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Un pesce che nuota contro corrente

Un ritorno ai valori, alla cultura, all'arte, per l'artista Pierluigi Monsignori, è un pesce che nuota contro corrente.

Pesce Contro CorrenteLa Cultura, non è un fatto di religione, ma una questione innanzitutto morale e civile, di attaccamento alle proprie radici, con la coscienza della globalità. Ci troviamo a vivere in un mondo sempre più allargato e alla portata di tutti, ma che sembra essersi fatto, tutto ad un tratto, sempre più piccolo e povero di valori. La crisi dei valori, ci getta tutto insieme verso cambiamenti sempre più veloci, e l’Europa si appresta a non essere più il vecchio caro continente; almeno come lo conosciamo noi. Valori, culture, ideologie che hanno gettato le fondamenta del futuro, ci hanno fatto approdare all’oggi: dai micro stati cinquecenteschi, alle grandi nazioni europee, al muro di Berlino, al trattato di Schengen. Peccato che la storia dell’Europa unita, sembra una storia nata da vecchie fondamenta, basate sullo scambio di merci, e non tanto sui valori sociali e morali. E forse è proprio da questo che deriva la crisi. E sembra difficile trovare una soluzione. L’arte è una delle forme che assume la cultura, quando tocca la sensibilità dell’animo si trasforma e genera nuove vite. È un guardare con occhi e animo diversi la realtà, attraverso i quali potrà essere compresa meglio. È così, che oggi, abbiamo bisogno di riappropriarci delle nostre culture, di un’identità quasi svanita, dissolta, diluita nella schizofrenica pseudo-società moderna. E un ritorno ai valori, alla cultura, all’arte, per l’artista Pierluigi Monsignori, è un pesce che nuota contro corrente. Contro corrente a quelle che sono alcune ideologie devianti o fasulle, come le definisce l’artista, che stanno distruggendo l’arte, templi, simboli di intere popolazioni e culture. E mentre noi spettatori inerti, ormai abituati a scene di guerra e distruzione, come se non ci appartenessero, restiamo ancora una volta a guardare. Ecco il significato di Contro Corrente, il messaggio che l’artista porta a Firenze. Da Firenze è partita quella rinascita culturale, e artistica che ha poi coinvolto l’Europa intera, una rinascita vera e propria di un fermento sociale, politico, economico, scientifico, e artistico: una globalità di esperienze ed emozioni. E così, Contro Corrente, riparte da Firenze con la Fondazione Umbra per l’Architettura e con ARTOUR-O di Tiziana Leopizzi. L’opera resta installata presso il Liceo Artistico Statale di Porta Romana, dal 15 al 20 Marzo 2016. Pierluigi Monsignori Potsy insieme al Vicepresidente FUA architetto Paolo Raspa, e all’architetto Tiziana Leopizzi, ideatrice e curatrice del prestigiosissimo Artour-O arrivato alla XXIII edizione, hanno presentato l’installazione “Contro Corrente” che da anni insieme alla Fondazione Umbra per l’Architettura l’artista promuove e muove su tutto il territorio. Ogni mattone dell’installazione Contro Corrente, in questo caso, rappresenta le nazioni europee con le proprie tradizioni e la propria cultura, tutte insieme diventano il pesce di Contro Corrente che nella sala dell’Istituto d’Arte rappresenta l’Europa intera, che va, non a caso in un gioco di rimandi di parole, Contro Corrente rispetto alla distruzione dell’arte, che è distruzione di storia, tradizioni, e soprattutto di cultura, di identità. I pesci, installati sempre con la testa rivolta verso il basso, simboleggiano il muoversi “contro corrente” rispetto ai problemi che affliggono la società moderna: problemi materiali invece che spirituali, e per questo lo spirito si ribella cercando un moto inverso. L’opera rappresenta la voglia di cambiamento vero e proprio, il ritorno ai valori, ai sentimenti che hanno creato le nostre radici storiche, sociali e personali. È proprio vero, come afferma Pierluigi Monsignori, che: “In un momento storico dove tutte le certezze si perdono, l’arte ha un ruolo fondamentale nel cercare di ricollocare la speranza al centro della nostra quotidianità“. Ma anche l’arte stessa e i valori di bellezza e spiritualità che incarna, vanno rimessi al centro del nostro essere quotidiano, deviato troppo da ideologie che ci collocano in un non senso del vivere, in una perduta sensibilità.

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