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Visioni Sarde: il cinema sardo in lingua originale a Dublino

Unā€™occasione imperdibile per scoprire la cultura, la storia e le emozioni della Sardegna attraverso otto cortometraggi selezionati dalla Cineteca di Bologna.

LOCANDINA-cop“Conoscete la lingua sarda? No? Ecco un’ottima occasione per ascoltarla!”

Con questa esortazione l’Istituto Italiano di Cultura di Dublino invita a partecipare alle proiezioni dei cortometraggi di Visioni Sarde previste per il 5 marzo presso la propria sede.

Parole appropriate. Grazie alla compresenza di immagini, musicaĀ  e parlato il cinema rappresenta, infatti, un veicolo straordinario per la promozione della Sardegna e delle sue peculiaritĆ  territoriali nel mondo. Uno strumento formidabile per far conoscere la sua lingua, il suo patrimonio culturaleĀ  e per valorizzarla sotto ogni suo profilo: ambientale, storico, culturale e di costume.

I cortometraggi di Visioni Sarde offrono non solo lā€™opportunitĆ  di immergersi nelĀ  linguaggio autentico del popolo sardo, ma anche di connettersi con la sua cultura e le sue emozioni. Attraverso la trama cinematografica lo spettatore ĆØ indotto a vivere la Sardegna e la sua lingua, a scoprire il suo territorio in un contesto reale e coinvolgente tale da suscitare l’interesse a visitarla.

Con questi presupposti alle ore 18:15 di martedƬ 5 marzo presso la Sala Pavilion dell’Istituto saranno proiettati nell’ordine:

– “GiĆ¹ cun giuali” di Michela Anedda. Stop motion in sardo. Due cugini diversissimi, trovano un modo per andare oltre le apparenze;

– “Incappucciati, Foschi” di Nicola Camoglio. Produzione Italia/Svezia che analizza questioni di classe e di conflitto culturale nella Sardegna degli anni ’70. In parte ĆØ recitato in sardo;

– “La punizione del prete” di Francesco Tomba, Chiara Tesser. La furbizia di un cieco prevale sull’avarizia di un prete. Il cortometraggio unisce piĆ¹ lingue (italiano, logudorese lurese e gallurese) e attinge a un portfolio fisiognomico, estetico e culturale proprio di un territorio che sembra essere quasi immune al passare del tempo;

– “Quello che ĆØ mio” di Gianni Cesaraccio. Quattro malati terminali viaggiano in una assolata Sardegna armati fino ai denti, compiendo una rapina dietro lā€™altra. Sono ex soldati che si sono ammalati in missione. Dovranno superare i loro limiti e le loro paure per riuscire a dare dignitĆ  ai loro ultimi giorni;

– “Ranas” di Daniele Arca. Storia in lingua sarda di un viaggio iniziatico di due amici. Alcune sfide metteranno a dura prova il loro coraggio, la loro concezione di vita e il loro rapporto con la morte;

– “Spiaggia libera” di Ludovica Zedda. Cortometraggio incentrato sul confronto generazionale tra padre e figlia;

– “Ti aspetto qui” di Gabriele Brundu. Un bambino deve affrontare un evento traumatico che mette a dura prova la sua giovane vita. Dialoghi in sardo sottotitolati in italiano;

– “Tilipirche” di Francesco Piras. Il passaggio di testimone da padre a figlio per la gestione dellā€™ovile di famiglia, con sullo sfondo una terribile invasione di locuste che divorano ogni cosa. Interamente recitato in sardo.

L’evento ĆØ organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Dublino diretto da Marco Gioacchini. Il progetto “Visioni Sarde” ĆØ voluto e sostenuto dalla Cineteca di Bologna e da Sardegna Film Commission con la collaborazione dell’Associazione Sardi Torino “A. Gramsci” e dell’Associazione “Visioni da Ichnussa”.

FONTE: Bruno Culeddu.

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