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Stati Generali Green Economy 2025: Europa, clima e futuro sostenibile

Conclusa a Rimini la due giorni internazionale: confronto globale e sfide urgenti per la transizione ecologica.

image-inRIMINI – Si sono conclusi gli Stati Generali della Green Economy, con un grande successo di pubblico in presenza e online: due giorni con relatrici e relatori dai 5 continenti, per la prima volta una sessione interamente in inglese per analizzare gli scenari globali che vedono protagonisti Europa, Stati Uniti e Cina: i rischi di una retromarcia ambientale, alimentata dalle politiche statunitensi e dalla resistenza di alcuni governi europei nell’attuare pienamente la transizione verde, sono evidenti e vanno arginati.

“Anche quest’anno è stata ampia la partecipazione e l’interesse del mondo delle imprese sugli approfondimenti relativi alla transizione ecologica in tempi di crisi e conflitti” – dichiara Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – “Purtroppo a chiusura di questa due giorni ci arriva un brutto segnale dall’Europa. Il Consiglio Ambiente, se da un lato ha dato una conferma formale al target del 90% di riduzione dei gas serra entro il 2040, dall’altro ha mandato un messaggio negativo: la doppia flessibilità che riduce l’impegno climatico. Una flessibilità che fa contabilizzare nel bilancio delle emissioni fino al 5% degli acquisti per i crediti di carbonio extra Ue e al tempo stesso prevede fino a un 5% di riduzione degli impegni nazionali sul clima (Ndc). Il clima non aspetta, è come il debito pubblico, si accumula, accumula e poi devi ripagare con gli interessi, questa frenata europea aumenta il prezzo da pagare”.

Gli Stati Generali della Green Economy 2025 hanno presentato il report annuale, consultabile anche online su www.statigenerali.org.

Online l’agenda delle sessioni https://www.statigenerali.org/evento-nazionale/evento-2025/

FONTE: Ufficio Stampa Federica Cingolani.

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