“Adesso ĆØ difficile dire cosa accadrĆ , le elezioni sono sempre al di lĆ dei sondaggi insondabili. La legge elettorale ĆØ immodificata, quindi uninominale in quota proporzionale; lo scenario futuro dipenderĆ dunque dalle forze politiche, dal se e come si aggregano, se nascerĆ una nuova formazione. Ma il rischio ĆØ che anche nella nuova legislatura non ci sarĆ una maggioranza chiara”. CosƬ all’Adnkronos Cesare Mirabelli, presidente della Corte costituzionale, commenta lo scioglimento delle Camere da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo le dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi ed aggiunge: “la decisione di Mattarella mi pare lineare e obbligata. Ha verificato che pur essendo stato espresso un voto di fiducia non c’era una maggioranza che la esprimesse”.
Secondo Mirabelli una cosa ĆØ certa: “Quale che sia la maggioranza che governerĆ , i problemi sul tappeto sono di tale gravitĆ che probabilmente le soluzioni da adottare saranno simili, se non identiche, necessariamente tra le forze politiche. Alcune condizioni dipendono dagli impegni assunti con l’Europa, altre dalle condizionalitĆ che potrebbero essere date dall’Ue per le operazioni di sostegno o salvataggio dell’economia. Del resto, mi pare, che su alcuni punti siano stati giĆ dati dei suggerimenti dal presidente della Repubblica, quando ha indicato determinati temi che anche un governo dimissionario deve affrontare perchĆ© urgono e si manterranno dopo il residuo esecutivo Draghi”. “Questo non significa – conclude Mirabelli – che non ci saranno differenze a seconda che il governo sia di centro destra a destra o centro sinistra a sinistra. Ma che ci sono dei punti fermi, che vanno mantenuti nel rapporto con l’Europa”. (di Roberta Lanzara)
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