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European Film Awards

Cerimonia per il Miglior Film Europeo dell'Anno.

ViPresentoToniErdmann_SandraHuller_PeterSimonischekSi è tenuta sabato 10 dicembre a Wroclaw, in Polonia, la cerimonia di premiazione degli European Film Awards, come si suol dire, gli “Oscar europei”, giunti alla loro 29esima edizione, molte delle quali si sono tenute a Berlino, ma anche in forma itinerante in tante altre città europee. L’Italia è la nazione che più spesso ha vinto (con Gianni Amelio, Nanni Moretti, Paolo Sorrentino, etc. ) il premio più prestigioso, quello per il ‘Miglior Film Europeo dell’Anno”. Lo scorso anno aveva vinto proprio Sorrentino con il suo “Youth – La giovinezza”, che pure era stato quasi ignorato in concorso a Cannes e ai nostrani David di Donatello, forse perché era troppo difficile uscire con un film subito dopo aver vinto l’Oscar con “La grande bellezza” nel 2014. Quest’anno, un film tedesco ha trionfato letteralmente, conquistando cinque statuette su cinque nominations, e tutte nelle sezioni più importanti. Il film si intitola “Vi presento Toni Erdmann”, ed uscirà nei cinema italiani il 23 febbraio 2017, a meno che la società distributrice per l’Italia, la “Cinema” di Valerio De Paolis, sulla scia del trionfo di sabato scorso, non decida di anticiparne l’uscita. “Vi presento Toni Erdmann” (titolo originale “Toni Erdmann”) si è aggiudicato i seguenti premi: ‘Miglior Film’, ‘Miglior Regia’ (Maren Ade), ‘Miglior Sceneggiatura’ (Maren Ade), ‘Miglior Attore’ (Peter Simonischek) e ‘Miglior Attrice’ (Sandra Huller), e questo en-plein è quasi senza precedenti. Aumenta, e di molto, la curiosità di vedere questo film in Italia dal prossimo febbraio, come detto. Già vincitore del ‘Premio Lux 2016’ e vincitore del ‘Premio Fipresci’ al Festival di Cannes, questo è anche il film candidato dalla Germania per gli Oscar. Si tratta di una deliziosa e sorprendente commedia che racconta il complicato ma tenero rapporto di una giovane donna manager, dedita solo al successo ed alla carriera, con l’eccentrico padre, che fa di tutto per farle tornare il senso dell’umorismo e la leggerezza della vita. Quando un certo Winfried irrompe nella vita tranquilla ed ordinata della figlia Ines, domandandole semplicemente “Sei felice?”, la sua incapacità di rispondere segna l’inizio di un profondo sconvolgimento. Il padre, per aiutarla a ritrovare se stessa, decide così di inventare il curioso personaggio di Toni Erdmann. Il resto, è tutto da scoprire tra poco più di due mesi nei cinema italiani. Gli European Film Awards (EFA) sono assegnati annualmente dal 1988 dalla European Film Academy per celebrare l’eccellenza della produzione cinematografica europea. La prima cerimonia si tenne nel 1988 nell’allora Berlino Ovest. Tra i padri di questo ‘Oscar europeo’, Ingmar Bergman e Wim Wenders. Le edizioni successive si tennero a Parigi, a Glasgow e successivamente a Berlino, tornata unita dopo la caduta del ‘Muro’, sede principale della cerimonia degli EFA, alternandosi di tanto in tanto con altre città europee in una parziale scelta itinerante in vari Paesi europei. Attualmente l’European Film Academy conta più di duemilasettecento membri e gli European Film Awards sono diventati uno dei maggiori avvenimenti cinematografici internazionali, con una cerimonia che viene trasmessa in Europa da oltre venti canali televisivi, con la colpevole assenza dell’Italia. Tornando ai premi consegnati sabato scorso, menzionati quelli più importanti, tutti appannaggio del film tedesco diretto da Maren Ade, va aggiunto che il premio alla ‘Migliore Rivelazione’ è andato al film finlandese “Hymyileva mies” di Juho Kuosmanen, il ‘Miglior Film di Animazione’ (genere che conosciamo come quasi esclusiva statunitense, ma che così non è) è risultato essere “Ma vie de Courgette – La mia vita da Zucchina”, co-produzione franco-elvetica, per la regià di Claude Barras, mentre il ‘Miglior Cortometraggio’ è il toccante “9 Days From My Window in Aleppo”, produzione olandese per la regia di Issa Touma, Thomas Vroege e Floor van der Meulen. Il ‘Premio alla Carriera’ è stato assegnato allo sceneggiatore francese Jean-Claude Carrière. Il ‘Premio del Pubblico’ è andato ad un film polacco, “Cialo”, della regista Malgorzata Szumowska. In questa edizione degli EFA c’era meno Italia del solito, già nelle nominations, però il nostro Paese non è uscito a mani vuote. Difatti, “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi si è aggiudicato il premio per il ‘Miglior Documentario’, mentre Valeria Bruni Tedeschi si è dovuta accontentare della pur prestigiosa nomination per la ‘Miglior Attrice’ per “La pazza gioia”.

 

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