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Asma nei bambini e inquinamento atmosferico

More than 75% of the Asthma Patient Care Costs Are Attributed to Severe Asthma Cases, which Constitute 10% of the Overall Asthmatic PopulationI ricercatori forniranno la prova più decisiva a tutt’oggi sul vincolo biologico esistente tra inquinamento atmosferico e asma nei bambini nel corso della riunione su asma e allergia pediatrica (PAAM 2013) dell’Accademia Europea di Allergologia e Immunologia Clinica (EAACI come da sigla in inglese), che si terrà dal 17 al 19 ottobre ad Atene, Grecia.

I dati pubblicati congiuntamente dal Département d’Épidémiologie et Maladies Allergiques et Respiratoires (EPAR) dell’Università della Sorbona e dallo Institut National de le Santé et de la Recherche-Médicale (INSERM), aventi sede entrambi a Parigi, indicano che l’inquinamento atmosferico può essere alla base di nuovi casi di asma. Inoltre, segnalano che le prove ricavate da studi tossicologici, unitamente a informazioni relative ai geni associati all’asma, evidenziano un legame biologico verosimile tra inquinamento atmosferico e asma.

Stando ai nuovi dati, è altresì probabile che 1 bambino su 7 che abita a meno di 75 m da una strada trafficata sviluppi asma (http://www.aphekom.eu) mentre nelle aree a forte inquinamento, la percentuale di bambini che potrebbero esserne affetti è di 1 a 4.

Inoltre, i livelli di inquinanti presenti nell’aria aggravano le condizioni degli asmatici malgrado il calo generale registrato in termini di inquinamento atmosferico industriale.

L’inquinamento atmosferico in ambiente confinato è dovuto a stufe a gas o a cherosene con sistema di ventilazione deficiente, fumo di sigarette, solventi, adesivi presenti nelle vernici e altri materiali simili. Inoltre, tale forma d’inquinamento è in costante aumento e, dato che le persone trascorrono, in media, quasi il 90% del tempo al chiuso, tale circostanza è motivo di preoccupazione.

Questi esiti vengono resi noti complessivamente “nell’Anno dell’Aria” in cui l’UE ha rafforzato la legislazione relativa alla qualità dell’aria. Tuttavia, a tutt’oggi non è stato preso alcun provvedimento di rilievo in merito all’asma e ad altre malattie analoghe.

“Tali risultati evidenziano che fattori ambientali come le emissioni atmosferiche, nei cui confronti è possibile la prevenzione, possono essere vincolati direttamente a malattie quali l’asma -sostiene la Prof.ssa Isabella Annesi-Maesano, Direttrice per le Ricerche dell’INSERM e Direttrice del Dipartimento EPAR-. Dal momento che l’inquinamento atmosferico è attualmente al secondo posto del ranking mondiale dei fattori di rischio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, serve un approccio serio per l’asma e altre malattie analoghe”.

“Questi tipi di studi contribuiscono a sottolineare quanto sia importante proteggere i bambini dai rischi ambientali -prosegue il Prof. Nikos Papadopoulos, Presidente di EAACI-. Si rende necessaria una maggiore attenzione da parte di tutti e, in modo particolare, dall’UE, sia verso i livelli di inquinamento atmosferico sia verso le malattie allergiche respiratorie, per poter garantire progressi significativi atti a migliorare la vita dei bambini”.

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