La quattordicesima edizione di vini secondo natura dedicata ai territori colpiti dal sisma
Torna all’Areaexp La Fabbrica, nel cuore di Cerea, ViniVeri, vini secondo natura, dal 7 al 9 aprile. Raggiunge il traguardo dell’edizione numero 14 e, si rivela come la più longeva nel panorama delle kermess dedicate ai vini naturali, organizzata dal consorzio Vini Veri. Forse, quella che può essere definita una filosofia di vignaioli, nel tornare incontro alla natura, farsi cullare dai suoi ritmi, è un andare contro corrente, per riappropriarsi delle proprie radici, dei legami stretti con la terra e con un senso di appartenenza che da sempre lega l’uomo all’ambiente. Un legame che è indissolubile, ma che oggi purtroppo si tende a renderlo estraneo. Per tre giorni produttori italiani, quelli che sono gli artigiani del vino indipendenti, ci fanno conoscere i loro vini assieme a produttori di Austria, Repubblica Ceca, Francia, Slovenia, Portogallo, Spagna. Tante regioni di un cuore vinicolo europeo che affonda le proprie origini nella storia fatta di conquiste, migrazioni, ma sempre con la vite, simbolo di una volontà di territorio, di appartenenza, che va al di là di un concetto di popolo o razza, ma si affida a radici molto più profonde che si ritrovano nella diversità: nella Bio-Diversità e nei vini trova micro identità ed aspetti sempre rinnovati. Quello che unisce tanti produttori, di aree così diverse, e dai vini che raccontano con piacere storie fatte di passi lenti, e sorsi, è una concezione del tempo, dello spazio, della produzione che travalica i limiti odierni di agricoltura, torna al passato, con nuove prospettive, con una tenacità che spesso si ritrova negli occhi e nelle ideologie di chi cura la vigna, di chi fa il vino. Come un angolo di terra che si chiama casa, una cura nel crescere il vigneto, un’impostazione ancestrale nel produrre una qualità che sia organolettica, ma anche sana. Insomma,vignaioli e produttori che sanno dimostrare con i loro vini chi sono, l’impronta della terra, la forza e la passione che sa generare e guardare al futuro con sincerità. Come un istinto autentico di creazione dato dalla moralità e dal rispetto, un senso di valori concreti ed espressi. Questo loro andare contro corrente, non è una ribellione, un’utopia, ma i vignaioli si fanno portavoce dell’urlo silenzioso della natura, della terra troppo spesso inascoltata, depredata, violentata, soggiogata alla volontà umana. Diventano paladini di madre natura, custodi della sacralità della terra di quella madre feconda riconosciuta e da sempre riverita; quella natura che ci circonda di bellezza e meraviglia.
Questa edizione è dedicata alle zone terremotate, e vede la primavera nel suo istinto di rinascita. Anche per questo l’immagine simbolo di quest’anno, è stata affidata ai bambini della scuola di Acquasanta Terme, in provincia di Ascoli Piceno, come simbolo di tutto un popolo unito nella difficoltà e nel disagio, ma con la volontà ferrea di non arrendersi.
Si sente palpabile la volontà di una nuova coscienza, che ci permetta di proseguire il cammino umano, con quel bisogno di tornare in dietro perché questa strada ci porta al collasso. E allora, forse basta poco. Forse c’è anche un po di quella presunzione umana della quale dovremmo riappropriarci, di voler salvare il mondo: quel sentimento infantile che ci accompagna nella crescita e ci fa sentire super eroi. Poi, tutto può cambiare per tornare se stesso. Proprio come il rinnovarsi continuo delle stagioni, e il tornare anche di questa nuova primavera.
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