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Il Carnevale

Ricordandone le origini e alcuni aspetti delle nostre tradizioni.

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Foto di anncapictures da Pixabay

L’uso del termine già ne spiega la funzione: baldoria, festa, esagerazioni, allegria, musica, balli e colori. Molti sono i “carnevale” che conosciamo e la propria manifestazione è legata alle tradizioni locali, ma sono tutti accumunati dalle medesime regolette che sono: mascherarsi, divertirsi e buon cibo. Il carnevale trae il suo nome dall’opposto significato: “Carnem Levare” ovvero astensione dal consumo della carne, quale prescrizione ecclesiastica per il periodo che va dal mercoledì delle ceneri alla Pasqua; infatti il Carnevale è l’intervallo di tempo che corre dall’Epifania all’inizio della Quaresima, il mercoledì delle ceneri, appunto e in questo tratto di tempo la tradizione vuole che non ci siano astensioni, digiuni, ma che si faccia festa e si mangi senza regole. Si può aprire un piccola parentesi culinaria umbra e trattare la ricchezza dei dolciumi, anche semplici, ma molto calorici, che in questo periodo mamme e nonne cucinano per i nipoti, ma non solo: le zeppole, le bombe, frappe, castagnole, cicerchiata, strufoli, surici melati, crescionda spoletina.

Le origini sembrano collocarsi lontane nel tempo, ai Saturnali latini, in onore di Saturno, antico dio romano della seminagione, che si celebrava a dicembre, ma per le caratteristiche dei festeggiamenti essi ci ricordano molto il nostro Carnevale. Intrecci popolari con il teatro hanno fatto sì che anche le maschere prendessero il loro spazio nella tradizione carnevalesca, con proprie caratteristiche identificative, di cui sono le massime protagoniste; tra le più antiche troviamo il bergamasco Arlecchino, servo agile, scansafatiche, furbo e allegro. Nel XVI secolo arriva da Venezia Pantalone, papà di Colombina, un vecchio mercante squattrinato che si lamenta sempre per la mancanza di denaro e da Napoli il famoso Pulcinella goffo e giocherellone, simbolo dell’effervescenza e della malinconia napoletane; da Bologna Balanzone, dottore elegante, colto e chiacchierone, ma poco bravo nel suo mestiere, un cialtrone; da Firenze Stenterello, chiacchierone, pauroso e impulsivo, però saggio, ingegnoso e pronto a schierarsi dalla parte del più debole. Da Torino Gianduia, bonaccione che non rifiuta un bel bicchiere di vino, da Bergamo Brighella un tipo scontroso, bugiardo e sempre pronto a complottare per il suo tornaconto. Personaggio femminile direttamente da Venezia è Colombina rappresenta la città di Venezia e incarna le doti della domestica fedele e molto intelligente, capace di raggirare il burbero padre Pantalone e anche i suoi padroni.

Dei Carnevali più famosi e belli al mondo ne troviamo due in Italia: Viareggio e Venezia che attirano turisti da tutto il mondo e migliaia di italiani da tutte le regioni; sono due forme carnevalesche del tutto differenti, ma senza dubbio spettacolari e ricchissime entrambe in cui si incontra la tradizione e l’arte della sartoria. Nell’elenco dei Carnevali più belli del mondo non poteva mancare il celebre Carnevale di Rio con le sue parate di samba in cui partecipano oltre 100 scuole, carri e costumi bellissimi.

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