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‘Sulle ali di cristallo’, libro di Chiara Bettega e Aldo Martina

Tra romanzo e saggio divulgativo, una storia di fantasia basata su fatti reali, nelle librerie e nei maggiori bookstore online, tra realtà scientifica ed in...

001-Sulle ali di cristallo_Copertina-pressitaliaMetà romanzo di formazione, metà saggio divulgativo, Sulle ali di cristallo (Edizioni Del Faro, 2022, pagg. 189, € 16,00, ISBN 9788855122719) svela le intenzioni dei suoi autori, i naturalisti Chiara Bettega e Aldo Martina, già dal sottotitolo: Un viaggio fantareale attraverso i cambiamenti climatici. Sfiorando l’ossimoro, il libro offre infatti un resoconto veritiero e suffragato da ricerche e dati scientifici sul riscaldamento globale, in una cornice narrativa che è invece inventata di sana pianta (ancorché ispirata neanche troppo vagamente alle vicende personali e professionali degli stessi autori), frutto di una fantasia che si rispecchia in un abile intreccio tra talento affabulatorio e divulgazione meticolosa. Al centro di questa ardita duplicità – reiterata dal dipanarsi parallelo di un racconto a due voci – campeggiano le vicende di Giada (prima bambina sensibile al fascino della natura e delle sue creature, poi giovane donna impegnata nella loro tutela) e di Nives, giornalista scientifica freelance specializzata in questioni ambientali. La vicenda si svolge nell’arco di diversi anni, principalmente tra le cime dolomitiche e i monti della Cordigliera Cantabrica, in Spagna, dove – nelle varie fasi stagionali che ne caratterizzano le migrazioni – alberga alternativamente il fringuello alpino, quasi un minuscolo “animale totemico”, le cui “ali di cristallo” popolano le suggestioni infantili di Giada e i suoi acquerelli visionari, ma destinato a diventare, nel corso del tempo, missione di una vita (anzi, due) e viatico per una vocazione professionale che, pur rigorosa e concreta, non rinuncia al sogno e alla poesia evocati da una natura le cui virtù ispiratrici restano – malgrado tutto – ancora potenti e inalterate. Ed invitano incessantemente a scoprirla e ri-scoprirla, in un ciclo ininterrotto di meraviglia ed incanto, per quanto oggi incrinato dai segnali evidenti di un degrado che appare a volte inarrestabile o perfino (Dio non voglia!) definitivo.

Non è certo un caso se gli autori, nel tentativo di definire Sulle ali di cristallo, prendono in prestito dal cinema un termine che suggerisce ibridazioni e mescolanze tra vari gradi di realtà e di finzione: secondo loro, questo libro «di fatto è un docufiction, in quanto la narrazione si intreccia con il reportage giornalistico e le parole di autorevoli scienziati, (…) con l’intento di diffondere i risultati di alcuni studi a nostro avviso significativi, fra i tanti disponibili, sul tema degli effetti dei cambiamenti climatici». Un viaggio inventato, quindi, ma verosimile, sull’impoverimento della biodiversità, dove Nives è protagonista della parte più decisamente documentaria, con le sue interviste immaginarie (ma tutte genuinamente basate su fonti esistenti, bibliografiche e non, elencate con scrupolo in appendice) a scienziati reali che indagano, sotto le più diverse latitudini, gli effetti del global warming sull’orso polare, sui coralli, i bombi, le rane, le lepri, e sui rispettivi ecosistemi, mentre spetta a Giada incarnare invece il versante più apertamente romanzesco, costruito sulla sua “educazione sentimentale” alla natura e, via via, sulla sua maturazione come scienziata e attivista. Senza tralasciare alcune forti suggestioni alla Walden – ma al netto dello spiritualismo ottocentesco di Thoreau o di certe sue odierne interpretazioni survivalistiche, più o meno new age – che qui e lì emergono dalla intensa descrizione della vita nei boschi (perfino quelli devastati dalla tempesta Vaia o temporaneamente svuotati dall’elemento umano durante la pandemia), né l’accurata ma non meno affascinante descrizione di alcuni momenti solo in apparenza più “tecnici” della routine di chi fa ricerca sul campo (la cattura e l’inanellamento di alcuni esemplari del fringuello alpino ne è un esempio magistrale) i due diversi “affluenti” narrativi finiscono, più o meno a metà libro, per convergere e fondersi in un unico flusso, quel tanto che basta per far incrociare i destini di Giada e Nives sotto le “ali di cristallo” del piccolo – e qui involontariamente mitico – volatile di montagna, prima di separarsi di nuovo, ma non prima di aver lasciato sulla loro scia una rinnovata e ancor più solida consapevolezza in entrambe le protagoniste.

La stessa consapevolezza che Bettega e Martina, attraverso un’informazione attenta e puntuale ma “rivestita” dal piacere dell’intrattenimento, come quella veicolata appunto dal libro, sperano di condividere con le giovani generazioni, che – come prova il movimento Fridays for Future – dimostrano finalmente di avere un obiettivo comune: «Quello cui stiamo assistendo ora non è l’affermazione di un’ideologia o di una dottrina, è piuttosto una speranza che esprime un bisogno universale: il diritto alla vita, per ogni essere vivente del pianeta, senza alcun limite spazio-temporale. Come il piccolo colibrì che getta l’altrettanto piccola goccia d’acqua sull’incendio: è davvero giunto il momento che ognuno faccia la propria parte, per piccola che possa sembrare…».

Sulle ali di cristallo è dunque a suo modo esso stesso una goccia: un piccolo ma necessario esempio di global warning sul global warming.

Perché è anche così che «ce la possiamo fare».

Presentiamo gli autori del volume.

Chiara Bettega, naturalista e assegnista di ricerca presso il MUSE di Trento, si occupa di studiare gli effetti dei cambiamenti climatici sugli ambienti d’alta quota. Nata e cresciuta in Primiero, ha girovagato per l’Europa occupandosi di rapaci notturni, per poi dedicarsi allo studio del fringuello alpino. Attualmente vive non lontano dalle Piccole Dolomiti vicentine. Oltre a viaggiare e camminare per boschi e montagne, ama parecchie altre cose, tra le quali, naturalmente, scrivere, disegnare e fotografare.

Aldo Martina, naturalista e storyteller ha lavorato per diversi enti in ambito faunistico e nella didattica ambientale. Romano di nascita ma trentino d’adozione, collabora da circa vent’anni con il Parco Naturale “Paneveggio Pale di San Martino”. Ama girovagare, soprattutto nei boschi, con binocolo e macchina fotografica. È autore di “Nella selva oscura. Racconti naturalistici vissuti sul campo” (2018), “Sentieri selvaggi. Un anno in Val Canali, tra Villa Welsperg e le Pale di San Martino” (2019), “NON c’era una volta… – Il mondo animale tra fantasia e realtà: miti, leggende, luoghi comuni e fake news” (2020) e “Animaleschi. Quando il mito incontra la scienza” (2021), tutti pubblicati da Edizioni Del Faro, e di “Cervi e uomini. Un racconto tra esperienza e passione, sulle tracce di un animale unico” (Bertelli Editori, 2019).

Abbiamo intervistato Aldo Martina, in esclusiva per i nostri lettori.

“Sulle ali di cristallo” è il suo ultimo libro, in uscita proprio in questi giorni con le Edizioni Del Faro. Lei scrive di natura e di animali, come d’altronde c’è da aspettarsi da un naturalista; tuttavia, questo mi è sembrato diverso dai precedenti – di cui ci siamo occupati in passato per i nostri lettori – anche perché tratta di un tema molto attuale.
Sì, è così. È diverso dagli altri perché è innanzitutto scritto “a quattro mani”, con Chiara Bettega, anche lei naturalista. Inoltre, il tema è quello delicato e importante dei cambiamenti climatici, o più precisamente, dei loro effetti sulla fauna e sugli ecosistemi, in questo senso è di sicuro molto attuale.

Lo possiamo quindi considerare un saggio?
In realtà ci piace considerarlo come un “docufiction”: ci sono dei protagonisti inventati, come in un romanzo, che si interfacciano con scienziati che esistono veramente e che studiano questi effetti in tutto il mondo, ognuno in base alle proprie competenze. Perciò, si tratta di un’opera inventata, ma basata su risultati scientifici di cui, ovviamente, citiamo i riferimenti bibliografici. Ecco perché lo consideriamo un docufiction piuttosto che un classico romanzo o un saggio.

Ci sono alcuni studi particolari di cui si accenna nel libro e che ci vuole mettere in evidenza?
Certo. Sicuramente il lavoro di Steven Amstrup sull’orso bianco, ma anche quello di Ruth Gates sui coralli e dell’italiano Sandro Lovari sul camoscio appenninico. Questi solo per citarne alcuni, ma si parla anche di farfalle, di lepri, di rane e di altro ancora.

Ma come riescono ad “entrare” tutti questi studiosi nel vostro libro?
Entrano attraverso le due protagoniste principali, Giada e Nives. La prima è una bambina che vediamo crescere nel libro e diventare lei stessa una scienziata; la seconda è una giornalista scientifica che gira il mondo ad intervistare, appunto, gli scienziati che studiano gli effetti dei cambiamenti climatici in natura.

L’argomento è attuale ma è molto complesso, oltre che di estrema importanza. A chi consiglierebbe il vostro libro?
Lo abbiamo scritto in modo tale che possa essere letto e compreso da un’ampia categoria di lettori. Credo che possa essere adatto a tutti, a partire dagli alunni delle scuole. Del resto, è proprio questo il nostro scopo: fare informazione curata e accurata, spiegando in modo scientifico ma semplice un grande tema, probabilmente il più grande di tutti. Aggiungo che tra le pagine ci si ritrova perfino a vivere in alcuni contesti divertenti, e anche questo rispecchia la realtà; noi stessi che l’abbiamo scritto ci siamo divertiti nel farlo e pensiamo di aver trasmesso un po’ di sana e umana leggerezza anche ai vari personaggi.

Anteprima https://www.edizionidelfaro.it/libro/sulle-ali-di-cristallo

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