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Numero 3, Sara Gama

Il film andrà in onda alle 16.00 di venerdì prossimo su Rai 3.

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Sara Gama

Stamane abbiamo partecipato alla conferenza stampa del docu-film dedicato alla Capitana della Nazionale, simbolo del calcio femminile nel mondo, dal titolo che è lo stesso che leggete qui sopra nel titolo, e che andrà in onda alle 16.00 di venerdì prossimo su Rai3, a cura di Rai Documentari.

Alla presenza del Presidente della Federcalcio Gabriele Gravina (con cui abbiamo ricordato, anche con un minuto di raccoglimento in piedi, molto sentito da tutti, il grande Gianluca Vialli, di cui oggi si celebrano i funerali a Londra), del Ministro Abodi, di calciatrici della Nazionale ed autorità varie, è stato presentato il docu-film, dedicato a chi si è battuta per ottenere il professionismo del calcio femminile in Italia, rivestendo incarichi di massima rilevanza in seno alla FIGC, all’Ass.ne Italiana Calciatori ed al CONI, e che ha trovato anche il tempo di laurearsi, ed è ancora la nostra Capitana: Sara Gama.

Il ritratto della donna e calciatrice triestina dalla personalità fortissima, protagonista insieme alle sue colleghe del cambiamento epocale del calcio femminile italiano, è un documentario di Martina Proietti e Giuseppe Rolli, prodotto da Rai Documentari per la regia di Fedora Sasso, in onda – come detto – in prima visione il 13 gennaio alle 16:00 su Rai 3.

Capitana della Nazionale italiana e della Juventus Women, Sara racconta la sua infanzia nei primi campi da calcio a Trieste, un inizio difficile per una bambina che pratica uno sport per soli maschi. Gioca prima nel Tavagnacco, una delle realtà di punta del nostro movimento calcistico femminile negli anni ‘90, poi nel Brescia. La sua carriera decolla con l’esperienza internazionale, da professionista, nel Paris Saint Germain, in uno dei campionati migliori al mondo, la Division 1 Féminine.

Al termine di due stagioni in Francia Sara sceglie di tornare in Italia, di nuovo a Brescia, dove porta con sé esperienza, voglia di ricominciare e cambiare: vince tutto, arriva fino ai quarti di Champions e comincia a lottare per il riconoscimento dei diritti del calcio professionistico femminile a livello federale. Fino all’approdo nel 2017 alla Juventus, tra le prime squadre in Italia a credere e investire nel calcio femminile.

“Numero 3, Sara Gama” è un ritratto inedito di questa campionessa – non solo giocatrice ma anche consigliere federale della FIGC dal 2018, vicepresidente AIC dal 2020 – che ha il merito di aver portato alla luce un tema per anni sottaciuto, la parità di genere in uno sport come il calcio. Le difficoltà, le sfide e gli ostacoli verso il riconoscimento del ruolo del calcio femminile come un lavoro professionistico si intrecciano, nel racconto, ai ricordi di Sara e alle emozioni di chi la conosce e crede in lei da quando era piccolissima. A parlare di lei i suoi primi allenatori, le amiche d’infanzia, le colleghe, come Barbara Bonansea e Cristiana Girelli, ma anche personalità del mondo del calcio e delle Istituzioni: l’ex capitano della Juve Claudio Marchisio, Milena Bertolini, CT della nazionale femminile, Gabriele Gravina, Presidente della FIGC, Lapo Elkann e Evelina Christillin e i giornalisti sportivi Donatella Scarnati e Pier Luigi Pardo.

Accanto a Sara, la figura di Agata, la ‘co-protagonista’, la bimba di cinque anni cha iniziato a giocare a calcio nello stesso campo di Sara Gama, e alla quale Sara può rivolgersi con orgoglio: “Oggi le ragazzine possono pensare di giocare a calcio e farne la propria professione con le tutele garantite come tutti i lavoratori. Questo è il lascito della mia generazione a quelle successive”.

Fortemente impegnata anche nella lotta contro il razzismo sui campi da calcio e nella società italiana, una leadership da pioniera che le ha permesso di affrontare questioni complesse con coraggio, forza e dignità, Sara Gama è diventata un volto del nostro sport rappresentando i valori del calcio femminile. E il titolo del documentario lo spiega lei stessa al Presidente Mattarella, durante il ricevimento al Quirinale della nazionale dopo i Mondiali del 2019: “Porto il numero 3 sulla maglia, è il numero tre della nostra bellissima Costituzione, quello che sancisce che siamo tutti uguali davanti alla legge, senza distinzione alcuna”.

Foto: Rai

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