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‘Ndrangheta a Roma, Riesame conferma 416bis e misure anche per boss Alvaro e altri

(Adnkronos) - La scorsa settimana i giudici si erano già espressi sul boss Carzo nell'ambito della maxi inchiesta ‘Propaggine’ della Dda e della Dia contro la prima ‘locale’ ufficiale nella Capitale

Confermata anche per il boss Vincenzo Alvaro l’ordinanza di custodia cautelare disposta nell’ambito della maxi inchiesta ‘Propaggine’ della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e della Dia contro la prima ‘locale’ ufficiale di ‘ndrangheta nella Capitale. I giudici del Tribunale del Riesame, che la scorsa settimana si sono già espressi sulle misure disposte dal gip di Roma Gaspare Sturzo nei confronti dell’altro boss Antonio Carzo e di altri arrestati, hanno sostanzialmente confermato l’impianto accusatorio compresa l’accusa di 416 bis, l’associazione mafiosa.

A coordinare le indagini che hanno portato all’arresto di oltre quaranta persone sono stati i procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò e i pm Giovanni Musarò, Francesco Minisci e Stefano Luciani che contestano, a vario titolo, le accuse di associazione mafiosa, cessione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione aggravata e detenzione illegale di arma da fuoco, fittizia intestazione di beni, truffa ai danni dello Stato aggravata dalla finalità di agevolare la ‘ndrangheta, riciclaggio aggravato, favoreggiamento aggravato e concorso esterno in associazione mafiosa.

A capo della ‘ndrina di Roma, secondo l’impianto accusatorio della procura di Roma, c’erano Vincenzo Alvaro e Antonio Carzo: proprio Carzo nell’estate del 2015 aveva ricevuto dalla casa madre della ‘ndrangheta l’autorizzazione per costituire una locale nella Capitale, retta dallo stesso Carzo e da Alvaro. “Noi a Roma siamo una propaggine di là sotto”, dicevano in un’intercettazione. E nelle conversazioni riportate nell’ordinanza del gip alcuni degli indagati facevano riferimento proprio al lavoro di alcuni magistrati e poliziotti che avevano lavorato prima in Calabria e poi a Roma: “c’è una Procura… qua a Roma … era tutta …la squadra che era sotto la Calabria. Pignatone, Cortese, Prestipino”…“e questi erano quelli che combattevano dentro i paesi nostri …Cosoleto … Sinopoli… tutta la famiglia nostra…maledetti”.

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