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Napoli milionaria!: il capolavoro di Eduardo De Filippo diventa un film per la tv con Gallo e Scalera

Una recensione del film diretto da Luca Miniero, in onda il 18 dicembre su Rai 1, che porta sul piccolo schermo la celebre commedia napoletana.

copertinaSi è tenuta stamane la conferenza stampa RAI (dopo aver visionato ieri l’altro il film per la tv grazie all’ufficio stampa della Picomedia) di “Napoli milionaria!”, una produzione Picomedia in collaborazione con Rai Fiction, per la regia di Luca Miniero, con Massimiliano Gallo (Gennaro Jovine), Vanessa Scalera (Amalia Jovine), Michele Venitucci (Errico Settebellizze), Carolina Rapillo (Maria Rosaria), Vincenzo Nemolato (Amedeo), Nunzia Schiano (Adelaide); e poi, Marcello Romolo, Andrea Solimena, Jacopo Cullin, Tony Laudadio, Gennaro Di Biase, Maria Bolignano.

Non c’è bisogno di dire che il film per la tv è l’ennesima trasposizione per il piccolo schermo della celeberrima commedia di Eduardo De Filippo, che nei titoli di testa compare ovviamente come autore del soggetto, mentre la sceneggiatura è firmata da Massimo Gaudioso e Filippo Gili.

Siamo rimasti particolarmente e positivamente colpiti dalla visione del film tv, altamente consigliato al pubblico (confidando che non si tratti prevalentemente di fasce di pubblico di età elevata e residente nelle regioni del nostro meridione) ed i motivi sono numerosi. Nella necessaria brevità di un articolo, possiamo elencarne soltanto alcuni e senza poterci addentrare come vorremmo. Innanzi tutto, non si tratta dell’ennesima trasposizione che porta il teatro in tv, cosa encomiabile a livello culturale ma che, non dobbiamo nascondercelo, non funziona. Qui, per la prima volta, non ci troviamo dinanzi al teatro che si fa tv (a teatro bisogna andarci, ma il teatro è contatto diretto e scambio costante e continuo tra protagonisti e pubblico; per questo la trasposizione sul piccolo schermo non funziona e non paga negli ascolti, ma neanche nella qualità), ma questa opera capolavoro (come tutte, d’altronde) di Eduardo De Filippo diventa un film, che ci porta nei vicoli più caratteristici del cuore di Napoli. Questo è fondamentale per l’ottima riuscita del prodotto che abbiamo visionato in anteprima stampa. Certo, gli interni prevalgono nettamente sugli esterni, ma si tratta pur sempre di un’opera che è nata come dramma teatrale, e quindi va molto apprezzata l’entrata tra i protagonisti di colei che fortemente protagonista è e dev’essere: la città straordinaria di Napoli.

Ottime, peraltro, le prestazioni del cast artistico. Al di là dell’adeguamento del testo, il montaggio, la fotografia, la scenografia, tutto è ai massimi livelli.

Chiudere con la voce di Pino Daniele sui titoli di coda (che speriamo non vengano troncati in nome della ‘divina’ pubblicità), e con una scelta sapiente di quale pezzo di Pino Daniele utilizzare, è una ciliegina sulla torta.

Vogliamo spendere alcune parole sull’aspetto forse saliente di quest’opera? Ovviamente, domanda retorica. Cimentarsi non solo su un testo, ma anche su un’interpretazione di Eduardo De Filippo è rischiare seriamente di andare a sbattere contro un muro ad alta velocità. Grandi artisti, nel passato anche recente, hanno fatto questa fine. Ebbene, in questo film per la tv siamo in presenza di un cast in stato di grazia, e non ci sono parole per elogiare le prestazioni dei protagonisti, quella Vanessa Scalera che in teatro nasce, ma che deve la sua grande popolarità nazionale al personaggio di Imma Tataranni, che al di là dell’essere una delle fiction (numeri alla mano) più amate dagli italiani, è una popolarità che va stretta ad un’artista dalle capacità ‘d’altri tempi’, questa sorta di Anna Magnani del terzo millennio e del meridione italico, ‘contro’ la romanità della più grande attrice italiana di tutti i tempi. E, forse per taluni sarà sorprendente, altrettanto di altissimo livello è la performance di Massimiliano Gallo, col quale parlammo molti mesi or sono, in occasione della sua prima fiction da protagonista assoluto (“Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso”), quando gli chiedemmo se quella fosse la tanto attesa consacrazione dopo tanti anni di lunghissima gavetta (come lui stesso l’ha definita a noi nella sua garbata risposta), dopo apprezzate parti da comprimario in altre fiction, come – solo per fare un esempio – “I bastardi di Pizzofalcone”, ma anche tanto cinema con grandi registi, da Ozpetek a Sorrentino. Quello di Massimiliano Gallo è un autentico esame di maturità, superato con il massimo dei voti e con lode. Immensa la coppia di protagonisti, davvero!

La ‘collection De Filippo’ è un ambizioso progetto di trasposizione filmica dei capolavori teatrali di Eduardo De Filippo, grande protagonista del teatro italiano ed internazionale, che impegna la Rai nel suo ruolo centrale di Servizio Pubblico dedicato a custodire e rinnovare la memoria culturale del nostro Paese. Le commedie di Eduardo fondono in un meccanismo perfetto la comicità con l’inquietudine, il ritmo dell’azione con la riflessione e, sotto un’apparente leggerezza, sono in realtà specchio amaro ed ironico della nostra società. Dopo “Natale in Casa Cupiello”, “Sabato, Domenica e Lunedì” e “Filumena Marturano”, il progetto continua con “Napoli Milionaria!”, la commedia più ‘contemporanea’ dell’autore napoletano con i suoi riferimenti alle aberrazioni delle guerre ed al potere del denaro.

Realizzato per la prima volta nel suo ambiente ‘testuale’, come anticipato, ancor più esattamente nei vicoli nel cuore di Forcella (in particolar modo, la scelta è caduta su Vico Scassacocchi, per i suoi palazzi, per i suoi bassi, ma anche per la disponibilità della gente), mette in scena una famiglia che si dissolve e che, solo ai confini del baratro, cerca di ritrovare se stessa.

Dentro i suoi spazi angusti, senza sole né luce, con la materia porosa delle sue mura ed i legni sbreccati dei suoi portoni, si muovono i protagonisti della storia, Gennaro, la moglie Amalia ed i loro tre figli, in un dialogo continuo con gli altri abitanti del vicolo. Nessuno di loro è innocente: tutti in cambio della felicità sono pronti a vendersi l’anima.

In questo mondo ha lavorato il regista Luca Miniero per raccontare in primo piano una famiglia e sullo sfondo l’umanità lacera e disperata che la circonda, dove la pietas è scomparsa travolta dalla fame. Qui vivono gli Jovine, alla ricerca commovente della loro identità, aggrappati alla speranza che “Ha dà passà ‘a nuttata”.

Per coloro che, soprattutto i più giovani ma non solo, non conoscessero questa grande opera di Eduardo, un cenno sintetico sui personaggi, al fine di conoscerli meglio, prima della consigliata visione del tv-film.

Gennaro Jovine (Massimiliano Gallo) è un tranviere senza più tram e famiglia; Amalia Jovine (Vanessa Scalera) è una moglie disposta a qualsiasi cosa per i suoi figli, e – in un certo frangente storico – anche per il denaro; Errico Settebellizze (Michele Venitucci) è un traffichino della ‘borsa nera’ innamorato di Amalia; Amedeo (Vincenzo Nemolato) è un figlio pulito che viene ‘sporcato’ dalla guerra e dalla sbornia della ricchezza facile di fine conflitto; Maria Rosaria (Carolina Rapillo) è una figlia abbandonata a se stessa, in tutti i sensi; Rituccia (Andrea Solimena) è la figlia più piccola della coppia protagonista, che si troverà di fronte alla morte. Poi, ci sono: l’umanissimo Brigadiere Ciappa (Jacopo Cullin); il dignitosissimo Ragioniere Spasiano (Tony Laudadio): un uomo ridotto alla miseria dalla borsa nera ma che mantiene un esempio di alta umanità; Peppe o’ cricco (Gennaro Di Biase): un’anima nera per Amedeo; ‘O miezo prèvete (Marcello Romolo): un confidente ed amico di Gennaro; Donna Peppenella (Maria Bolignano), una popolana che ammira Amalia.

La sinossi.
“Napoli milionaria!” è il racconto, attualissimo, della potenza del denaro e della sua capacità di corrompere le anime. La vivono sulla propria pelle Gennaro ed Amalia Jovine, insieme con i loro tre figli. Il primo, ex tranviere, è costretto a fare il ‘finto morto’ per coprire i traffici della moglie che si arrangia con la ‘borsa nera’ in combutta con Errico Settebellizze. Cercano di sopravvivere alla miseria in cui è piombata la città nel suo ultimo anno di guerra. Poi, arriva la pace, l’abbondanza delle merci americane, ed i soldi, tanti soldi.

Gennaro, catturato dai tedeschi in ritirata, è ormai scomparso dalla vita della donna, che rimane abbagliata da tutta quella ricchezza a portata di mano. Quando inaspettatamente ritorna, la sua famiglia si è dissolta e perduta. Amalia è una donna ricca in società con Settebellizze, innamorato di lei, e tratta con crudeltà spietata quelli che si rivolgono a lei per acquistare beni di prima necessità. Amedeo, il figlio più grande è diventato un ladro di pneumatici. Maria Rosaria, la figlia maggiore, è incinta di un soldato americano che l’ha poi abbandonata ed è tornato in patria. Sarà l’improvvisa gravissima malattia di Rituccia, la figlia più piccola, a costringere tutti a fare i conti con quello che sono diventati.

Gennaro, con tutta la sua umanità ed un grande buon senso, inizierà a ricostruire l’identità onesta della sua famiglia facendo aprire gli occhi ad Amalia per guardare l’inferno in cui è precipitata. Sarà un percorso lungo ed incerto perché, come ha ripetuto inascoltato dal giorno del suo ritorno Gennaro, la guerra non è ancora finita.

E per Rituccia, ma per tutti gli Jovine di cui la parabola di vita della bimba è emblema della ‘resurrezione’ della sua famiglia, prima “ha dà passà ‘a nuttata”.

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