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Ittiri Folk Festa: un viaggio nel folklore del mondo

Dal 20 al 25 luglio, danze e canti tradizionali da Nuova Zelanda, Molise e Sardegna.

inITTIRI (SS) – Dalla “Haka” dei maori resa celebre nel rugby dagli All Black della Nuova Zelanda, ai movimenti dei Sonaggiaos e S’urzu di Ortueri, passando per le danze molisane della vendemmia e della raccolta delle olive. Culture lontane e particolari si confrontano a Ittiri Folk Festa per l’edizione numero 38. Il festival internazionale organizzato dall’associazione Ittiri Cannedu con la collaborazione del Comune porta il mondo del folklore a Ittiri dal 21 al 24 luglio, ma anche ad Alghero grazie all’anteprima del 20 e a Thiesi il 25 con la chiusura.

Il gruppo Taumata Whitireia viene da Wellington, capitale della Nuova Zelanda. Formato dai diplomati dell’università Politecnica di Porirua, svolge un ruolo importante nella promozione di canti e balli tradizionali portando in scena il potere spirituale ed il dramma della cultura Maori, l’energia gioiosa della Isole Samoa ed i ritmi sensuali delle Isole Cook.

Il Gruppo Folkloristico di San Giovanni in Galdo nacque nel 1933 per apparire solo in occasionali manifestazioni locali fino all’avvento dell’ultima guerra mondiale. Si è ricostituito nel 1963 col nome di “Zig-Zaghini”, quando dai banchi di scuola si ebbe l’idea di ripristinare un’antica “sagra dell’uva” la cui origine risaliva alla fine del’800. Il gruppo formato da giovani, ebbe il compito di ricostruire il costume tradizionale e riportare in auge tutto il patrimonio folkloristico, riesumando quei canti e quelle danze che stavano, altrimenti, irrimediabilmente perdendosi.

Il Gruppo si compone di circa trenta elementi fra canterini, danzerini e suonatori. Gli strumenti usati sono: fisarmonica, organetti, chitarre, bufù (un tamburo a frizione), cicale, raganelle e tamburelli. I balli tradizionali sono: il ballo del crivello (raccolta e pulitura delle olive), il ballo dei mietitori, il ballo della strega, il ballo dello specchio, il ballo del fazzoletto, il ballo della vendemmia, il ballo della campana, a zemperelle, la quadriglia, il ballo delle tine.

Tra le maschere del Carnevale sardo, sono stati invitati i Sonaggiaos e s’Urzu di Ortueri. Vestiti con pelli di pecora, col viso tinto di nerofumo e che fanno risuonare i campanacci, ‘i sonaggiasa’ , le campanelle che si appendono al collo delle bestie da pascolo per segnalarne la presenza e facilitarne la ricerca. I Sonaggiaos sono presenti nel carnevale ortuerese almeno dall’ inizio del secolo e fino ai primi anni del fascismo. Al clima festoso del carnevale si associavano i ricchi e i poveri in perfetta comunione di intenti seppure si mantenessero rigorosamente intatte le differenze sociali. Lo svolgersi della vita quotidiana era senza dubbio caratterizzato da un clima di spontaneità e spensieratezza che coinvolgeva tutti.

L’ altra maschera associabile ai ‘Sonaggiaos’ è s ‘Urzu’, che significa Orco e rappresenta una personalità demoniaca. S’Urzu’ si agita come un forsennato, si scaglia contro le persone, salta sui tetti, sugli alberi, grida e si dimena rotolandosi per terra. S’Urzu’ è vestito con una grande pelle di montone esclusivamente di colore nero che copre anche la faccia, la quale risulta essere indistinguibile anche per il nero della fuliggine. Indossa una sola ‘sonaggia’ molto grande. Viene tenuto a bada con ‘sa Soga’ (una striscia di cuoio) dal capo che si sforza di controllare le intemperanze bestiali.

La Regione Sardegna ha inserito Ittiri Folk festa tra i grandi eventi di valore turistico nel campo delle tradizioni popolari. Ittiri Folk Festa è nel cartellone di Salude & Trigu della Camera di Commercio del Nord Sardegna.

FONTE: Giampiero Marras.

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