città è nato uno dei primi Club per gli amanti di questo mezzo ma perché tra il 20 e 21 maggio 1950 si tenne in Piazza Maggiore il primo raduno internazionale della storia vespistica che richiamò circa 5.000 vespisti provenienti da Italia, Austria, Francia, Germania e Svizzera. Risale all’anno precedente, il 1949, la nascita ufficiale del Vespa Club Bologna, tra le prime organizzazioni italiane ad aver compreso le potenzialità innovative del veicolo, in una città dalla tradizione motociclistica molto solida in cui operavano aziende storiche come M.M. e C.M e dove stavano prendendo avvio nuove realtà come Moto Morini, F.B. Mondial e Ducati.
Il Club è da subito attivo sia nelle manifestazioni sportive sia nelle rievocazioni locali e nazionali. I suoi associati, oltre 600, sono da tempo impegnati nello studio della storia del marchio garantendo il restauro e la conservazione dei pezzi che oggi, per la prima volta in contemporanea, vengono esposti al Museo del Patrimonio Industriale. I modelli visibili in mostra sono 7.

Alessandro_Guardassoni
Alessandro Guardassoni (Bologna, 1819 – ivi, 1888)
Anna Bolena forsennata, 1843
Olio su tela, cm 98 x 77
Bologna, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (Collezioni storiche), n. inv. 27277 / 5154
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915
A cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari
21 marzo – 30 giugno 2024
Museo civico del Risorgimento (Piazza Giosue Carducci 5)
Tel. + 39 051 2196520
Info: www.museibologna.it/risorgimento

Al Museo civico del Risorgimento è allestita la sezione da cui prende il titolo il progetto espositivo diffuso La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915, dedicata alla pittura felsinea dall’età napoleonica alla Grande Guerra, ideata e coordinata dal Settore Musei Civici Bologna attraverso il Museo civico del Risorgimento, a cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari.
Tra le opere ispirate ai temi risorgimentali si segnala uno dei capolavori della ritrattistica ottocentesca, il Ritratto di Giovan Maria Damiani in uniforme delle Guide Garibaldine (1872) di Antonio Puccinelli, appartenente alla collezione dello stesso museo e raramente esposto. L’iconica opera è affiancata dalle opere I fatti di Savigno (Passaggio delle truppe pontificie) di Ferdinando Fontana e dal modelletto preparatorio, in collezione privata, della omonima grandiosa tela di Carlo Arienti La cacciata dell’imperatore Barbarossa da Alessandria, voluta dal re Carlo Alberto in chiave antiaustriaca.
Grazie alle opere delle collezioni storiche del MAMbo viene inoltre ripercorso il tema del soggetto storico, tanto caro alla cultura artistica di metà Ottocento, con le opere La morte di Zerbino (1851) del pittore di figura Ippolito Bonaveri e Io mi sedeva in parte… (1873) di Alfonso Savini, mentre il genere del paesaggio bolognese è rappresentato dalle vedute neoclassiche di Giacomo Savini, di età romantica con Ottavio Campedelli e del primo Novecento con Augusto Majani “Nasica”.
Oltre alle cinque piccole opere inedite di Giulio Cesare Ferrari, ritrovate da Isabella Stancari durante il lavoro di ricerca confluito nel Bollettino 2020/2022 del Museo civico del Risorgimento, notevole è inoltre il nucleo di quattro tele dipinte da Alessandro Guardassoni, che si ricollegano idealmente alla mostra monografica visibile nella sede della Fondazione Gualandi a favori dei sordi. Il capolavoro giovanile del pittore bolognese Anna Bolena forsennata, vincitore del piccolo premio Pittura al Concorso Curlandese del 1843 e proveniente dai depositi del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, è esposto insieme a tre opere inedite da collezioni private che testimoniano il lato più sperimentale dell’artista. Si tratta del Giardiniere che annaffia una pianta e due particolari vedute di giardini, eseguite a tempera e chine sui toni del grigio, che mostrano la rielaborazione del reale sulla base di fotografie. Per la delicata eleganza si distingue, infine, uno dei rari di ritratti Luigi Serra, Ritratto di signora (Enrica Merlani) eseguito nel 1888, anno della prematura scomparsa del pittore.

FONTE: Ufficio Stampa Bologna Musei.

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