che, giunto quest’anno alla sua III Edizione, aveva per tema “Il Segreto della Rosa”. La Giuria era presieduta da Maurizio Terzetti e composta: da Daniele Lupattelli – Dir. Editoriale Volumnia, Gabriella Mecucci Giornalista e Scrittrice Pres. Corecom Umbria, Rita Fanelli Marini – Associazione Numeister, Rosanna Gentili Carini – Ass. Gutemberg, Maria Rosaria Luzi, poetessa, Riccardo Marioni Giornalista Dir. Responsabile Umbria TV , Antonella Ubaldi, Scrittrice e metodologia di Scrittura creativa. Fra i premiati va sicuramente messa in evidenza la partecipazione dei detenuti del Nuovo Complesso Penitenziario Perugia Capanne. Le poesie “Per una rosa sensuale” e “Una Rosa” che si sono aggiudicati il Premio Speciale del Presidente della Giuria al Concorso Nazionale di Poesia “I giorni delle Rose”. Far (ri)vivere i sentimenti fra le sbarre, non dimenticare che esiste un mondo normale oltre le alte mura che cingono la struttura carceraria, non smarrire il senso della bellezza della natura e della vita. E’ questo l’oneroso compito che si sono assunti i docenti del CPIA PERUGIA 1 (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti), Carla Possanzini e Fiorella Bei Clementi aderendo al progetto proposto dalla manifestazione spellana. Alla rielaborazione e composizione delle poesie ha contribuito chi vi scrive. Riuscire tutti i giorni a catturare l’attenzione a scuola, rieducare i/le detenuti/e alla convivenza civile attraverso azioni positive che li aiutino nella ridefinizione del proprio progetto di vita, apprendere dall’esperienza elaborata – attingendo alle esperienze precedenti e modificandole – in un’ottica mirante al raggiungimento di un equilibrio psico-fisico ed imparare a riflettere sul significato della vita ed il senso dell’attesa sono obiettivi che mirano a trasmettere la voglia di pervenire ad un traguardo che porterebbe i residenti della struttura circondariale – una volta riconquistata la libertà – a reinserirsi nel tessuto sociale. L’adesione al progetto poetico è uno dei percorsi prescelto dai docenti. La rosa, per antonomasia simbolo dell’amore, diventa nel pensiero e nelle…penne degli autori occasione per una sensibile riflessione sul tema proposto. In “Per una rosa sensuale” di Mohamoud, il fiore diventa protagonista di un sogno; egli trasmuta l’immagine della donna amata in un’immagine erotica, espressa con toni caldi ed accorati e, benché espressi in termini ruvidi e diretti, lascia intendere il desiderio dell’amore non solo come possesso di un corpo, ma anche aspirazione a poter amare “fra queste quattro mura grige” liberamente, pur nella consapevolezza che “le tue spine sono la mia gabbia/sgorgano sangue ed acqua[…]” . Dal sogno di un uomo alla dolce coscienza dì esser madri, figlie, spose, delle detenute che, nella produzione di gruppo, hanno evocato il fiore per eccellenza, cogliendone la presenza “ impigliata con le spine tra le sbarre” e volgono a lei un invito: “almeno tu lascia queste celle,/ vai lì dov’è la bellezza[…]”, non dimenticando che “mi porto addosso/profumo di donna.” Una poesia dedicata diviene così, una via di fuga dal grigiore di una vita che non possono cogliere appieno e, solo a volte, immaginare, un pensiero denso d’umanità “perchè il cielo sappia/ che solo tu ci regali un sorriso”.