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“Danza in Maggio: Performance da non Perdere”

Esplorando la Creatività e l’Unicità nell’Arte della Danza.

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Rua da saudade – Foto di Andrea Macchia

Le performance prodotte da Körper, Centro Nazionale di Produzione della Danza continueranno a circuitare durante tutto il mese di maggio nell’ambito di numerosi festival distribuiti su tutto il territorio nazionale. Venerdì 3 maggio (ore 20:45) al Festival Danza in Rete di Vicenza andrà in scena Rua Da Saudade, performance del coreografo napoletano Adriano Bolognino che guarda al passato senza dimenticare il presente, un’altalena sorprendente di immagini ispirate alla poetica di Fernando Pessoa;  nello stesso mese il coreografo presenterà a Torino la performance Come Neve, nell’ambito di Interplay 2024 (giovedì 23 maggio, Arena della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani).  A Vicenza sarà presentato anche Shoes on della coreografa Luna Cenere (sabato 4 maggio, ore 21:00), un’indagine architettonica sul corpo che, nell’attraversamento di diversi registri, mostra le potenzialità e la sensibilità creativa della nudità: solo due paia di scarpe vestono i corpi dei performer, diventando ulteriore soggetto della scena.

Il Teatro Mengoni di Magione di Perugia (domenica 5 maggio 2024, ore 19:45) ospiterà Kokoro, un altro progetto artistico di Luna Cenere, questa volta ispirato all’omonima parola giapponese che equivale al nostro essere interiore e che letteralmente abbraccia i concetti di mente e cuore; una versione inedita e site specific del lavoro sarà poi presentata in occasione del Festival Azioni in Danza presso la Chiesa di S. Antonio di Barletta (domenica 11 maggio, ore 21:00).

La circuitazione prosegue con Fragili Film/Solo agli specchi, le due performance prodotte da Körper del progetto RIC.CI/Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ‘80/’90, diretto dalla critica e docente Marinella Guatterini; il progetto intende dare risalto alla memoria della danza contemporanea italiana dall’inizio degli anni Ottanta sino alla fine dei Novanta e a tal proposito saranno rimessi in scena due lavori della coreografa e artista visiva Marianna Troise;  la performance sarà ospitata dal Teatro Alighieri di Ravenna, martedì 21 maggio (ore 21:00) in occasione del Ravenna Festival. Gli appuntamenti di maggio si concludono con l’anteprima di Vanitas, progetto collettivo degli artisti Giovanfrancesco Giannini, Roberta Racis e Fabio Novembrini sulle declinazioni contemporanee della vanità; lo spettacolo sarà in scena lunedì 27 maggio a Castrovillari (ore 19:30) per Primavera dei Teatri 2024.

Adriano Bolognino, danzatore napoletano vincitore nel 2022 del premio Danza&Danza come coreografo emergente, sarà uno dei protagonisti del Festival Danza in Rete di Vicenza con la performance Rua Da Saudade (3 maggio, Teatro Comunale Città di Vicenza – ore 20:45). Bolognino approfondisce la poetica di Fernando Pessoa e la sua grande creazione estetica: l’invenzione degli eteronimi. Ispirandosi, quindi, alle quattro principali personalità letterarie dello scrittore portoghese, quattro danzatrici interpreteranno diversi eteronimi dotati di autonoma identità; ognuna di loro avverte ed esplora la propria e intima forma di Saudade, mettendola poi in relazione a quella delle altre. Il coreografo presenterà inoltre la performance Come Neve in occasione di Interplay 2024, presso l’Arena della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino (Giovedì 23 maggio, ore 22:00). Come neve parte dall’immagine della neve osservata dagli occhi di un bambino e prosegue verso il ricordo e il senso di benessere, protezione e comunità che ne scaturisce; prima di iniziare a lavorare con i corpi delle danzatrici (Rosaria Di Maro e Noemi Caricchia), crea un ambiente che rispecchi già l’idea della creazione, a cominciare dai loro abiti. Viene dunque coinvolto “Il club dell’uncinetto”, un gruppo di donne che, durante la pandemia, si è ritrovato per reinventarsi, riscoprendo un’arte e trasformandola in un nuovo lavoro.

La programmazione del festival di Vicenza ospiterà anche la performer e coreografa Luna Cenere con il suo Shoes on, un archivio di gesti e movimenti che dalle forme più ancestrali evolve fino a posture proprie dell’atletica o della danza (4 maggio, Teatro Comunale Città di Vicenza – ore 21:00). Ispirata dalla corrente surrealista e dalle immagini di autori come Ren Hang, Eveline Bencicova e il fotografo Adey, Luna Cenere prosegue la sua ricerca approfondendo i temi del corpo, la postura – prevalentemente di spalle dei soggetti – e il gesto. Appaiono paesaggi fatti di corpi che sottendono significati nascosti, partiture che svelano la natura simbolica e non solo antropomorfica del nostro essere corpo.

Domenica 5 maggio la coreografa Luna Cenere sarà inoltre protagonista dello spettacolo Kokoro, assolo che si configura come ricerca personale dell’unicità dell’essere (Teatro Mengoni di Magione – Perugia, domenica 5 maggio 2024 – ore 19:45). Il percorso interiore diventa percorso fisico nello spazio, ed è lì che il corpo nudo, attraverso la sua esposizione e specifica architettura, si trasfigura e diviene veicolo poetico. La carne è l’abito di cui si veste la danzatrice ed è l’elemento drammaturgico che più esprime la direzione artistica del lavoro. La performance verrà presentata anche l’11 maggio (ore 21:00) in occasione del Festival Azioni in Danza, in una versione appositamente realizzata per gli spazi della Chiesa di S. Antonio di Barletta.

Fra le novità degli ultimi mesi anche la collaborazione con il Progetto RIC.CI – Reconstruction italian contemporary choreography anni ‘80-’90, ideato da Marinella Guatterini, critica della danza e docente alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano. Nato da un osservatorio a carattere internazionale, il progetto intende recuperare la memoria della danza contemporanea italiana dall’inizio degli anni Ottanta sino alla fine dei Novanta, un capitolo del nostro passato artistico pressoché dimenticato, che ingloba al suo interno i germi di una creatività tutta italiana sorprendentemente originale. Il progetto intende valorizzare e portare nuovamente sulla scena Fragili Film e Solo Agli Specchi, performance della coreografa e artista visiva Marianna Troise, prodotte da Körper, Centro Nazionale di Produzione della Danza e coprodotte dal Campania Teatro Festival; i lavori saranno in scena al Teatro Alighieri di Ravenna, il 21 maggio alle 21:00 nell’ambito del Festival di Ravenna.

La ricostruzione coreografica e il riallestimento del lavoro (curato da Körper) si sviluppa su due livelli, due zone di intervento speculari: da un lato ciò che è già accaduto e si è manifestato agli occhi degli spettatori, dall’altro la ripetizione di una unicità che può essere riproposta attraverso varie chiavi di lettura. Nel gioco dei contrasti tra il prima e il dopo, il dentro e il fuori, il pieno e il vuoto, Marianna Troise propone una nuova messa in scena delle progettualità del passato, rappresentando due momenti cruciali del suo percorso. Fragili film si ispira alle parole della poetessa Milli Graffi, parole rimodulate, quasi rubate per restituire la propria visione dell’altrove: il “deserto” della pagina bianca di Milli – afferma la Troise – diventa il deserto del mio spazio vuoto; ma “andando a vedere”, i deserti vivono nei nostri segni, sottratti all’accesso di senso. Il gioco dello specchio continua, più intrigante che mai; oggi non è più solo il mio riflesso che vedo, ma le sue parole saccheggiate che mi ritornano (in)contro, cariche del mio gesto, aggredite dalla mia esuberanza». Solo Agli Specchi invece è un solo dedicato al suo amatissimo marito Gianni Pisani, maestro della pittura napoletana e noto artista visivo.

Il collettivo degli artisti Giovanfrancesco Giannini, Roberta Racis e Fabio Novembrini chiude la tournée del mese di maggio con Vanitas, presentato in anteprima a Primavera dei Teatri 2024 (27 maggio a Castrovillari – ore 19:30). Il lavoro è pensato come una partitura multimediale che coinvolge tre performer, i quali realizzano live una serie di video che vengono proiettati. Le azioni filmate interagiscono con l’azione dal vivo componendo e disfacendo una serie di immagini in cui echi di forme ed iconografie del passato interagiscono con i meccanismi di auto-fiction e di costruzione identitaria dei social network.

FONTE: Ufficio Stampa Theatron 2.0

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