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Novità in libreria novembre/dicembre 2020

Tra novembre e dicembre sono uscite alcune interessanti narrazioni.

Addio-Mr.-Chips-James-Hilton-1Addio, Mr. Chips! di James Hilton traduzione di Laura Pacelli
Una delle storie più affascinanti degli anni ’30 viene riproposta in una nuova traduzione da Graphofeel. Addio, Mr. Chips! di James Hilton, pubblicato per la prima volta nel 1934, è uno dei romanzi che mantiene intatto lo splendore dei classici senza tempo.
Il vecchio professore Charles Chipping, giunto ormai al termine della sua vita, ripercorre i grandi eventi trascorsi da quando ha cominciato a lavorare presso il Brookfield College: l’arrivo e i primi anni d’insegnamento, l’amicizia sorta con un collega, il matrimonio con la bella Katherine, conosciuta durante una gita in montagna. Proprio a lei Charles deve la sua trasformazione dal timido professor Chipping all’adorato Mr. Chips, anche se un terribile evento turberà per sempre la loro felice esistenza: Katherine infatti morirà al momento del parto, e con lei anche il loro bambino. Eppure nella vita di Chips accadono molti altri fatti: la guerra che gli porterà via alcuni fra i più amati studenti, l’assunzione del rettorato provvisorio durante il periodo bellico, il succedersi di ben tre generazioni di allievi (come nel caso della famiglia Colley). In punto di morte, Chips riuscirà a rivedere alcuni di loro giunti per dirgli addio; ma chi non lo ha conosciuto lo crede, a torto, un vecchio abbandonato. Dopo la pensione ha continuato a vivere in quel College nel quale si trova la sua vera, unica famiglia: gli studenti, che continuano a considerarlo una guida e dai quali non è mai stato lasciato solo.
Davvero particolari le analogie tra le situazioni descritte e quella attuale. Mr Chips e i suoi colleghi devono conservare la calma durante eventi molto tragici, con il collegio trasformato radicalmente dagli eventi bellici, come sta capitando ai maestri e ai professori in occasione di questa pandemia. La festa di Natale poi, organizzata da Mr Chips mobilitando tutte le risorse disponibili, naufraga proprio per una epidemia di influenza particolarmente grave.La nuova traduzione del romanzo è a cura di Laura Pacelli. “Affrontando la traduzione di questo libro ho tentato di conservare intatto il carattere emotivo e direi ingenuo dell’opera, attualizzandone il linguaggio solo dove strettamente indispensabile. Per fortuna l’inglese di Hilton è perfetto e limpido, direi classico. La difficoltà più grande è stata quella di tentare di rendere in italiano  l’ironia delicata e  vintage del protagonista, molto British, e conservare i numerosi riferimenti alla storia inglese senza appesantire troppo il testo.”
Mr Chips ha moltissimo da trasmettere. Per prima cosa che gli eventi della vita anche tragici possono essere superati attingendo al meglio di noi stessi invece che al peggio, poi che il dovere di chi è maturo è quello di trasferire la propria esperienza alle generazioni successive in maniere lieve ed affettuosa, e infine che si può condurre una vita piena e serena, in un certo senso eroica, nella normalità.

James Hilton è stato uno scrittore e sceneggiatore britannico. Il suo primo romanzo, Catherine Herself, fu pubblicato nel 1920 quando doveva ancora laurearsi. Negli anni Trenta Hilton fu sceneggiatore a Hollywood, divenendone una figura popolare: tra i suoi amici vi erano personaggi come Frank Capra, Ronald Colman e Greer Garson. Tra i suoi romanzi più celebri, oltre a Goodbye, Mr. Chips del 1938, oggetto di una fortunata riduzione cinematografica, vanno ricordati Orizzonte perduto (Lost Horizon) del 1933, trasposto in un celebre film omonimo di Frank Capra nel 1937, e Prigionieri del passato (Random Harvest) del 1941.

Suite Rock-2Suite Rock – Il prog tra passato e futuro di Athos Enrile e Oliviero Lacagnina
Il saggio si propone di raccontare la storia di un particolare genere musicale – quello denominato prog – che ha avuto un’enorme visibilità concentrata in un ridottissimo spazio temporale, ma ha raggiunto l’immortalità in virtù di una proposta basata sull’estrema qualità e caratterizzata da una grande libertà espressiva. Gli autori, forti della convinzione che la musica progressiva sia “cibo per la mente”, hanno voglia di provare a incuriosire e stimolare il lettore che si affaccia senza pregiudizi al genere prog, utilizzando un percorso a metà strada tra la didattica e l’esperienza diretta dei protagonisti. Il libro diventa così un contenitore di notizie e suggestioni adatto a tutte le età.
“Il Prog ha assunto un ruolo immortale,” spiegano gli autori “ma il suo momento d’oro si può riassumere in un minuscolo spazio temporale, un lustro, quello di inizio anni ’70. Fortunatamente il movimento non si è mai arrestato, l’interesse è riemerso in tempi recenti ed esiste una nuova generazione di musicisti e appassionati che prosegue il percorso. Partendo dagli albori del rock e da un anno preciso – il 1969 – abbiamo ripercorso la storia, occupandoci di aspetti sociali, di eventi particolari, di costume, dando suggerimenti a chi vuole spingersi nell’esercizio della critica musicale, ricordando il rito del vinile, evidenziando il collegamento tra “sostanze” e musica. L’ obiettivo era quello di rivolgerci ai giovani, dando loro i mezzi per potersi avvicinare al genere per poi provare successivamente ad approfondire in modo autonomo”.
Chi vuole sapere tutto sui grandissimi protagonisti della musica internazionale come i Pink Floyd, i Genesis o gli Emerson, Lake & Palmer

Athos Enrile, gestore di numerosi spazi in rete e collaboratore con diverse riviste specializzate, è coautore del libro Cosa resterà di me e autore di Le ali della musica e Accadde a Buckhannon. Ha condiviso pillole di palco con leggende del rock e ha partecipato come ospite ad un album in qualità di mandolinista… elettrico! Presentatore in numerosi eventi, e direttore artistico, condivide con i compagni MusicArTeam (associazione di cui è presidente) il web magazine MAT2020.

Oliviero Lacagnina, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra. Ha vissuto il periodo d’oro del prog in qualità di tastierista dei Latte & Miele. Come arrangiatore ha collaborato con vari cantanti e strumentisti tra cui Ron, Simona Molinari, Kenny Wheeler, PFM, New Trolls. Nel 2008, insieme ai suoi vecchi compagni degli anni ’70, ha rimesso in piedi la band. Attualmente collabora con il gruppo finlandese dei Samurai of Prog.

Canova-3Canova. Vita di uno scultore di Maria Letizia Putti.
La vita del grande Antonio Canova.
Il carattere, le manie, il quotidiano di Antonio Canova tratti dai suoi scritti, diari, lettere, libri di conti e resoconti di viaggio. Il libro non è una semplice biografia, né vuol essere un trattato di storia dell’arte; piuttosto, compone un mosaico di curiosità, amori, aneddoti ed episodi sull’artista che ha dato nuova vita alla scultura italiana tra Sette e Ottocento. Nel romanzo emerge la personalità di Canova: la quotidianità del gesto artistico; la riservatezza e umiltà che metteva da parte quando era a colloquio con papi, imperatori e re; l’insofferenza di essere al centro dell’attenzione; la beneficenza con cui provvedeva agli artisti in difficoltà e ai familiari. E sullo sfondo, come in un film, le travagliate vicende della storia italiana ed europea nel turbolento passaggio tra i due secoli.  Altre notizie dirette sono desunte dalle biografie scritte dai suoi contemporanei, in primis l’amico per la vita e scultore Antonio D’Este, poi gli amici Leopoldo Cicognara e Melchiorre Missirini ma anche dalle migliaia di lettere scritte e ricevute da familiari, amici e personalità di tutta Europa, primo tra tutti Napoleone Bonaparte.
“Per anni ho curato la conservazione del fondo di libri antichi della biblioteca in cui lavoravo. Il fondo comprendeva 17 disegni a grafite e sanguigna, tavole anatomiche attribuite ad Antonio Canova dall’autentica di Alessandro D’Este scritta alla fine dell’annesso quaderno, autografo di Canova, con l’elenco dei fasci muscolari; successivi confronti calligrafici hanno rafforzato l’attribuzione. le tavole sono state esposte in mostre e congressi in cui parlavo l’iter formativo e la carriera dello scultore. Da ex insegnante di storia dell’arte ero l’unica, in un ente di ricerca scientifico, idonea a dissertare sulla formazione anatomica degli artisti, in particolare Canova e Leonardo da Vinci, di cui ho parlato in occasione del centenario della morte.In questo libro ho voluto approfondire l’uomo Canova, l’artista l’ho lasciato alla sterminata letteratura su di lui. È ovvio che di arte si parla, l’arte è stata la vita di Canova, quindi imprescindibile se si vuole parlare di lui. Ma nelle migliaia di pagine lette cercavo i dettagli del carattere, i comportamenti, le abitudini, gli amici, la storia di famiglia e gli amori. A volte mi sembrava di violare il suo privato, ma andando in profondità mi sorprendevo di fronte alla figura d’uomo che si delineava, in lui trovavo molte affinità con me stessa; timido, modesto, per nulla superbo o sprezzante, come ci si aspetterebbe da chi, di piccoli natali, arriva alla fama e alla ricchezza. Per scrivere su di lui ho pensato come lui, m’immedesimavo, i suoi ragionamenti erano i miei e le notizie che leggevo saltando tra le biografie coeve, gli articoli e i saggi, confermavano che stavo procedendo nel modo giusto. In parecchi parlavano del suo sguardo, mite e sincero, della voce pacata, dei modi gentili, dell’umanità e della prodigalità negli aiuti ai poveri e ai bisognosi, della dignità per nulla servile che mostrava quando era a colloquio con i grandi della storia, papi, principi e imperatori.” (Maria Letizia Putti)

Maria Letizia Putti romana, appassionata lettrice prima di essere archeologa medioevale, ex docente di storia dell’arte, bibliotecaria. Per Graphofeel ha pubblicato: La signora dei baci. Luisa Spagnoli biografia romanzata scritta con Roberta Ricca ( 2016), il romanzo Lo scrittore non ha fame (2016) e la nuova edizione di Luisa Spagnoli. La signora dei Baci (2020).

Backstage di un Compositore-4Backstage di un compositore di Fabio Frizzi
Un viaggio nel mondo della musica, attraverso esperienze personali e approfondimenti professionali, tra aneddoti, episodi coinvolgenti e ricordi.
Quentin Tarantino nel 2003 ha inserito un suo pezzo nella colonna sonora di Kill Bill Vol. 1, è stato il collaboratore storico del regista Lucio Fulci. Fabio Frizzi è uno dei compositori di musiche da film che ha davvero accompagnato buona parte del cinema italiano. Lamberto Bava, Vanzina, Steno e ancora Corbucci, Luciano Salce sono solo alcuni dei registi con cui ha lavorato, musicando horror, film d’azione, commedie all’italiana.
“Ho pensato che mettere insieme molti dei puntini che disegnano la mia vita di musicista potesse essere un gioco interessante”.
Narrato in modo accattivante e scorrevole, il libro intervalla racconti legati ai grandi protagonisti del mondo del cinema italiano e internazionale a riflessioni sul significato e l’importanza della composizione di colonne sonore.
“La cosa più bella di questa professione è avere la possibilità di viverla, crescendo umanamente e artisticamente in modo armonico.”
Una carriera artistica iniziata da giovanissimo: Fabio Frizzi ha infatti esordito nel 1975 con le musiche di “Fantozzi”, per poi attraversare tutti i generi proposti dai film che hanno segnato la cultura pop italiana. Un’ autobiografia musicale appassionata e sincera che ci conduce per mano nel magico mondo della moviola anche tramite molti retroscena curiosi. Dall’incontro con Paolo Villaggio sulla celebre poltrona a sacco di Fracchia, al backstage di Profondo Rosso di Dario Argento, alle sconcertanti rivelazioni sulle passioni cinematografiche di Eli Roth, uno dei registi horror americani più famosi al mondo.
Fabio Frizzi è anche musicista e la chitarra fu il suo primo amore, quando era ancora un bambino. L’incontro con il grande Segovia gli diede l’imput per fargli capire che quella era la strada da percorrere.
“La mia vita è andata un po’ al contrario. Tanti anni vissuti nell’ombra dello studio di registrazione, alla ricerca di un’idea, di un tema musicale da depositare nella memoria degli appassionati di cinema. Adesso, da un po’ di tempo, nella mia piena maturità, faccio quello che sognavo da adolescente: vado in giro con la mia band a suonare la mia musica. Continuo a fare il mio lavoro, ma la magia del palcoscenico mi ha ammaliato e, appena posso, entro in scena.”

Fabio Frizzi è un compositore e autore di colonne sonore. Fratello maggiore del noto conduttore televisivo Fabrizio Frizzi, e stato l’autore della colonna sonora di Fantozzi e di Febbre da cavallo. Storico collaboratore del regista Lucio Fulci, per lui ha composto le colonne sonore di film cult quali Zombies 2, Paura nella città dei morti viventi e …E tu vivrai nel terrore! L’Aldilà. Nel 2003 Quentin Tarantino ha inserito nella colonna sonora del suo Kill Bill: volume 1 un brano scritto da Frizzi, presente in Sette note in nero diretto da Fulci nel 1977. In veste di attore ha interpretato due film: Lacrime d’amore e Amore Formula 2, entrambi nel 1970.

FONTE: Ufficio Stampa Graphofeel Edizioni.

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