Il Medagliere si rivela. Le due torri nelle medaglie e nelle monete del Museo Civico Archeologico di Bologna
A cura di Paola Giovetti e Laura Marchesini
Fino al 26 agosto 2024
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2)
Tel. +39 051 2757211
Info:Ā www.museibologna.it/archeologico
IlĀ Museo Civico ArcheologicoĀ dedica una piccola esposizione di medaglie e di monete legate alla raffigurazione iconografica dei due monumenti simbolo della cittĆ felsinea, laĀ Torre degli AsinelliĀ e laĀ Torre Garisenda, nellāambito del progettoĀ Il Medagliere si rivelaĀ volto a far conoscere al grande pubblico la ricchissima raccolta numismatica del museo, giunto qui al suo terzo appuntamento dopo i precedenti focusĀ San Petronio rifondatore di BolognaĀ eĀ Natale in nummis. Iconografie del Natale nelle monete e nelle medaglie del Museo Archeologico.
Lāesposizione,Ā liberamente fruibile nellāatrio del museo,Ā consente la visione diĀ 25 esemplariĀ tra monete, conii e medaglie, che coprono un arco temporale compresoĀ tra il XV e il XXI secolo.
Lāapproccio tematico di questa esposizione si propone di valorizzare non solo il patrimonio del museo ma desidera anche proporre un focus sulla storia locale attraverso la fortuna che lāimmagine delle due torri ha conosciuto nella produzione numismatica, in una fase storica di particolare attenzione per la tutela e la conservazione dei due monumenti che coinvolge anche i Musei Civici.
Asinelli e Garisenda sono infatti le torri piĆ¹ celebri di Bologna, da molti secoli simbolo identificativo della cittĆ per i suoi abitanti e per i viaggiatori, e oggi per i numerosi turisti che la visitano. Inizialmente tuttavia, quelle che oggi sono gli edifici iconici dello skyline bolognese, si trovavano in un tessuto urbano caratterizzato dalla presenza di oltre 100 torri, oggi in amplissima parte scomparse o celate, superstiti, tra i palazzi del centro storico.
Figure e paesaggi dell’Ottocento alle Collezioni Comunali d’Arte
A cura di Isabella Stancari
21 marzo – 30 giugno 2024
Collezioni Comunali dāArte (Palazzo dāAccursio, Piazza Maggiore 6)
Tel.Ā +39 051 2193998Ā
Info:Ā www.museibologna.it/arteantica
La mostraĀ Figure e paesaggi dell’Ottocento alle Collezioni Comunali d’ArteĀ rientra nell’ampio progetto espositivo diffusoĀ La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915, dedicata alla pittura felsinea dall’etĆ napoleonica alla Grande Guerra, ideata e coordinata dal Settore Musei Civici Bologna attraverso il Museo civico del Risorgimento, a cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari.
I dipinti esposti rientrano in due tematiche principali. La prima ĆØ dedicata allāAccademia delle Belle Arti, luogo di formazione di quasi tutti gli artisti locali e promotore di due concorsi artistici nazionali, il Curlandese e il Baruzzi, la seconda affronta il paesaggio, con numerose opere inedite. Oltre alle opere in mostra si possono ammirare nel percorso museale i due ampi saloni dedicati in permanenza a Pelagio Palagi, il piĆ¹ importante pennello neoclassico locale, la cui carriera internazionale come pittore, architetto, decoratore d’interni, scultore e disegnatore di arredi si concluse a Torino come artista della corte Savoia di re Carlo Alberto.
Un ritratto di Pompeo Batoni (1708 – 1787) dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid
A cura di Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Negretti
Fino al 7 aprile 2024
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44)
Tel.Ā +39 051 236708
Info:Ā www.museibologna.it/arteantica
Un celebre protagonista della pittura europea del Settecento arriva per la prima volta a Bologna: si tratta diĀ Pompeo Girolamo BatoniĀ (Lucca, 1708 – Roma, 1787), di cui ilĀ Museo Civico dāArte Industriale e Galleria Davia BargelliniĀ espone,Ā fino al 7 aprile 2024, ilĀ Ritratto dellaĀ contessa Maria Benedetta di San MartinoĀ proveniente dalĀ Museo Nacional Thyssen-BornemiszaĀ di Madrid.
La prestigiosa opportunitĆ Ā espositiva, a cura diĀ Mark Gregory DāApuzzoĀ eĀ Ilaria Negretti, si inserisce nellāambito della rassegnaĀ OspitiĀ promossa fin dal 1996 dai Musei Civici dāArte Antica di Bologna come attivitĆ di valorizzazione del patrimonio e sviluppo delle relazioni scientifiche con istituzioni museali italiane e internazionali, attraverso lo scambio di opere attivato in occasione di prestiti per esposizioni temporanee.
Considerato il ritrattista piĆ¹ ricercato nellāEuropa del XVIII secolo per la sua arte innovativa e originale, anche nella piĆ¹ convenzionale ritrattistica ufficiale Batoni sa raggiungere risultati stupefacenti e sofisticati per qualitĆ esecutiva e accostamenti cromatici. Ne ĆØ esempio ilĀ dipinto presentato a BolognaĀ – firmato sul bordo del tavolo e datato 1785 – che appartiene alla tarda produzione del pittore e ne incarna a pieno lāideale di grazia e delicata eleganza espressa nella resa delle figure femminili.
LāIncredulitĆ di San Tommaso di Gaetano Serra Zanetti: due versioni a confronto
A cura di Mark Gregory DāApuzzo
21 marzo – 30 giugno 2024
Museo Civico dāArte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44)
Tel.Ā +39 051 236708
Info:Ā www.museibologna.it/arteantica
La mostraĀ L’IncredulitĆ di San Tommaso di Gaetano Serra Zanetti: due versioni a confrontoĀ rientra nell’ampio progetto espositivo diffusoĀ La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915, dedicata alla pittura felsinea dall’etĆ napoleonica alla Grande Guerra,
ideata e coordinata dal Settore Musei Civici Bologna attraverso il Museo civico del Risorgimento, a cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari.
Promossa dai Musei Civici dāArte Antica del Settore Musei Civici d’Arte Antica, in collaborazione con La Quadreria di ASP CittĆ di Bologna, l’iniziativa espositiva al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini presenta due versioni dellāIncredulitĆ di San TommasoĀ realizzateĀ daĀ Gaetano Serra ZanettiĀ (Bologna, 1807 – ivi, 1862)Ā abitualmente conservate nei depositi e dunque non accessibili al pubblico. La mostra offre quindi lāopportunitĆ di conoscereĀ de visuĀ due opere significative nel percorso del pittore, che fu tra i protagonisti dellāOttocento bolognese, piĆ¹ volte gratificato da premi e riconoscimenti.
Lungo il percorso del museo sono inoltre segnalati alcuni paesaggi ottocenteschi di etĆ romantica esposti in permanenza: il delizioso quadrettoĀ La scalinata di Giuseppe Termanini e alcuni dipinti di Giacomo Savini, entrambi allievi del pittore e scenografo Vincenzo Martinelli, esponente di spicco del paesaggismo bolognese della seconda metĆ del Settecento.
Ludovica Carbotta. Very Well, on My Own
A cura di Lorenzo Balbi con l’assistenza curatoriale di Sabrina SamorƬ
Fino al 5 maggio 2024
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14)
Tel.Ā +39 051 6496611
Info:Ā www.mambo-bologna.org
Ludovica Carbotta. Very Well, on My OwnĀ ĆØ unĀ progetto realizzato grazie al sostegno dellaĀ Direzione Generale CreativitĆ Contemporanea del Ministero della CulturaĀ nellāambito diĀ ItalianĀ CouncilĀ (11a edizione, 2022), il programma di promozione internazionale dellāarte contemporaneaĀ italiana.
La prima mostra antologica dedicata in Italia allāartista Ludovica Carbotta (Torino, 1982) in Italia prende avvio da una ricerca sullāindividualitĆ e sul rapporto con lo spazio pubblico nellāaccezione tangibile di cittĆ e, in quella astratta e infrastrutturale, di istituzione.
Il titoloĀ Very Well, on My OwnĀ rimanda a una specifica idea di privacy e individualitĆ in cui ognuno cerca riparo per far fronte alle ingerenze del mondo esterno e della propria psiche. In un mondo caratterizzato da una sovra-esposizione delle nostre soggettivitĆ , quotidianamente associate ai concetti di āprestazioneā e āvisibilitĆ ā, lāesposizione suggerisce una diversa postura in cui la persona e la sua cura diventano generativi sia sul piano soggettivo che collettivo.
Durante il suo percorso artistico, Ludovica Carbotta ha osservato il modo in cui le cittĆ definiscono il nostro campo dāazione eseguendo lei stessa veri e propri esercizi fisici con il tentativo di destabilizzare la prossemica comune dellāabitante e di disegnare nuove coreografie del corpo allāinterno dellāambiente cittadino. Tale indagine ĆØ stata ampliata, nel corso degli anni, su un piano immaginario e narrativo articolandosi in sistemi complessi di opere che prefigurano immagini distopiche e futuristiche del tessuto urbano e che pongono una riflessione sulle potenzialitĆ e i rischi di una radicalizzazione dellāindividualitĆ allāinterno della societĆ .
Lynda Benglis e Properzia deā Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno
A cura di Lorenzo Balbi con l’assistenza curatoriale di Giulia Pezzoli
Fino al 26 maggio 2024
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14)
Tel.Ā +39 051 6496611
Info:Ā www.mambo-bologna.org
LāesposizioneĀ Lynda Benglis e Properzia deā Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegnoĀ propone un dialogo inedito traĀ Properzia deā RossiĀ (Bologna, 1490 circa – 1530), considerata la prima donna scultrice nella storia dell’arte nonchĆ© unica donna ad avere una biografia all’interno delle Vite di Giorgio Vasari, eĀ Lynda BenglisĀ (Lake Charles, Louisiana, 1941), una delle massime protagoniste dellāarte contemporanea internazionale. Appartenenti a epoche e culture lontane tra loro, le due artiste, entrambe virtuose del medium scultoreo, sono accomunate dall’ambizione di affermare la propria individualitĆ creativa in contesti ostili o difficilmente accessibili alle donne.
Dalla produzione artistica dellāartista bolognese viene esposto lo stemma nobiliare della famiglia Grassi con aquila bicipite, in filigrana d’argento con noccioli di frutta intagliati, proveniente dal Museo Civico Medievale di Bologna e appositamente restaurato per questa occasione espositiva, e una riproduzione in 3D della formella in marmo, prodotta anchāessa per la mostra, rappresentante l’episodio biblico di Giuseppe e la moglie di Putifarre, realizzata per il portale della Basilica di San Petronio e conservata allāinterno del suo Museo diocesano. Entrambe le opereĀ sono descritte e attribuite da Giorgio Vasari a Properzia deā Rossi nelle Vite, primo testo critico di storia dellāarte a sua volta presente in mostra attraverso le due preziose edizioni del 1568 conservate presso la Biblioteca comunale dellāArchiginnasio di Bologna.
Dalla produzione artistica di Lynda Benglis, lāesposizione presenta sette sculture in marmo, realizzate dal 2015 al 2021, provenienti da Thomas Brambilla Gallery di Bergamo e da collezioni private ubicate nellāarea metropolitana di Bologna.
Mary Ellen Bartley: MORANDI’S BOOKS
A cura di Alessia Masi
Fino al 7 luglio 2024
Museo Morandi (via Don Giovanni Minzoni 14)
Tel.Ā +39 051 6496611
Info:Ā www.mambo-bologna.org/museomorandi
Le fotografie dellāartista americanaĀ Mary Ellen Bartley, da sempre interessata ad esplorare le qualitĆ formali e tattili dei libri, sono il risultato di una sua residenza a Bologna nel 2020 quando, dopo aver visitato lo studio e la casa di Morandi, ha realizzato il progettoĀ Morandiās Books, una serie fotografica di sue personali composizioni costruite con i libri appartenuti a Morandi, oggi conservati nella casa-museo di via Fondazza. I volumi su Corot, Ingres, Piero della Francesca, Rembrandt, CĆ©zanne, ossia i maestri del maestro bolognese, sono diventati, nelle mani di Bartley, i muti interlocutori delle sue ānature morteā, convivendo, talvolta, a fianco di oggetti e scatole di latta sottratti alla polvere dello studio dellāartista e pronti a riprendere vita e a ritrovare uno spazio, quello della foto, che restituisce loro una misurata dignitĆ estetica oltre che una valenza formale.
Nel suo approccio metodologico, Bartley ha rispettato aspetti come la luce, i colori e la geometria tanto cari a Morandi, per trasmettere e sottolineare quei valori di semplicitĆ , silenzio, pace, ordine, meditazione e riflessione, valori sempre piĆ¹ precari nel tessuto sociale contemporaneo. Due artisti distanti nel tempo e diversi nellāutilizzo dei mezzi artistici, ma uniti dalla ricerca dellāessenza e dallāattenzione verso le semplici cose.
La mostra si inserisce nel solco di una pratica collaudata ormai da anni dal Museo Morandi: creare relazioni tra l’opera degli artisti contemporanei e quella del maestro bolognese, al fine di gettare nuova luce sulla reale portata culturale del suo lavoro e riaffermare il suo ruolo di primo piano nellāimmaginario culturale globale, nonchĆ© la sua influenza sulla cultura visiva internazionale.
Morandi metafisico. Tre disegni. Una storia
A cura di Lorenza Selleri
Fino al 5 maggio 2024
Casa Morandi (via Fondazza 36)
Tel.Ā +39 300150 / 6496611
Info:Ā www.mambo-bologna.org/museomorandi
Le opere di Giorgio Morandi in cui si puĆ² percepire una vicinanza stilistica a quelle dei principali esponenti della Metafisica sono 21 (comprendendo anche quelle oscillanti tra Metafisica e “Valori Plastici”) e sono prevalentemente dipinti ad olio. Queste tele si conservano per lo piĆ¹ in alcuni dei piĆ¹ importanti musei italiani (quella appartenuta a Roberto Longhi venne purtroppo trafugata nel 1981 e ad oggi non ĆØ stata ancora ritrovata).
IlĀ Museo MorandiĀ possiede tre disegni che, pur essendo cronologicamente successivi a quel solo anno (estate 1918 – tardo autunno 1919) in cui Morandi si avvicina alla Metafisica, possono a pieno titolo appartenere a quel gusto. Questi rari e preziosi fogli, infatti, tracciati a inchiostro raffigurano rispettivamente due nature morte metafisiche di impianto analogo a quello dei dipinti che si conservano alla Pinacoteca di Brera (Natura morta, 1919 -V.43 eĀ Natura morta, 1919 – V.44) e un vaso di fiori che invece richiama il dipinto di collezione privata (Fiori, 1920 – V.56) emblematico della successiva stagione dei “Valori Plastici”. I tre disegni, in realtĆ , risalgono tutti a quel periodo, come si evince dalla carta su cui sono stati schizzati seppur con una precisione quasi descrittiva. Morandi ha utilizzato infatti il verso di cedole librarie della celebre casa editrice d’arte “Valori Plastici” fondata nel 1918 dall’artista ed editore Mario Broglio. I fogli provengono, non a caso, dal fondo archivistico della rivista romana e, andati in asta a Roma nell’ aprile del 1999, sono stati acquistati dal Comune di Bologna arricchendo cosƬ la collezione del Museo Morandi.
Il focus nasce con l’intenzione di documentare questa breve parentesi del percorso artistico morandiano accostando ai disegni, i modelli che servirono a Morandi per le sue opere metafisiche e un apparato documentario di lettere, testi e fotografie.
Vespa Club. Una piccola grande storia su due ruote
Prorogata fino al 30 giugno 2024
Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123)
Tel.Ā +39 6356611
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale
Vespa Club Bologna. Una piccola grande storia su due ruoteĀ ĆØĀ un focus espositivo dedicato al mito della Vespa, icona del motociclismo italiano nel mondo, nato dalla collaborazione del Museo del Patrimonio Industriale con il Vespa Club Bologna.
Lāallestimento, realizzato nel piano intermedio del percorso di visita, accanto allāesposizione di un importante nucleo di 18 motociclette prodotte dalla casa bolognese M. M. recentemente concesse in comodato al museo.
La Vespa ha lasciato un’impronta significativa nella storia dei trasporti, nell’immaginario collettivo, nell’arte e nel cinema non solo italiani. Raccontare il primo marchio globale della mobilitĆ al Museo del Patrimonio Industriale, le cui collezioni permanenti documentano le eccellenze produttive bolognesi anche in ambito motoristico e meccanico, consolida, ancora una volta, i rapporti tra lāistituzione museale, il mondo del collezionismo, i club e lāassociazionismo in un territorio simbolo della Motor Valley emiliano-romagnola nota a livello mondiale.
La storia di questo scooter ĆØ legata in modo significativo a Bologna, non solo perchĆ© in questa cittĆ ĆØ nato uno dei primi Club per gli amanti di questo mezzo ma perchĆ© tra il 20 e 21 maggio 1950 si tenne in Piazza Maggiore il primo raduno internazionale della storia vespistica che richiamĆ² circa 5.000 vespisti provenienti da Italia, Austria, Francia, Germania e Svizzera.Ā Risale allāanno precedente, il 1949, la nascita ufficiale del Vespa Club Bologna, tra le prime organizzazioni italiane ad aver compreso le potenzialitĆ innovative del veicolo, in una cittĆ dalla tradizione motociclistica molto solida in cui operavano aziende storiche come M.M. e C.M e dove stavano prendendo avvio nuove realtĆ come Moto Morini, F.B. Mondial e Ducati.
Il Club ĆØ da subito attivo sia nelle manifestazioni sportive sia nelle rievocazioni locali e nazionali. I suoi associati, oltre 600, sono da tempo impegnati nello studio della storia del marchio garantendo il restauro e la conservazione dei pezzi che oggi, per la prima volta in contemporanea, vengono esposti al Museo del Patrimonio Industriale.Ā I modelli visibili in mostra sono 7.
La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915
A cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari
21 marzo – 30 giugno 2024
Museo civico del Risorgimento (Piazza Giosue Carducci 5)
Tel.Ā + 39 051 2196520
Info: www.museibologna.it/risorgimento
Al Museo civico del Risorgimento ĆØ allestita la sezioneĀ da cui prende il titolo ilĀ progetto espositivo diffusoĀ La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915, dedicata alla pittura felsinea dall’etĆ napoleonica alla Grande Guerra,Ā ideata e coordinata dal Settore Musei Civici Bologna attraverso il Museo civico del Risorgimento, a cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari.
Tra le opere ispirate ai temi risorgimentali si segnala uno dei capolavori della ritrattistica ottocentesca, ilĀ Ritratto di Giovan Maria Damiani in uniforme delle Guide GaribaldineĀ (1872)Ā di Antonio Puccinelli, appartenente alla collezione dello stesso museo eĀ raramente esposto.Ā Lāiconica opera ĆØ affiancata dalle opere I fatti di Savigno (Passaggio delle truppe pontificie) di Ferdinando Fontana e dal modelletto preparatorio, in collezione privata, della omonima grandiosa tela di Carlo Arienti La cacciata dell’imperatore Barbarossa da Alessandria,Ā volutaĀ dal reĀ Carlo Alberto in chiave antiaustriaca.
Grazie alle opere delle collezioni storiche del MAMbo viene inoltre ripercorso il tema del soggetto storico, tanto caro alla cultura artistica di metĆ Ottocento, con le opere La morte di ZerbinoĀ (1851) del pittore di figura Ippolito Bonaveri eĀ Io mi sedeva in parteā¦Ā (1873) di Alfonso Savini, mentre il genere del paesaggio bolognese ĆØ rappresentato dalle vedute neoclassiche di Giacomo Savini, di etĆ romantica con Ottavio Campedelli e del primo Novecento con Augusto Majani āNasicaā.
Oltre alle cinque piccole opere inedite di Giulio Cesare Ferrari, ritrovate da Isabella Stancari durante il lavoro di ricerca confluito nel Bollettino 2020/2022 del Museo civico del Risorgimento, notevole ĆØ inoltre il nucleo di quattro tele dipinte da Alessandro Guardassoni, che si ricollegano idealmente alla mostra monografica visibile nella sede della Fondazione Gualandi a favori dei sordi. Il capolavoro giovanile del pittore bolognese Anna Bolena forsennata, vincitore del piccolo premio Pittura al Concorso Curlandese del 1843 e proveniente dai depositi del MAMbo – Museo dāArte Moderna di Bologna, ĆØ esposto insieme a tre opere inedite da collezioni private che testimoniano il lato piĆ¹ sperimentale dellāartista. Si tratta del Giardiniere che annaffia una pianta e due particolari vedute di giardini, eseguite a tempera e chine sui toni del grigio, che mostrano la rielaborazione del reale sulla base di fotografie. Per la delicata eleganza si distingue, infine, uno dei rari di ritratti Luigi Serra, Ritratto di signora (Enrica Merlani) eseguito nel 1888, anno della prematura scomparsa del pittore.
FONTE: Ufficio Stampa Bologna Musei.