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I Milionari dal Festival Internazionale del Film di Roma

Alessandro_PivaROMA – Non è affatto facile stare dietro, in dieci giorni di festival, a ben 1.463 film provenienti da 78 Paesi, tra i quali 51 lungometraggi in concorso, distribuiti su 4 sezioni, più 24 anteprime mondiali e 11 europee. Questi sono alcuni dei numeri del Festival Internazionale del Film di Roma (16 – 25 ottobre). Oltre alle pellicole in concorso, giudicate dal pubblico (come già ricordato, non senza esprimere forti riserve, nell’articolo precedente), il Festival sta proponendo una serie di interessanti retrospettive, come quella dedicata a Piero Germi, in occasione del centenario della sua nascita, o quella sui film horror di Mario Bava, padre italiano del genere poi seguito da Dario Argento. Tra le anteprime mondiali, spiccano: “Angely Revolucii – Angeli della rivoluzione”, film russo diretto da Aleksej Fedorčenko ed interpretato da Darya Ekamasova, Oleg Yagodin, Pavel Basov, Georgy Iobadze, Konstantin Balakirev e Alexey Solonchov; “La foresta di ghiaccio” dell’italiano Claudio Noce, con Emir Kusturica, Ksenia Rappoport, Adriano Giannini e Domenico Diele; “Die lugen der sieger – The Lies of the Victors”, produzione tedesca con la regia di Cristoph Hochhäusler, e con un cast formato da Florian David Fitz, Lilith Stangenberg, Horst Kotterba, Ursina Lardi, Arved Birnbaum, Jakob Diehl e Jean-Paul Cornart (Prima mondiale); il cinese “Shier Gongmin – 12 Citizens”, diretto da Xu Ang, con He Bing, Han Tongsheng, Mi Tiezeng, Li Guangfu, Zhao Chunyang, Wang Gang, Zhang Yongqiang e Ban Zan; l’italiano “I milionari”, di Alessandro Piva, con Francesco Scianna, Valentina Lodovini, Francesco Di Leva, Salvatore Striano, Carmine Recano e Gianfranco Gallo. Abbiamo scelto proprio “I milionari” da vedere e da raccontarvi. Da vedere alla proiezione alla stampa nella tranquilla mattina di domenica 19 ottobre, presso la Sala Santa Cecilia del Nuovo Auditorium che ospita il festival, poi proiettato ufficialmente per la gara del festival nel tardo pomeriggio della stessa giornata di domenica, presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium. Il regista, Alessandro Piva, si è avvalso della preziosa collaborazione di una notevole squadra per stendere la sceneggiatura del film, composta da Massimo Gaudioso, Stefano Sardo, Giacomo Gensini, Giuseppe Gagliardi. Prodotto da CRC (Compagnia Realizzazioni Cinetelevisive) in collaborazione con RAI CINEMA, con la distribuzione della società Teodora Film, il film è reso apprezabile anche dalla fotografia di Renaud Personnaz, dal montaggio dello stesso Alessandro Piva, dalla scenografia di Antonio Farina, dai costumi di Sandra Cardini e dalla musica di Andrea Farri. Il film narra l’ascesa e la successiva caduta di un clan criminale napoletano attraverso il racconto di un boss e della sua famiglia, scissa tra l’aspirazione ad una vita borghese e le pulsioni profonde della sopraffazione. Trent’anni di storia di una delle città più belle e discusse del mondo, il sogno di un ragazzo che si fa travolgere dalla brama di un potere fine a se stesso, per diventare l’incubo di un uomo e di chi gli vive accanto. Caratteristici anche i nomi scelti per i personaggi: si va da Marcello Cavani detto AlenDelòn (proprio così, tutto attaccato e – per così dire – italianizzato) a Rosaria, dal tipico Gennaro a Babbà, da ‘O Piragna ad un immancabile Don Carmine. Interessanti (e spiegano il film meglio di mille parole o giudizi) le dichiarazioni dello stesso regista, Alessandro Piva: “I Milionari racconta un’intensa vicenda individuale, innestata in un inquietante spaccato di storia del nostro Paese. Mi piaceva l’idea di affidare il respiro della narrazione a un grande protagonista da tenere per mano. Crescere insieme a lui, invecchiare, vincere e perdere con lui. Cambiare. Accanto ai due attori principali, che pur non essendo napoletani si sono calati con talento e dedizione nei ruoli, il cast attinge a un vasto, stimolante vivaio di talenti partenopei; gran parte della troupe fa riferimento a professionisti campani o che – penso al direttore della fotografia – hanno vissuto molti anni a Napoli. Mi è parso naturale ricorrere a chi conosce le ambientazioni che siamo stati chiamati a restituire. E anche la regia ritrova certe atmosfere, essendo io nato in Campania da una famiglia che aveva fretta di affrancarsi dalle proprie origini. Ecco, I Milionari è in fondo un modo per fare i conti con radici che talvolta a fatica riesco ad accettare, certe pulsioni profonde che agitano tanti come me, e che forse giustificano la voglia che abbiamo di raccontare luci e ombre, santità e nequizie del nostro Paese”. Tra gli sceneggiatori del film abbiamo menzionato Giacomo Gensini. A completezza di informazione, e nel caso in cui il lettore volesse vedere il film e leggere il libro di cui stiamo per parlarvi (anche per un sempre affascinante parallelo tra prodotto filmico e prodotto narrativo dal quale esso è tratto, o almeno è liberamente ispirato), va detto che Gensini è, insieme con Luigi A. Cannavale, autore del romanzo “I milionari – Ascesa e declino dei signori di Secondigliano”, edito nel 2011 da Mondadori, che ha ispirato questo film, seppure con non poche rivisitazioni e reinterpretazioni narrative per il grande schermo. Nessuno si attenda un nuovo “Gomorra”. Non era nelle intenzioni narrative di Cannavale e Gensini; non lo è in quelle cinematografiche di Piva, come ben si comprende dalle sue stesse dichiarazioni. Certamente, questo film ha molti motivi per piacere a chi ha gradito il film di Matteo Garrone tratto dal best seller di Roberto Saviano, ma sarebbe fuorviante lasciar pensare a similitudini, che esistono soltanto nel fenomeno trattato e nei luoghi in cui si svolge l’azione. Il film di Piva mostra una coscienza etica abbastanza forte (potrebbe osare ancor di più in tal senso), una buona dose di realismo (ancorché alternata ad alcune sfaccettature che rasentano il caricaturale), ed è da valutare come interessante da visionare per qualsiasi fascia di pubblico (anche relativamente alla questione di età, trattandosi – proprio a differenza del violento (ma maggiormente apprezzabile per molti versi) “Gomorra” – di un film aperto a qualsiasi fascia di pubblico, senza problema alcuno per i minori, certamente capace di creare discussione, nel senso più nobile del termine (ad esempio, potrebbe prestarsi, dopo il passaggio nelle sale, per Cineforum sul tema della criminalità organizzata, o anche per visioni guidate scolastiche), sicuramente problematico, nonché parzialmente irrisolto.

 

 

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