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Liberi di scegliere

Presentata alla stampa, presso la "Sala A" della RAI di Viale Mazzini a Roma, la nuova fiction di RaiUno, "Liberi di scegliere", in onda a partire da martedì 22 gennaio.

img58ROMA – “Liberi di scegliere”, fiction interpretata da Alessandro Preziosi, Nicole Grimaudo, Carmine Buschini, Federica Sabatini, Federica De Cola, Corrado Fortuna, Vincenzo Palazzo e con la partecipazione di Francesco Colella, per la regia di Giacomo Campiotti, vecchia conoscenza delle fiction RAI, “Liberi di scegliere” nasce dalla sceneggiatura scritta da Monica Zapelli, Sofia Bruschetta, Ivano Fachin, Giovanni Galassi e Tommaso Matano, ed è una coproduzione RAI FICTION – Bibi Film Tv.
La sinossi. Marco Lo Bianco è un giudice del Tribunale dei Minori di Reggio Calabria ed ha un sogno: strappare i ragazzi alla ‘ndrangheta. Giorno dopo giorno ha visto sedere nella stessa aula di tribunale i figli delle più importanti famiglie mafiose della provincia. E ha capito una cosa: la ‘ndrangheta non si sceglie, si eredita. Quando incontra Domenico, ultimo componente di una cosca di cui anni prima ha arrestato il fratello, decide che è arrivato il momento di dire basta. Inizia una strada difficile che costringerà tutti ad abbandonare le proprie certezze. Lo Bianco e i suoi assistenti si confronteranno con i codici e i sentimenti di quelle famiglie che hanno considerato sempre e solo come cosche criminali. I più giovani, Domenico e Teresa, impareranno che esiste una famiglia allargata, rappresentata dallo Stato e dalla Comunità civile, pronta ad aiutarti a realizzare un futuro diverso, in cui poter essere, finalmente, liberi di scegliere.
“Liberi di scegliere” si aggiunge ad una lunga lista di fiction targate RAI, oltre a quelle andate già in onda, tra le quali ci sentiamo di sottolineare le nuove serie di “Rocco Schiavone” e “I bastardi di Pizzofalcone”. Parliamo de “La compagnia del cigno”, che va in onda dallo scorso 7 gennaio, la nazional-popolare “Che Dio ci aiuti 5”, in onda già dal 10 gennaio, e – soprattutto – sono in arrivo i due nuovi ed attesissimi episodi de “Il Commissario Montalbano” (in onda l’11 ed il 18 febbraio prossimi), “La porta rossa 2”, “Il mondo sulle spalle”, “La stagione della caccia” e l’atteso “Il nome della rosa”, che dovrebbe andare in onda poco più in là, tra marzo ed aprile prossimi (più facilmente a marzo, ma non ci sono ancora date ufficiali).
Tornando a “Liberi di scegliere”, sono state realizzati decine di film e di fiction sulla mafia e sulla ‘ndrangheta, ma questa fiction ha qualcosa di diverso da tutto il resto.
Veniamo alle dichiarazioni del regista, Campiotti: “Quando Monica Zapelli ed Angelo Barbagallo mi hanno proposto questa storia, ho accettato con entusiasmo. È un progetto in cui la Rai può esprimere al meglio la sua missione di servizio pubblico. L’idea nasce dall’esperienza di Roberto Di Bella, Presidente del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, che ha avuto l’intuizione ed il coraggio di portare avanti un progetto che permettesse di allontanare dalle famiglie mafiose i minori a rischio, sottraendoli ad un destino che quasi certamente li avrebbe portati a seguire le orme dei padri, e nello stesso tempo offrendo loro la possibilità di conoscere un altro modo di vivere. Nel film, Domenico, figlio di ‘ndrangheta, deve decidere se accettare passivamente il ruolo mafioso cui è destinato, che gli riconosce un’identità precisa ed un potere sociale ed economico, o scegliere invece una vita senza radici e certezze, ma libera da violenza, ricatti e connivenze. Questa è l’opportunità che gli offre il giudice insieme a tutti i suoi collaboratori. Sono i rappresentanti di uno Stato fatto non solo di istituzioni, ma di persone che lottano per quello in cui credono. Quello che ritengo molto interessante è che, in senso più ampio, questa storia racconta come ogni persona, malgrado i mille problemi e condizionamenti, ha il diritto ed il dovere di prendere nelle proprie mani la scelta di cosa fare della propria vita. (…) Abbiamo effettuato una parte delle riprese in Calabria dove ho cercato di catturare il degrado ma anche la bellezza selvaggia, l’isolamento e la forza di questa terra. Qui abbiamo trovato persone speciali che ci hanno aiutato con generosità, ed è stato emozionante girare sullo stretto ed a Messina. Trovo bello che in questo film la Sicilia sia vista come una terra ‘positiva’, dove Domenico trova aiuto nel suo processo di maturazione e liberazione”.I personaggi non sono ‘supereroi del Male’ che possono suscitare in alcuni  spettatori desiderio di emulazione. Gli autori hanno cercato di raccontarli con rispetto e verità, prigionieri nella rete di relazioni familiari dolorose ed arcaiche che fa di loro le prime vittime. Insomma, il Male fa male anche a chi lo fa.
Insomma, i protagonisti sono liberi di scegliere la propria vita, il proprio futuro. Un modo diverso di narrare le mafie, dopo tanti film ed altrettante fiction sull’interminabile tema.

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