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‘Esterno Notte’, serie evento di Marco Bellocchio su Rai 1

La serie evento sarĆ  su Rai 1.

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Si tratta di una mini-serie di Marco Bellocchio, con Fabrizio Gifuni (Aldo Moro), Margherita Buy (Eleonora Chiavarelli Moro), Toni Servillo (Paolo VI), Fausto Russo Alesi (Francesco Cossiga), Gabriel Montesi (Valerio Morucci), Daniela Marra (Adriana Faranda), Fabrizio Contri (Giulio Andreotti), Paolo Pierobon (Cesare Curioni), Pier Giorgio Bellocchio (Domenico Spinella), Antonio Piovanelli (Don Pasquale Macchi), Bruno Cariello (il prete di Santa Chiara), Gigio Alberti (Benigno Zaccagnini), Luca Lazzareschi (Franco Ferracuti).

Cast tecnico sintetico. Regia di Marco Bellocchio. Sceneggiatura di Marco Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi, Davide Serino. Fotografia di Francesco Di Giacomo. Montaggio di Francesca Calvelli. Costumi di Daria Calvelli. Scenografia di Andrea Castorina. Casting di Gabriella Giannattasio. Musiche originali di Fabio Massimo Capogrosso (edizioni musicali Curci). Una produzione The Apartment, societĆ  del Gruppo Fremantle, con Kavac Film, Rai Fiction, in co-produzione con Arte France. Distribuzione Lucky Red. Distribuzione internazionale Fremantle. Durata dellā€™opera nella sua versione integrale: 5 h 30ā€™.

Nella mattinata di giovedƬ 3 si ĆØ tenuta la conferenza stampa di ā€œEsterno notteā€, preceduta dalla proiezione stampa, nella ā€œSala Aā€ di Viale Mazzini 14 in Roma, o ā€“ a scelta ā€“ in streaming, dove si ĆØ potuto assistere allā€™interezza dellā€™opera e non ad una parte, come inevitabilmente ĆØ avvenuto in RAI. In realtĆ , per molti di noi della stampa non era un prodotto nuovo, essendo stato presentato a maggio scorso in anteprima mondiale al Festival di Cannes, in qualitĆ  di grande evento nella sezione PremiĆØre, ĆØ poi uscito in due segmenti al cinema, a partire dal 18 maggio (la prima parte) e dal 9 giugno (la seconda), ed ora approda in televisione, su Rai 1, nelle prime serate del 14, 15 e 17 novembre prossimi.

Dopo ā€œBuongiorno, notteā€ (2003), Marco Bellocchio torna sul caso Moro sperimentando Ā per la prima volta la serialitĆ , una forma narrativa dallā€™ampio respiro, per affrontare la molteplicitĆ  dei punti di vista dei personaggi che di quella Ā tragedia furono protagonisti e vittime.

Sinossi
1978. Lā€™Italia ĆØ dilaniata da una guerra civile. Da una parte le Brigate Rosse, la principale delle organizzazioni armate di estrema sinistra, e dallā€™altra lo Stato. Violenze di piazza, rapimenti, gambizzazioni, scontri a fuoco, attentati. Sta per insediarsi, per la prima volta in un paese occidentale un governo sostenuto dal Partito Comunista (PCI), in unā€™epocale alleanza con lo storico baluardo conservatore della Nazione, la Democrazia Cristiana (DC). Aldo Moro, il Presidente della DC, ĆØ il principale fautore di questo accordo, che segna un passo decisivo nel reciproco riconoscimento tra i due partiti piĆ¹ importanti dā€™Italia. Proprio nel giorno dellā€™insediamento del Governo, che con la sua abilitĆ  politica ĆØ riuscito a costruire, il 16 marzo 1978, sulla strada che lo porta in Parlamento, Aldo Moro viene rapito con un agguato che ne annienta lā€™intera scorta. ƈ un attacco diretto al cuore dello Stato. La sua prigionia durerĆ  cinquantacinque giorni, scanditi dalle lettere di Moro e dai comunicati dei brigatisti: cinquantacinque giorni di speranza, paura, trattative, fallimenti, buone intenzioni e cattive azioni. Cinquantacinque giorni al termine dei quali il suo cadavere verrĆ  abbandonato in unā€™automobile nel pieno centro di Roma, esattamente a metĆ  strada tra la sede della DC e quella del PCI.

Dichiarazioni di Marco Bellocchio
Parte delle dichiarazioni del maestro Marco Bellocchio annullano felicemente molte domande che avremmo potuto porgergli, fornendoci in maniera sintetica, tanto quanto efficace ed interessante, le risposte: ā€œEro rimasto molto colpito da un articolo di Filippo Ceccarelli su Aldo Moro del 20 settembre ā€™17 di ā€˜Repubblicaā€™ e da quella foto del Presidente sulla spiaggia di Maccarese in mezzo a mamme e bambini e papĆ  in costume da bagno del 1971, e lui in doppiopetto e cravatta. E poi, sotto, una seconda foto, su un motoscafo guidato dalla moglie, donna forte, fiera, che si ĆØ portata nella tomba tanti misteri. Sono lā€™esterno, il controcampo di un Moro prigioniero e poi giustiziato dalle BR nel 1978, su cui avevo fatto il film, in interno, Buongiorno, notte. Sentivo che era importante, almeno per me – non per lā€™Italia, non ho questa presunzione – dopo Il Traditore, ritornare sullā€™argomento. Ho voluto, stavolta, farne una serie per raccontare lā€™Esterno di quei 55 giorni italiani stando, perĆ², fuori dalla prigione, tranne che alla fine, allā€™epilogo tragico. Esterno notte perchĆ© stavolta i protagonisti sono gli uomini e le donne che agirono fuori della prigione, coinvolti a vario titolo nel sequestro: la famiglia, i politici, i preti, il Papa, i professori, i maghi, le forze dellā€™ordine, i servizi segreti, i brigatisti in libertĆ  e in galera, persino i mafiosi, gli infiltrati. Protagonisti celebri, sempre in TV e sui giornali, ma anche sconosciuti. E le loro storie piĆ¹ private che pubbliche durante il sequestro, per cercare di salvarlo, per far finta di salvarlo, boicottando apertamente o segretamente ogni trattativa, fino al tragico grottesco delle sedute spiritiche e dei viaggi allā€™estero per consultare sensitivi che potessero dare delle informazioni utili sulla prigione. Il grande teatro televisivo durante quei 55 giorni con milioni di spettatori attaccati alla TV in cui tutti facevano pronostici pubblicamente o in cuor loroĀ Ā  e si pregava nelle chiese, si facevano appelli da San Pietro per la salvezza del Presidente e tanti ci speravano e anchā€™io. Ingenuamente. Quellā€™uomo, come Cristo, ā€˜doveva morireā€™. PerchĆ© nulla potesse cambiare non solo nella politica, ma soprattutto nella mente degli italiani. Facendo unā€™eccezione alla mia regola di non ritornare piĆ¹ su storie giĆ  raccontate. Con unā€™ampia giustificazione e cioĆØ che la ā€˜notteā€™ che ho voluto raccontare nella serie era assente in Buongiorno, notte.ā€

Conferenza stampa
Durante la conferenza stampa RAI di cui abbiamo fatto cenno in apertura, abbiamo posto la nostra domanda a Marco Bellocchio (domanda e risposta si trovano in filmato audio/video sul portale RAI).

D.: Al di lĆ  dell’eccellente impostazione in fase di sceneggiatura, che ĆØ il cardine di tutto, quanto le straordinarie prestazioni attoriali,Ā che non sono cadute dal cielo perchĆ© il cast l’ha scelto e guidato lei – quindi merito suo e loro – hanno facilitato laĀ perfetta riuscitaĀ di un prodotto che si presentava sulla carta di straordinaria difficoltĆ , di per sĆ©, e perchĆ© veniva vent’anni dopoĀ Buongiorno, notte?

R.: Posso dirle solo questo. Io sono stato aiutato nelle scelte, perchĆ© i registi spesso sonoā€¦ almeno io, non ho particolari certezze, e allora ĆØ importante chi mi sta accanto, chi mi dĆ  buoni consigli, e questa volta credo che abbiamo azzeccato tutti gli attori, tutti gli interpreti, i quali in quel tempo che ĆØ breve, ĆØ poco, ĆØ veloce, se sono bravi chiaramente ti danno tanto. In questo senso, io lā€™ho detto tante volte, e sapete che non amo fare lunghi discorsi, non ne sono capace, perĆ² una volta che si coglie un punto di svolta dei personaggi, poi durante le riprese si fanno delle piccole cose, degli accorgimenti, ma questi sono tutti attori creativi, sono tutti attori che inventano, tutti attori che danno. Io, ripeto, non sono un retorico, perĆ² in questo senso stavolta la macchina ha funzionato nel tempo e con i mezzi che avevamo. La creativitĆ , quindi, ĆØ divisa in due, per lo meno (nota: inteso, ovviamente, come regista e attori), in una dimensione collettiva, in un cinema collettivo.

Da Cannes alla TV, passando per il cinema
A Cannes ā€œEsterno notteā€ ĆØ stato accolto dallā€™unanime apprezzamento della critica internazionale e del pubblico presente, che ha tributato allā€™opera di Bellocchio un prolungato e caloroso applauso. Per Le Monde si tratta di “(ā€¦) un dramma shakespeariano in sei atti”; ā€œ(ā€¦) una grande serie che ĆØ anche grande cinema. Senza dubbio uno degli eventi della nuova stagione” per Le Nouvel Observateur; mentre per Liberation: “(ā€¦) Marco Bellocchio trasforma il piombo in oro, rivisitando un trauma nazionale grazie ad una serie magistrale e feroce che somiglia soprattutto ad uno straordinario film fiume in sei atti”.

Nei giorni successivi allā€™anteprima mondiale di Cannes, come ricordato in apertura, ā€œEsterno notteā€ ĆØ uscito tra la seconda metĆ  di maggio e la prima metĆ  di giugno nei cinema italiani, ma complice il clima caldissimo sin dalla metĆ  esatta di maggio, non cā€™ĆØ stata la giusta presenza nelle sale, comā€™era anche fisiologico che fosse. Va anche detto che, perĆ², quella ristretta fascia di pubblico che ha assistito sul grande schermo allā€™opera di Bellocchio ne ha riportato un largo giudizio positivo, comā€™ĆØ emerso un poā€™ dappertutto, social in testa, ma non solo. Fortunatamente, il passaggio televisivo consentirĆ , a tutti gli italiani che vorranno, di fruire di una serialitĆ  di altissimo livello di scrittura, di regia, di prestazioni attoriali e, ovviamente, di storia italiana sufficientemente recente, di straordinaria rilevanza, ricordata personalmente dagli ultra-cinquantenni, da far conoscere al meglio al di sotto dellā€™appena citato spartiacque anagrafico.

Coclusioni
Marco Bellocchio torna, diciannove anni dopo ā€œBuongiorno, notteā€, a raccontare la drammatica vicenda del caso Moro, e lo fa con una luciditĆ  che quasi ne fa un docu-film, pur essendo assolutamente un film, mentre di documentaristico cā€™ĆØ soltanto la scena conclusiva. LuciditĆ , ma anche critica, analisi, vigore, efficacia, autorevolezza, e non cā€™ĆØ nulla di politico nella mano del maestro Bellocchio, se non la pura e semplice (tanto quanto drammatica) ā€˜veritĆ  politicaā€™ di quei due mesi di ā€˜buio della Repubblicaā€™. Ci sono perfino i sentimenti, di ogni tipo e provati da ciascuna parte in causa, cosƬ come la ferma condanna (anche a questo, se non soprattutto, si voleva alludere parlando di ā€˜veritĆ  politicaā€™) verso chi ha fatto poco o niente per salvare Moro, o ā€“ meglio ancora ā€“ che ha fatto soltanto finta di volerlo salvare, ma che ha fortemente voluto non salvarlo, per precise motivazioni politiche, interne ed esterne alla DC, interne ed esterne allā€™Italia. Ovviamente, cā€™ĆØ pieno spazio al dramma personale di Moro, ai suoi manoscritti fermi, decisi, anche di potente condanna verso gli ā€˜amici di partitoā€™, uno in particolare; sarĆ  sufficiente assistere ad ā€œEsterno notteā€ per sapere di chi si tratti, soprattutto con una frase di rara e lucida veemenza, cosƬ distante dalla figura pacata e sinceramente tollerante di Aldo Moro.

Un prodotto filmico molto curato, potente, equilibrato, eppure deflagrante, cosƬ completo di ogni singolo particolare, da aver indotto Bellocchio, per la prima volta nella sua lunga e straordinaria carriera, a dover ricorrere alla serialitƠ.

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