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Canapina Mon Amour Le Pietre raccontano

L'intento è quello di far rivivere in termini di buon uso, di rinnovato simbolismo e di alta presenza urbana un monumento primario che da sempre rappresenta l'identità più intima di ogni centro urbano.

Canapina mon amour“Sono in grado le pietre di raccontare le storie che gli si sono impigliate addosso? E, saremmo noi in grado di riascoltarle? Di capirle? A me è successo. Anzi, succede ogni giorno” le parole dell’Architetto Michele Bilancia, Presidente dell’Associazione “Radici di pietra” configurano molto bene l’intento che l’associazione persegue: promuovere e guidare i temi della conservazione, del restauro, della valorizzazione delle Mura urbiche e della riqualificazione delle aree di pertinenza delle città murate. L’intento è quello di far rivivere in termini di buon uso, di rinnovato simbolismo e di alta presenza urbana un monumento primario che da sempre rappresenta l’identità più intima di ogni centro urbano a valenza storica.. Su queste pietre, che conservano il passato, il presente e – speriamo – anche il futuro!, rimane scolpita indelebile la nostra Storia, o meglio la storia della nostra città che è Storia di tante storie! E le serate di “Canapina mon amour”, cui ha offerto il suo contributo creando una valida  e positiva sinergia Jean Luc Bertoni, hanno avuto proprio l’intento di attirare l’attenzione dei perugini e non sulla volontà di ridare visibilità, centralità e ruolo al monumento Mura nel suo insieme, andando alla ricerca del suo più intimo valore di elemento formativo e identificativo di ogni città murata e, quindi, della civiltà che in essa la storia e la sua gente hanno saputo esprimere. Una bella sensazione è stata salire la prima rampa delle scale mobili di via Pellini, girare a destra ed imboccare un luogo che non sempre era…raccomandabile. Ancor più emozionante è stato percorrere il brevilineo vialetto, segnato da candele che tracciavano la via fino ai piedi del piccolo palco, posto sotto le Mura, dominato dall’austera Chiesa di San Benedetto vecchio alla Canapina: sul proscenio piccole fiaccole che rimandavano ai teatri d’antica memoria. In questa silenziosa e notturna atmosfera si sono incontrate le varie arti: la poesia, il cinema, la fotografia, il teatro, la musica…una serie di serate tematiche che avevano come unico protagonista loro:le pietre, i sassi custodi silenti del tempo che hanno attraversato. E ad evocarne i racconti, il contrappunto della chitarra del Maestro Mirco Bonucci, che ha – con i suoi accordi – sottolineato l’efficacia dei versi di poeti perugini e non, cui hanno dato voce grazia e stile Mariella Chiarini, Simona Esposito Floriana LaRocca e Nadia Spaccapelo, il cinema raccontato da chi vi scrive,dove le Città sono luoghi che  il cinema ha scelto quale ambientazione delle sue storie, città che vanno al di là della mera scenografia e che finiscono per avere un rapporto diegetico e psicologico con la storia che i registi hanno scelto di raccontare; il teatro in vernacolo perugino sempre con Mariella Chiarini e Leandro Corbucci dell’Ass.ne “Amici del teatro di Colombella”. Hanno chiuso la rassegna degli spettacoli l’Ensemble Vocale Libercantus diretto dal maestro Vladimiro Vagnetti con “Intreccio di voci sotto le stelle” e l’incontro -conversazione “la guerra delle pietre – a proposito di Palmira Cosa sta accadendo al mondo? Niente che non sia già successo”, con riflessioni di Michele Bilancia, Elio Clero Bertoldi e Franco Mezzanotte. L’incontro si è avvalso della presenza straordinaria di Sua Eccellenza Samir Al Kassir,ex ambasciatore siriano in Italia. Suggello degli incontri, alcuni rari filmati di e su Perugia negli anni ’50 curati e montati da Maria Luisa Martella, ed il recente documento sull’abbraccio alle Mura fatto dai ragazzi delle scuole elementari e medie. Un pubblico numeroso, attento e partecipe ha restituito alla città il piacere di godere di spazi – se non sconosciuti – poco frequentati. Alla fine delle serate è rimasta palpabile la soddisfazione di vedere come questi sassi “scampoli di vita vissuta” sono lì testimoni della nostra città e della nostra vita, “polvere di racconti antichi che si fanno musica se ti avvicini ed accosti l’orecchio”.

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