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LAST SUMMER_a4.indd“Last Summer” è il titolo di uno dei primi film presentati all’edizione 2014 del Festival Internazionale del Film di Roma. Diretto da Leonardo Guerra Seràgnoli e interpretato da Rinko Kikuchi, Yorick Van Wageningen, Lucy Griffiths, Laura Sofia Bach, Daniel Ball, oltre che dal piccolo Ken Brady, “Last Summer” è stato girato interamente su una barca, in mezzo al mare, con un cast internazionale molto interessante messo insieme dal regista Guerra Seràgnoli, italiano che vive e lavora a Londra, qui al suo esordio nel film di lungometraggio. Leonardo Guerra Seràgnoli, nato a Roma, prima di trasferirsi stabilmente a Londra, si è formato negli Stati Uniti, dove ha vissuto per diversi anni laureandosi in Composizione per Film al Berklee College di Boston. Ha scritto, diretto e prodotto diversi cortometraggi che hanno partecipato a numerosi festival internazionali tra il 2008 e il 2012; vale a dire, prima di dedicarsi a questo suo convincente esordio nel lungo. Ricordiamo i corti realizzati nel periodo citato, alcuni dei quali possono essere visionati dai lettori su YouTube: “Alfred” (2008), “Will” (2010), “Rachel” (2010), “Tigers” (2012). La protagonista di “Last Summer” è l’affascinante attrice giapponese Rinko Kikuchi (nomination agli Oscar con “Babel”), accanto all’olandese Yorick Van Wageningen (il cattivo di “Uomini che odiano le donne”), Lucy Griffiths, Laura Sofia Bach, Daniel Ball e il piccolo esordiente Ken Brady. Il film è stato scritto dal regista insieme con l’autore di graphic novel IgorT e con la collaborazione della celebre scrittrice giapponese di best seller Banana Yoshimoto. La fotografia è di Gianfilippo Corticelli; il montaggio è dell’austriaca Monika Willi, storica collaboratrice del pluripremiato regista Haneke. I costumi sono firmati da Milena Canonero, la torinese Premio Oscar che ormai da molti anni vive e lavora a Los Angeles. Musiche originali di Asaf Sagiv. Perfino la barca a vela è anch’essa, a suo modo, una star! Si tratta di ‘Wally Esense’, una imbarcazione straordinaria, progettata dall’architetto Odile Decq (l’autrice del Macro di Roma). Una produzione che appare decisamente internazionale, ma che in realtà batte bandiera italiana. Difatti, il film è prodotto da Luigi Musini e Elda Ferri, in collaborazione con Milena Canonero, per Cinemaundici, Jean Vigo Italia ed Essentia con Rai Cinema. Anche il mare è italiano, ed è quello di fronte ad Otranto, in Puglia. Il film uscirà nelle sale cinematografiche italiane, dopo il passaggio al Festival di Roma, il 30 ottobre (e non il 23 ottobre, come precedentemente era stato deciso), distribuito da Bolero Film. Ma è arrivato il momento di raccontare, almeno in maniera sintetica, la trama del film. Una giovane donna giapponese ha quattro giorni per dire addio al figlio di sei anni, di cui ha perso la custodia, a bordo dello yacht della facoltosa famiglia occidentale dell’ormai ex-marito. Sola con l’equipaggio, che ha il mandato di sorvegliarla a vista, la donna affronta la sfida di ritrovare un legame con il bambino, prima di doversene separare. Leonardo Guerra Seràgnoli, a proposito dell’idea che è alla base di questo suo esordio nel lungometraggio, ha dichiarato: “Quattordici anni fa, una donna, seduta sul divano di casa dei miei genitori, non riusciva a trattenere le lacrime. Era venuta a cena da noi insieme a degli amici di mia madre. Era una sconosciuta che piangeva apertamente davanti a degli estranei. Rimasi a guardarla dal bordo della stanza. Provava a raccontare con una voce esile che suo marito le stava portando via i figli. Questo ricordo, rimosso per molti anni, è poi riapparso fino a svilupparsi interiormente e trasformarsi nel soggetto di Last Summer. Con il film volevo indagare la possibilità dell’inizio di un rapporto nella sua fine; raccontare il travaglio di un riavvicinamento. La lotta di potere in cui lo squilibrio di determinate dinamiche sociali rende difficile mantenere intatta la propria identità. Un microcosmo inaccessibile che è luogo di isolamento e coercizione permeato da sentimenti di disorientamento e sconfitta. Una riconciliazione catartica tra il presente e il passato che permette d’imparare a parlare con la propria voce; d’imparare a essere di nuovo madre e figlio, per la prima e ultima volta. Un viaggio in cui quando tutte le difficoltà ingombranti lentamente scompaiono, la mente lascia spazio a sentimenti primari. E nel loro perdurare, la speranza di cambiare il corso degli eventi futuri”. Al festival romano è giunta una larga delegazione in rappresentanza del film, per l’attività di presentazione alla stampa: dal regista Guerra Seràgnoli (che torna per l’occasione nella sua città natale) agli interpreti Rinko Kikuchi e Yorick Van Wageningen, fino allo scrittore e sceneggiatore IgorT ed altri ancora. Tutti presenti alla proiezione stampa, quella che ha permesso di stendere questo articolo, tenutasi nella tarda mattinata di oggi, venerdì 17 ottobre, al Maxxi. I loro impegni promozionali continueranno con la conferenza stampa nel pomeriggio di sabato 18, all’interno della Sala Petrassi dell’Auditorium che ospita l’intero Festival, per poi concludersi nella stessa serata di sabato, sempre in Sala Petrassi, con la proiezione ufficiale per il Festival. Così, non resta che chiudere con auspici e riserve proprio sulla rassegna festivaliera romana. Purtroppo, il festival (osteggiato sin dall’inizio da certa parte politica, chiusasi in difesa di Venezia) non ha mai totalmente spiccato il volo. L’auspicio è quello di assistere ad un’edizione più convincente di quella precedente. Di certo, non possono mancare riserve circa l’assenza di una giuria e per il fatto che i premi del festival verranno assegnati esclusivamente grazie ai voti inviati da smartphone, tablet et similia dal pubblico! Già ricordiamo con imbarazzo il palmarès dell’edizione 2013 del festival della capitale, ma non può mancare la preoccupazione per un qualcosa che non appartiene a nessun importante festival cinematografico al mondo, e non possiamo non chiederci come sarebbe l’Albo d’Oro di Cannes, di Venezia o di Berlino, se invece di avere una giuria di alti esperti ci fosse sempre stato qualcosa che somiglia al televoto di “X Factor”, di “Miss Italia” o di “Ballando con le stelle”! Speriamo di assistere a un bel festival, e non a qualcosa che somigli a un talent-show televisivo, nella forma e nella sostanza. Con “Last Summer” si è partiti con il piede giusto. Nulla di eccezionale, sia chiaro; ma senz’altro si tratta di una buona produzione e di una convincente prova collettiva da parte del regista e di larga parte del cast tecnico e di quello attoriale.

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