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Apicoltura: le Marche al top delle classifiche nazionali

L’assessore Antonini alla presentazione della ricerca nazionale “Il mondo del Miele”: “Settore in forte crescita: per il 2023 un bando da oltre 700mil...

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Foto di PollyDot da Pixabay

“Ben 72.356 alveari, 1600 apicoltori, 76 aziende condotte con metodo biologico che producono ogni anno circa 118mila kg di miele. Con questi numeri le Marche si classificano tra le prime Regioni in Italia per quanto riguarda l’apicoltura: per la precisione sono seconde nel rapporto tra numero di alveari per chilometri di superficie e quarte nel rapporto apicoltori per abitanti. Dati che dimostrano quanto il settore sia cresciuto negli ultimi tempi grazie a delle politiche attente e all’opera dei Consorzi che hanno intrapreso una intensa attività di monitoraggio per far emergere tutte le realtà presenti sul territorio”.

Numeri alla mano, così oggi l’assessore all’Agricoltura Andrea Maria Antonini è intervenuto nella sede della Regione Marche ad Ancona alla presentazione della ricerca nazionale “II mondo del Miele visto dagli italiani”, commissionata da Le Città del Miele, la rete dei territori (45 a oggi che danno origine e identità ai mieli italiani) e realizzata da Intertek  società di ricerca e analisi del mercato. Per approfondimento delle tematiche, quantità di consumatori coinvolti e per la completezza d’indagine (qualitativa e quantitativa) l’analisi si presenta come la 1° Ricerca Italiana di Mercato legata alle produzioni di apicoltura: fotografa il rapporto tra il consumatore e il prodotto in termini di immagine, valori, tradizioni, acquisto e consumo, tracciando le aspettative e le tendenze emergenti.

“Pienamente consapevole delle potenzialità del settore – ha proseguito l’assessore Antonini -, la Regione ha posto grande e concreta attenzione al fenomeno. Grazie al forte impulso dato all’implementazione della Banca Dati dell’Anagrafe apistica nazionale visto che  i fondi tra le Regioni vengono ripartiti in base al numero di alveari censiti, in 8 anni gli stanziamenti Ue sono passati dai 144mila euro del 2016 ai 701mila euro del 2023. E proprio per la campagna apistica 2023 la Regione ha emanato un bando di finanziamento con scadenza il 23 febbraio per l’importo di tutti i 701mila euro a disposizione. Un provvedimento che fa seguito ai 540 mila euro destinati a 174 aziende apistiche per il sostegno delle attività durante il Covid  e all’intervento straordinario di 250mila euro del 2019.  Insomma ci sono tutti gli ingredienti per creare un circolo virtuoso. Quello su cui ora dobbiamo lavorare, è la costruzione di uno stretto legame tra la produzione di miele e il nostro splendido entroterra costellato di borghi ricchi di storia come veicolo di promozione turistica, così come accade per l’enoturismo e l’oleoturismo. Grazie all’iniziativa di oggi, abbiamo occasione di fare il punto con tutti gli operatori per lavorare insieme al meglio al fine di favorire la crescita del settore in termini di quantità e qualità, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto del biologico”.

Nel corso dell’incontro è stata avanzata la proposta di dare vita a un “Protocollo d’intesa per l’applicazione delle buone pratiche agricole e la salvaguardia del patrimonio apistico della Regione Marche”, una scelta operativa destinata ad istituire nella Regione Marche il primo format regionale a favore delle qualità nelle produzioni agricole e a tutela del patrimonio apistico, mutabile dai tanti e diversi territori regionali italiani.

Al convegno oltra all’assessore Antonini sono intervenuti Rolando Pecora, presidente Le Città del Miele, Daniele Orazi, client manager Intertek, Paolo Fontana, entomologo, presidente WBA e ricercatore Fondazione E. Mach, Sara Ruschioni e Paola Antonia Deligios, entrambe del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, Università Politecnica delle Marche, la prima ricercatrice per l’area di Entomologia generale e applicata, la seconda per l’area di Agronomia e Coltivazioni erbacee. In rappresentanza del mondo agricolo, Maria Letizia Gardoni, presidente Coldiretti Marche e dell’Associazione Imprese biologiche e biodinamiche di Coldiretti e Renato Claudio Minardi, coordinatore Consorzi Apicoltori Marchigiani.

La ricerca
L’esigenza di una ricerca che fotografasse “lo stato dell’arte del mondo del miele” è stata fortemente espressa da Le Città del Miele, associazione che da oltre vent’anni può essere considerato il primo promotore dei mieli italiani e dei loro territori di produzione. Oggi il consumatore non solo è sempre più protagonista nella propria scelta, è promotore attivo di un approccio sempre più orientato ai valori ambientali, alla salute, a una alimentazione sana, alla sicurezza alimentare. Da qui la scelta di poter disporre di un’analisi nazionale che consentisse di approfondire il sentiment del consumatore verso il miele, i prodotti dell’alveare e gli apicoltori, sondando anche le sue aspettative, al fine di poter disporre di dati funzionali a indicare le evoluzioni possibili.

La ricerca evidenzia risultati di grande interesse, destinati a contribuire a una evoluzione positiva dell’apicoltura italiana.

Il consumo del miele e le api
Il primo dato significativo che emerge tra gli stili e le abitudini di consumo è che il consumatore di miele ha come priorità l’attenzione alla propria salute e che il miele viene considerato da una buona parte di intervistati come comfort food da gustare in un momento di tranquillità e relax, preferibilmente a casa. Il 38% degli intervistati sono considerati “heavy users” perché consumano il miele tutti i giorni e anche più volte al giorno. Per quanto riguarda il momento di consumo, la prima colazione risulta vincente.

Relativamente all’immagine percepita del prodotto, gli intervistati hanno un’opinione omogenea e ben definita: il miele è purezza, salubrità e sostenibilità ambientale.

Millefiori e acacia sono le tipologie più conosciute tra i consumatori: su 10 intervistati, 9 conoscono il Millefiori, che ritengono sia anche il più saporito, mentre il sapore del Castagno è il più riconoscibile e il miele all’Eucalipto il più caro.

Alla domanda sulla conoscenza di altri prodotti dell’alveare, in generale gli intervistati hanno risposto in modo spontaneo di conoscere la pappa reale e il propoli, mentre il 37% non indica alcun altro prodotto delle api.

Miele e cosmesi
Il miele ha molti utilizzi anche in campo cosmetico e nella ricerca non poteva mancare un focus specifico: il 51% degli intervistati conosce l’esistenza di cosmetici a base di miele e di questi ben il 23% ne fa uso sempre/spesso. Interessante però la propensione ad aumentare gli acquisti di cosmetici a base di miele, 6,7 su una scala da 1 a 10.

Il legame con la sostenibilità
Fortissimo il legame tra miele e sostenibilità. L’80% degli intervistati ritiene che il miele sia un prodotto con forti valori collegati alla natura: è considerato un alimento privo di lavorazione meccanica, prodotto in un ambiente naturale e incontaminato. Proteggere le api è la prima richiesta del consumatore italiano: ben il 63% degli intervistati sollecitano di migliorare ulteriormente il livello di sostenibilità ambientale. Il 24% ritiene importante far conoscere di più il ‘mondo del miele’ per sensibilizzare i consumatori, mentre il 13% risponde positivamente alla proposta di vendere il miele solo in packaging ecosostenibili e riciclabili.

Modalità di acquisto e preferenze
Il 64% acquista miele in media almeno una volta al mese, mentre un 8% lo acquista tutte le settimane. Interessante anche la relazione tra territori e l’acquisto di miele: ben il 78% ha acquistato miele almeno una volta mentre era in vacanza, mentre il 13% dei consumatori abituali di miele lo acquista ogni volta che va in vacanza. In questo contesto si introduce il concetto di apiturismo, una innovativa motivazione al viaggio e vacanza per la quale l’associazione Le Città del Miele sta mettendo a punto un “format di lavoro” finalizzato a promuovere lo sviluppo economico-sociale dei territori del miele.

Per quanto riguarda i criteri di scelta del prodotto, il 60% sceglie il prodotto in base alla provenienza del miele, mentre il 22% presta molta attenzione ai criteri di sostenibilità percepita del prodotto che sta acquistando.

Tra i canali di acquisto, sorprende il pari merito tra la GDO e gli apicoltori e produttori locali, rispettivamente con 75% e 70%, al terzo posto ci sono le fiere e i mercatini con il 66% (domanda multirisposta).

Nella valutazione dei canali di acquisto gli apicoltori godono dell’immagine migliore per una serie di motivazioni relative al prodotto, quali artigianalità, genuinità, sostenibilità, qualità, sapore ottimo e in quanto garanzia di buon trattamento delle api. Il 54% degli intervistati conosce apicoltori o produttori locali di miele, grazie al passaparola di amici e conoscenti, in secondo luogo perché partecipano a eventi con presenza di stand dove acquistare il miele. Un dato particolarmente significativo fa riferimento al 91% di consumatori interessati al rapporto diretto con gli apicoltori presenti sul loro territorio, riducendo le difficoltà esistenti di individuazione e localizzazione.

In sintesi, dalla ricerca emergono sette punti fondamentali per il futuro dell’apicoltura:
· il miele è un prodotto dall’enorme portata valoriale della qualità ambientale, nel suo legame con l’alimentazione quotidiana
· il consumo di miele ha forti “valori ancestrali” di consumo, ma registra una tendenza “di emancipazione” evolutiva interessante e da non sottovalutare
· tra le sue variabili di acquisto “la provenienza” è la più importante per il consumatore
· l’apicoltore è indicato come il canale d’acquisto preferito in termini di aspettative del consumatore
· tra i desiderata del consumatore italiano la protezione e la salvaguardia delle api sono a livelli molto alti
· per il consumatore italiano la geografia del miele è di natura regionale.

Questi punti delineano non pochi ‘indirizzi’ di un possibile, e auspicabile, lavoro corale per un significativo cambiamento e evoluzione futura per il settore apicoltura: un obiettivo che resta fortemente legato – direttamente e indirettamente – a quello dell’agricoltura.

L’importanza di attivare uno stretto rapporto tra il mondo dell’agricoltura e quello dell’apicoltura è stato prontamente colto dalla Regione Marche, condividendo la proposta de Le Città del Miele di promuovere la nascita di un “Protocollo di intesa per l’applicazione delle buone pratiche agricole e la salvaguardia del patrimonio apistico della Regione Marche” e sollecitando il consenso dei principali attori regionali quali, per il settore apistico, i Consorzi Provinciali Apicoltori delle Marche, l’Associazione Culturale Apicoltori del Piceno, la Cooperativa apicoltori di Matelica; per l’area agricoltura, Coldiretti Marche, Confagricoltura Marche, CIA Marche e Copagri Marche.

L’obiettivo del ‘protocollo’ è di consolidare lo stretto rapporto che unisce il mondo dell’agricoltura e quello dell’apicoltura, attivando un percorso operativo con alla base la disponibilità tecnico scientifica del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche a svolgere un’analisi preliminare delle colture agricole che caratterizzano il territorio marchigiano, mappando le postazioni apistiche provinciali, tracciando le linee guida utili ad adottare buone pratiche di sviluppo e implementazione utili a sostenere la qualità delle produzioni agricole, tutelando il patrimonio apistico regionale e salvaguardando i tanti e diversi valori di biodiversità che ogni territorio regionale italiano esprime in termini di produzioni agricole come di varietà e specificità di mieli.

Tutte le informazioni su Le Città del Miele su www.cittadelmiele.it

FONTE: Ufficio Stampa Claudia Pasquini – Regione Marche.

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