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“Amusia”, opera prima di Marescotti Ruspoli

Da giovedì 27 al cinema il convincente film, interpretato da Carlotta Gamba, Giampiero De Concilio, Fanny Ardant e Maurizio Lombardi.

AMUSIA_locandina-inPresentato nelle scorse settimane al Teatro Petruzzelli di Bari, in concorso al recente Bif&st, esce il 27 aprile nelle sale “Amusia”, l’opera prima di Marescotti Ruspoli, con protagonista una coppia di bravissimi giovani attori, Carlotta Gamba e Giampiero De Concilio, oltre a Fanny Ardant e Maurizio Lombardi.

L’anteprima stampa ci ha pienamente convinto. Non sapremmo assegnare un genere a questo film, un po’ drammatico, un po’ commedia, un po’ sentimentale (nell’accezione più nobile del termine), di certo nella miglior tradizione del cosiddetto ‘cinema d’autore’, adatto a cinefili raffinati.

Ottima la regia, con diverse scelte tecniche originali e convincenti tanto quanto il film, che non vogliamo spiegare nel dettaglio, solamente perché dovremmo anche specificare in quali occasioni e scene esse siano state operate, finendo con lo spoilerare involontariamente parte della trama.

Carlotta Gamba dà vita ad una prova maiuscola, ma non è una novità, e speriamo che nei prossimi anni non lo sia più per nessuno spettatore, perché la bellissima e talentuosa 26enne torinese, formatasi all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, ha già ampiamente convinto al fianco di Elio Germano in un film dei fratelli D’Innocenzo, per poi interpretare Beatrice nel “Dante” di Pupi Avati.

Già vincitore del premio del pubblico al Tallinn Black Nights Film Festival, “Amusia” è prodotto da UMI Films in collaborazione con Rai Cinema, con il contributo del MIC, il sostegno della Regione Emilia-Romagna (attraverso Emilia-Romagna Film Commission), della Regione Lazio e di Roma Lazio Film Commission. Distribuzione della società romana 102 Distribution.

Veniamo alla sinossi.

L’amusia, dal greco ‘a-musia’ ovvero ‘mancanza di armonia’, è una malattia cerebrale che impedisce a chi ne soffre di sentire la musica (solamente dai primi anni Duemila è stata riconosciuta come vera e propria patologia neurologia legata alla musica). Questa subisce una distorsione sonora, provocando un disturbo uditivo. Il film affronta la patologia in maniera sottile: attraverso una storia d’amore tra una ragazza che ‘scappa’ dalla musica ed un ragazzo che ‘sopravvive’ grazie alla musica. Un’infanzia solitaria, trascorsa a difendersi dai pregiudizi altrui, spingerà la protagonista a fuggire e la porterà ad incontrare – in una modalità assai originale – un ragazzo completamente diverso da lei, che vive in un microcosmo provinciale, vagamente surreale, fatto di edifici metafisici, motel a ore, luci al neon. E musica.

In conclusione, oltre al cast ed alla regia, meritano una menzione lo script, la fotografia, le scenografie.

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