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MedFilmFestival 2017 a Roma

Quest'anno, il fulcro del festival sarà il Cinema Savoy, ma qualcosa si terrà anche presso il Museo MACRO.

Fa personalmente piacere occuparsi di questo festival, seguito sin dalle prime, coraggiose, edizioni. Il primo pass giornalistico di chi vi scrive, risale ad una quindicina di anni fa, per una splendida edizione che si tenne all’Auditorium di Santa Cecilia, a pochi passi da piazza San Pietro. Quest’anno, il fulcro del festival sarà il Cinema Savoy, ma qualcosa si terrà anche presso il Museo MACRO. Ma passiamo subito a conoscere i film in concorso nella sezione principale, per poi fare un rapido cenno sulle sezioni collaterali, il tutto grazie alla nostra partecipazione alla presentazione alla stampa del festival.

Per il concorso ufficiale, ‘Premio Amore e Psiche’, sono in gara: “La Bella e le Bestie” di Kaouther Ben Hania (Tunisia / Francia / Svezia / Norvegia / Libano / Qatar / Svizzera, 2017), in versione originale sottotitolata in italiana, con il cast composto da  Mariam Al Ferjani, Ghanem Zrelli, Noomane Hamda, Mohamed Akkari, Chedly Arfaoui, Anissa Daoud, Mourad Gharsalli, in programma oggi alle 20:00 al Savoy 2 (l’attrice protagonista Mariam Al Ferjani sarà  presente  in  sala). Sinossi: durante una festa, Mariam conosce Youssef. Sorpresa col ragazzo, viene brutalmente violentata da tre poliziotti. Inizia così una lunga notte durante la quale dovrà combattere per i propri diritti. Il film che conferma il talento della regista tunisina: uno sconvolgente thriller femminista, basato su fatti realmente accaduti che hanno provocato scandalo nella Tunisia post-rivoluzione.

“Martyr” di Mazen Khaled (Libano / Italia, 2017), v. o. sott. italiano, con Carol Abboud, Hamza Mekdad, Moustafa Fahs, Hady, Bou Ayash, Rashad Nasereddine, in programma domani, sabato 11, alle ore 22.00, sempre al Savoy 2 (nota: d’ora in poi non lo ripeteremo più, perché la sala interessata alle proiezioni dei film del concorso principale è sempre la n. 2 del Savoy, per i romani e per coloro che vorranno recarsi ad assistere al festival); poi, in seconda visione, domenica 12 alle ore 16.00 presso la stessa sala. Sinossi: L’improvviso annegamento di Hassane sulla spiaggia di Beirut sfocia in un funerale di massa. Gli amici accorsi da varie comunità vicine non solo si troveranno ad affrontare il senso della perdita, ma dovranno anche lottare per partecipare alle cerimonie della comunità del defunto. Tra crudo realismo, danza e performance, un’opera intensa sul martirio quotidiano della gioventù libanese.

“Wajib” di Annemarie Jacir (Palestina / Francia / Germania / Colombia / Norvegia / Qatar / Emirati Arabi Uniti, 2017), v. o. sott. italiano, con: Mohammad Bakri, Saleh Bakri, Maria Zreik, Leila Bakri, in programma sabato 11 alle 20.00. Sinossi: Un insegnante di Nazareth, vedovo da tempo, rimarrà solo dopo il matrimonio della figlia. Il figlio maschio arriva dopo anni di assenza per aiutarlo a consegnare a mano le partecipazioni, secondo la tra- dizione palestinese. Un road-movie dolceamaro, intimista e politico, che rivela uno sguardo inedito sulla comunità palestinese. Candidato palestinese agli Oscar 2018.

“Until the Birds Return” di Karim Moussaoui (Algeria / Francia / Germania / Qatar, 2017), v.o. sott. in italiano ed in inglese, con: Mohamed Djouhri, Sonia Mekkiou, Mehdi Ramdani, Hania Amar, Chawki Amari, in programma domenica 12 alle 20.00 e lunedì 13 alle 18.00. Il produttore Djaber Debzi sarà presente in sala. Sinossi: un promotore immobiliare arricchito, un ambizioso neurologo ostacolato dalle malefatte risalenti ai tempi della guerra, una giovane donna combattuta tra ragione e sentimento: il sorprendente esordio del regista algerino (presentato in ‘Un certain regard’ a Cannes 70) racconta tre storie che ci catapultano nell’Algeria di ieri e di oggi, tra passato e presente, tradizione e modernità. Candidato algerino agli Oscar 2018.

“Men Don’t Cry” di Alen Drljević (Bosnia ed Erzegovina / Slovenia / Croazia / Germania, 2017), v. o. sott. in italiano e inglese, con Boris Isaković, Leon Lučev, Emir Hadžihafizbegović, Sebastian Cavazza, Ermin Bravo, in programma lunedì 13 alle 20.00. Sinossi: Bosnia, 15 anni dopo la guerra. Dieci uomini sono gli unici ospiti di un remoto hotel di montagna. Sono veterani bosniaci, croati e serbi che uno psicoterapeuta sloveno vuole aiutare nel superare i traumi che hanno vissuto. Ma si può perdonare gli altri e sé stessi per le atrocità commesse? Prodotto da Jasmila Žbanić, un film duro e toccante che scandaglia la psiche umana. Candidato bosniaco agli Oscar 2018.

“Summer 1993” di Carla Simón (Spagna, 2017), v. o. sott. italiano e inglese, con Laia Artigas, Paula Robles, Bruna Cusí, David Verdaguer, Fermi Reixach, in programma mercoledì 15 alle 20.00. Sinossi: 1993. Dopo la morte dei genitori, Frida, una bambina di sei anni, affronta la prima estate nella provincia catalana con la nuova famiglia adottiva di zii. Prima che la stagione finisca, dovrà imparare a confrontarsi con emozioni e sentimenti mai provati prima. Un delicato ritratto dell’infanzia, tra percorso di formazione ed elaborazione del lutto. Candidato spagnolo agli Oscar 2018.

“Razzia” di Nabil Ayouch (Marocco / Francia / Belgio, 2017), v. o. sott. italiano e inglese, con Maryam Touzani, Arieh Worthalter, Abdelilah Rachid, Dounia Binebine, Amine Ennaji, in programma martedì 14 alle 20.00. Sinossi. Casablanca: una città vibrante e brutale raccontata attraverso cinque differenti storie. Volti e battaglie si intrecciano sullo sfondo di uno stesso evento che porta la città a far sentire la propria voce. Dal regista dell’acclamato Much Loved, un’opera corale e umanista che illumina la complessità del Marocco di oggi. Candidato marocchino agli Oscar 2018.

“Inflame” di Ceylan Özgün Özçelik (Turchia 2017), v. o. sott. italiano e inglese, con Algı Eke, Özgür Çevik, Kadir Çermik, Boncuk Yılmaz, Selen Uçer, in programma mercoledì 15 alle 22.00 e giovedì 16 alle 18.00. La regista Ceylan Özgün Özçelik e la produttrice Armağan Lale saranno presenti in sala alla prima proiezione. Sinossi: Hasret lavora in un network all news. Da qualche tempo sta avendo sempre lo stesso incubo. È possibile che i suoi genitori non siano morti come ha sempre creduto? Atmosfere polanskiane sullo sfondo della nuova Istanbul, per questo sorprendente esordio turco, ispirato da incubi reali.

Alcune considerazioni. Abbiamo ben cinque film candidati agli Oscar 2018, per la Spagna, il Marocco, l’Algeria, la Bosnia e la comunità Palestinese, e questo la dice lunga sull’alta qualità degli otto film del concorso principale. Molte sono le co-produzioni, così che con otto film in gara, abbiamo ben quindici Paesi rappresentati, parlando ovviamente di quelli che si affacciano sul Mediterraneo e tralasciando quelli (in larga parte del nord Europa) che non si affacciano su quel Mare Nostrum che è protagonista assoluto della rassegna.

Ci sarebbe ancora tanto da scrivere, perché il programma – come sempre – è ricchissimo. Facciamo un cenno al concorso dei documentari, che vede dieci opere in gara per l’apposito ‘Premio Open Eyes’, e che provengono da Francia, Spagna, Grecia, Marocco, Libano, Emirati Arabi Uniti, e non solo. Poi, c’è il concorso riservato ai cortometraggi, che vedrà assegnare due premi: il ‘Methexis’ ed il ‘Cervantes’, con venti opere in gara, presentate nella sala 4 del Savoy, e che rappresentano, tra gli altri Paesi, Italia, Turchia, Israele, Algeria, Spagna, Croazia, Slovenia, Marocco, Egitto, Libano, Albania, Grecia, Palestina. Una sezione a parte (e torniamo a parlare di lungometraggi) è dedicata al cinema algerino, un’altra al cinema tunisino, ed un’altra ancora al cinema italiano indipendente che racconta storie (sia in lungometraggio che in corto) tipicamente mediterranee, con giovani registi come Catherine Catella, Guido Lombardi, Daniele Gaglianone, Michele Cinque, ed altri ancora. In più, sono previsti alcuni eventi speciali che si terranno al Museo MACRO, sempre di Roma.

Venerdì 17, a partire dalle ore 20.00, la cerimonia di premiazione del festival, al Cinema Savoy, seguito dalla proiezione-evento di “120 battiti al minuto”, film francese diretto da Robin Campillo. Nonostante la premiazione si tenga venerdì 17, la conclusione del festival avverrà sabato 18, al Museo MACRO, a partire dalle 16.30 con dibattiti e proiezioni dedicati alla violenza di genere. La giornata avrà l’eloquente titolo “Opportunità pari?”.

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