Fotografare lāanima attraverso un ritratto, ĆØ un processo di una complessitĆ estrema. Dietro lāobbiettivo, il fotografo, con la sua sensibilitĆ , passioni e punti di vista; difronte il soggetto, lāanima da cogliere.
CosƬ ĆØ per il vino. Una bottiglia racchiude un territorio, la coscienza di chi lo fa: lāanima del mondo intero e la connessione con lāuniverso. La comprensione ĆØ il primo passo verso lāemozione, il multiforme modo di sentire che presuppone il necessario modo di conoscere un vino fin dalle sue radici e il nutrimento dalla terra.
Abbiamo bisogno, di sogni concreti, oggi. Abbiamo bisogno di un mondo quasi nuovo, nuove prospettive, nuovi punti di vista, nuove connessioni; un ambiente migliore, pulito di cui avere fiducia. La tenuta di Avignonesi sa raccontare la storia del suo territorio, attraverso unāavventura nata nel 2009, grazie a Virginie Saverys, che stravolge la dinamica aziendale, improntandola con la sua stessa filosofia di vita: un vino privo di chimica, dalla vigna alla vinificazione. Per lei non conta tanto fare un buon vino, quanto lavorare in sinergia con il territorio. Avignonesi ĆØ gestita come una realtĆ fuori da questo mondo, in un certo senso lo anticipa, anticipa i tempi. Tutto si amalgama come fosse un microcosmo in cui le radici affondano nellāancestrale relazione terra, cielo, mani dellāuomo che lavorano con il tempo; una sinergia concreta, una terra viva. La natura ĆØ sovrana e lāuomo la ascolta, la asseconda, ne studia i venti e le stagioni, il terreno, lei risponde attraverso le viti, negli anni; il vino ne diviene espressione, come un tramonto che riverbera in cielo i colori e lāintensitĆ del territorio, lāintimitĆ del giorno.
Verso sud il lago di Montepulciano, al quale guardano le vigne intorno al corpo centrale dellāazienda, gli edifici dellāacetaia, della barricaia, dove sonnecchia lāOcchio di Pernice, dove appassiscono le uve stese sui graticci.
Avignonesi ĆØ un microcosmo in cui lāinterazione dellāuomo con la vigna, e di conseguenza, con il vino, porta ad un rispetto totale della natura. Ogni vigna ha il suo microclima perfetto che da vita a vini unici per qualitĆ , personalitĆ ed espressione.
Nascono cosƬ Oceano, La Banditella, Caprile, Le Grandi Annate, Desiderio, il Nobile di Montepulciano.
Ć sempre il Sangiovese che parla, in modo particolare nel Nobile, espressione del territorio, espressione di personalitĆ complesse che sanno dare vita ad emozioni.
La ricerca si rivolge soprattutto alla capacitĆ di accogliere le singole espressioni dei vigneti, ogni parcella un Sangiovese. Sembra quasi una piccola Borgogna, dove le parcelle vengono vinificate singolarmente, perchĆ© solo in quella piccola parte lāunicitĆ sa riconoscersi.
In questa ottica La Grande Annata non ĆØ piĆ¹ un Nobile, ma diviene un Supertuscan, IGT Toscana, con quel legame sanguigno tra territorio e Sangiovese. Beviamo un vino mantenendo i piedi in vigna.
La Badelle ĆØ una delle vigne piĆ¹ belle, tra appennino e Monte Amiata, in cui le forti escursioni termiche e lāumiditĆ del lago spesso impongono i tempi della vendemmia. Ecco racchiuso il fascino delle stagioni nelle singole annate.
Sono le vigne, in modo particolare la piĆ¹ vecchia ad avere insegnato allāuomo i ritmi, i tempi, le complessitĆ e soprattutto il rispetto. Il Sangiovese di Avignonesi, diviene il sangue, lāespressione, il valore di un vigneto che invecchia, che sa riconoscere le intemperie e le avversitĆ delle stagioni ed ha imparato a difendersene, a reagire con unāintelligenza che ormai noi uomini supertecnologici di una nuova era, non sappiamo piĆ¹ riconoscere. Lāesperienza del vigneto diviene saggezza antica, memoria, e materia da cui attingere linfa vitale, diviene ricordo che stilla in ogni sorso.
Non piĆ¹ solo fattori geografici, climatici, storici, umani, ma un vino che nasce prima di tutto dalla terra piĆ¹ che dalla vigna.