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Guerra Ucraina: dal design arredo made in Italy appello alla pace

(Adnkronos) - Un settore già duramente provato dalla pandemia

Ancora provata da una pandemia che ha messo a dura prova il tessuto produttivo mondiale, l’imprenditoria italiana si trova ad affrontare con la guerra in Ucraina una crisi internazionale inaspettata con sicure ripercussioni sul mondo dell’impresa. Davanti a questa ennesima sfida, alcune aziende del settore dell’arredo italiano hanno voluto lanciare un messaggio di solidarietà e speranza esprimendo la propria vicinanza alle popolazioni colpite dal conflitto e soprattutto ribadendo che per loro la pace è più importante dell’economia e che sono pronte ad affrontare le conseguenze che le sanzioni alla Russia avranno sia dal punto di vista delle esportazioni che da quello dell’approvvigionamento delle materie prime e l’accesso all’energia.

Per Michele Gasperini, Ceo di Tonelli Design, iconico brand del vetro, “guerra e Design sono due parole che non possono trovare posto all’interno della stessa frase”. “Il design che progetta e crea per il futuro e per la vita – sottolinea – è il concetto più lontano dalla guerra, che è distruzione, fisica, psicologica e morale. Quando tutto questo finirà, la popolazione ucraina tornerà ad unirsi, ci saranno case, palazzi e città da ricostruire. Dovremo riportare la bellezza a regnare sulle macerie per cercare, per quanto possibile, di alleviare le ferite che la guerra, oggi, infligge al mondo intero”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Antonio Zerilli, Managing director di Zerica, storico brand siciliano specializzato in macchinari per la gestione sostenibile dell’acqua: “Il costo che pagheremo come imprenditori, come cittadini sarà molto alto ma è un sacrificio che ci sentiamo di affrontare per combattere qualsiasi forma di guerra e aggressione”.

C’è chi già si era smarcato dal mercato russo come l’azienda specializzata in scale e finestre Fontanot e oggi è ancora più convinto della propria scelta: “Già da tempo – conferma Laura Fontanot, vicepresidente del Gruppo – abbiamo limitato al minimo la nostra presenza in Russia riducendo le esportazioni su un mercato molto difficile e conflittuale. Le sanzioni avranno un peso importante, ma l’importante è capire che non sono niente rispetto alla violenza che ogni giorno vediamo in tv e al coraggio che il popolo ucraino e il suo presidente stanno dimostrando. Ma grazie a questo coraggio, a questo senso di coesione, ci sarà forse un cambio di rotta ad ampio spettro, se avremo la capacità di trarre da una tragica e impensabile crisi, una grandissima opportunità”.

C’è chi poi la pace e il rispetto lo porta nel proprio statuto societario. Terratinta Group, realtà romagnola della ceramica italiana, non ha dubbi: “Come società benefit – ricorda Luca Migliorini, Ceo del gruppo – crediamo nella pace, nel rispetto del dialogo e delle dignità personali. In un mondo fortemente interconnesso come il nostro, il dolore anche di popoli lontani ci tocca tutti allo stesso modo. Vogliamo fortemente costruire un futuro migliore, sostenibile e sereno per le nuove generazioni. Ci impegniamo quotidianamente, concretamente per un futuro sostenibile e per questa ragione non possiamo che condannare la guerra”.

Un’azienda come Linea light Group guarda con particolare preoccupazione a quei territori perché “vi sono delle persone dell’azienda direttamente coinvolte sia in Ucraina che in Russia – spiega Gianluca Salciccia, Sales director del gruppo che in quelle aree aveva pianificato un piano di sviluppo – e quindi seguiamo con estrema attenzione anche se siamo ancora letteralmente schioccati”. Oltre alle dichiarazioni, alcune di queste aziende stanno portando avanti, in modo più o meno pubblico, delle operazioni per sostenere le popolazioni ucraine. Il made in Italy, dunque, continua a mobilitarsi e il design è in prima fila auspicando lo stop del conflitto e preparandosi a dare il proprio contributo alla ricostruzione.

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