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Il Futuro

Presso la Casa del Cinema di Roma, incastonata all’interno di Villa Borghese in un piazzale meritatamente dedicato a Marcello Mastroianni, a poche centinaia di metri da quella Via Veneto resa celebre ed immortale proprio da Mastroianni con il maestro Federico Fellini, si è tenuta la proiezione e la conferenza stampa del film “Il futuro”, di Alicia Scherson.

IL FUTURO (image 2)“Il futuro”, con Rutger Hauer, Manuela Martelli e Nicolas Vaporidis (anche nelle vesti di produttore associato della pellicola), è coprodotto e distribuito dalla società Movimento Film di Mario Mazzarotto, e sarà nelle sale italiane a partire dal 19 settembre, dopo essere stato presentato in concorso al Sundance Film Festival ed a Rotterdam.

“Il futuro” è tratto dal romanzo di Roberto Bolaño “Il Futuro – Un romanzetto lumpen” (Adelphi Editore) ed è il primo ed unico film tratto da un suo romanzo. “Un romanzetto lumpen”, nella nuova edizione italiana “Un romanzetto canaglia”, è uscito in Spagna nel 2002, e solo un anno dopo era in Italia grazie a Sellerio; ora è pubblicato da Adelphi. L’autore del romanzo è un noto scrittore cileno (così come cilena è la sensualissima attrice trentenne Manuela Martelli, di padre italiano e di madre croata, protagonista femminile del film), che ambienta la storia a Roma. Si narra la storia di due fratelli adolescenti (interpretati da Manuela Martelli e Luigi Ciardo) – Bianca e Tomas – che, rimasti orfani improvvisamente a causa di un grave incidente nei pressi di Napoli nel quale sono morti i loro genitori, si addentrano progressivamente in una vita tra crimine e prostituzione spinti da due delinquenti di periferia (Nicolas Vaporidis e Alessandro Giallocosta) che si fingono loro amici. La speranza arriva nella persona di Maciste (il celeberrimo attore Rutger Hauer), ex stella del cinema, soprannominato Maciste proprio per via di alcune sue interpretazioni dei primi anni Sessanta, ormai vecchio, ipovedente e – nonostante tutto – ancora affascinante. Un uomo tutto muscoli e dal cuore grande che sarà in grado di far sentire la ragazza, Bianca, al sicuro e farle vedere quella luce in fondo al tunnel di cui la ragazza ha bisogno per affrontare il futuro. Pensare che Bianca l’aveva avvicinato al solo fine di derubarlo, convinta a ciò dai due giovani delinquenti interpretati da Vaporidis e Giallocosta).

Alicia Scherson, apprezzata regista cilena, molto nota in Sudamerica e non solo, anche grazie a film come “Play” (2005), ha diretto un cast internazionale; come detto, vi sono Rutger Hauer (“Blade Runner”, “Ladyhawke”, “La leggenda del santo bevitore”), il nostro Nicolas Vaporidis (“Notte prima degli esami”, “Come tu mi vuoi”, “Femmine contro maschi”), la citata Manuela Martelli (già protagonista di “Sonetaula” di Salvatore Mereu), ed il giovane italiano Luigi Ciardo (“L’estate di Martino”).

Dichiara la regista Alicia Scherson: “Questo film può essere visto come una nuova puntata nella saga di Maciste, dove la ragazza inerme alla fine sarà, come sempre, salvata. Questa volta però la ragazza dovrà trovare la via della salvezza da sola, dovrà abbandonare il suo eroe, scomparire e prepararsi per una nuova avventura. È anche un film sull’Europa moderna, caotica e apocalittica, vista dagli occhi di una famiglia di immigranti che al momento del bisogno non hanno nessuno su cui contare”.

“Il futuro” (“The future”, per il mercato cinematografico internazionale) batte bandiera italiana, non solo perché è stato girato a Roma, ma soprattutto perché è frutto di una coproduzione tra Italia, Cile, Germania e Spagna.

“Il film è nato da una proposta del produttore cileno che cercava di realizzarlo in Cile, ma fin da subito è stato chiaro che andava girato a Roma, luogo naturale del racconto di Roberto Bolaño”, dichiara il produttore e distributore italiano Mario Mazzarotto.

Questa pellicola è la prima, e per ora l’unica, ad essere tratta da un racconto di Bolaño. Aggiungiamo che ciò è avvenuto nonostante ad Hollywood qualcuno abbia cercato più volte, invano, di accaparrarsi i diritti di qualche romanzo dello scrittore cileno.

In conclusione, un film da vedere. Senz’altro di nicchia, non riusciamo ad immaginare uno straordinario riscontro al box-office, né lo attenderanno i produttori, che pure lo sperano – come tutti i produttori del mondo – e che se lo meriterebbero anche, perché nonostante alcune riserve (la regista sembra perdersi in alcuni punti, tra ottime intenzioni che immaginiamo e meno buone riuscite che vediamo; in più, il commento musicale appare del tutto inappropriato nella sua solenne drammaticità), il film merita la considerazione del pubblico più attento. Un pubblico che non si lascerà sfuggire questo lavoro che merita il prezzo del biglietto da giovedì 19.

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