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Violenza sulle donne in Italia: uno studio del Cnr rivela i dati allarmanti

Secondo la ricerca IPSAD, il 50,9% delle donne tra i 18 e gli 84 anni ha subito episodi di violenza psicologica e/o fisica nella propria vita, ma solo il 5% ha denunciato lā€™accaduto.

copertinaROMA – Attraverso lo studio IPSADĀ® (Italian Population Survey on Alcohol and Other Drugs), una ricerca campionaria ripetuta con cadenza triennale dal 2001, che ha visto nel 2022 la partecipazione di oltre 5.000 residenti in circa 100 comuni italiani, lā€™Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc) ha rilevato quanto siano diffuse, nel nostro Paese, esperienze legate ad episodi di violenza nella popolazione femminile tra i 18 e gli 84 anni.

Lo studio ĆØ basato sulla definizione di ā€œviolenzaā€ fornita dallā€™Organizzazione Mondiale della SanitĆ , secondo la quale il termine si riferisce ā€œallā€™utilizzo intenzionale della forza fisica o del potere, minacciato o effettivo, contro sĆ© stessi, unā€™altra persona o contro un gruppo o una comunitĆ , che comporta o ha una elevata probabilitĆ  di comportare lesioni, morte, danno psicologico, malformazioni o privazioneā€ (OMS, 1996). Una definizione che mette in luce quanto tale tipologia di vissuto sia in grado di impattare significativamente sul benessere psicofisico della persona, sottolineando la necessitĆ  di approfondire e monitorare il fenomeno.

I dati emersi forniscono lā€™evidenza di un fenomeno particolarmente esteso e solo in parte ā€œvisibileā€: sono, infatti, poco meno di 12milioni e 500mila (50,9%)Ā le donne tra i 18 e gli 84 anni che hanno riferito di essere state vittime almeno una volta, nel corso della propria vita, di episodi di violenza psicologica e/o fisica, maĀ solo il 5% ha denunciato lā€™accaduto.

Oltre 2 milioni e mezzo le donne (10,1%) che nel corso del 2022 riferiscono di vivere attualmente situazioni di violenza psicologica, subendo atti di controllo da parte di persone vicine, denigrazione e umiliazioni; mente circa 12milioni (50,4%) hanno sperimentato questo tipo di violenze nel corso della propria vita. Tali atti vengono perpetrati soprattutto da conoscenti/amici (34,2%), da familiari conviventi (25,4%) e dal partner (25,1%).

Sono circa 80.000 (0,3%) le donne attualmente vittime di violenza fisicaĀ mentre poco meno di Ā 2milioni (8,7%) hanno riferito di aver avuto nel corso della propria vita esperienza di persone vicine che sistematicamente e ripetutamente nel tempo, le ā€œcolpivano con forza o le trattenevano contro la loro volontĆ ā€. Gli autori di questi atti di violenza fisica sono soprattutto familiari conviventi (46,9%) ed ex partner (35,6%).

A subire episodi di violenza sono soprattutto donne con meno di 60 anni che hanno un livello di istruzione medio-alto, un lavoro e un reddito medio e che sono coniugate e conviventi con il partner e oltre la metĆ  ha figli.

ā€œLe donne che hanno subito nella propria vita episodi di violenza sia essa psicologica o fisica si caratterizzano per la presenza di uno stato di malessere generalizzato: dichiarano livelli piĆ¹ elevati di stress e/o difficoltĆ  nel sonno, e una maggiore propensione allā€™isolamentoā€, commenta Sabrina Molinaro, ricercatrice di Cnr-Ifc responsabile dello studio. ā€œAltro elemento interessante ĆØ proprio nella bassa percentuale di donne che riferisce di avere denunciato lā€™episodio, nonostante il forte impatto che tali violenze assumono nella gestione della quotidianitĆ , quando non la dimensione di vero e proprio pericoloā€, continua Molinaro. ā€œAnalizzando le motivazioni, il 50,3% afferma che lā€™atto non era perseguibile per legge; il 16,6% afferma di aver perdonato e/o giustificato il proprio aggressore; lā€™11,3% non voleva piĆ¹ pensare piĆ¹ allā€™accaduto; il 9,8% non ha denunciato per vergogna; il 7,1% per paura dellā€™aggressore, il 6,8% per sfiducia nel sistema giudiziario e il 6,6% per paura di non essere creduta. Dati, questi, che indicano chiaramente quanto sia importante diffondere la conoscenza del fenomeno e sensibilizzare la popolazione per contrastare le tendenze a normalizzare dal punto di vista culturale le esperienze legate alla violenzaā€.

FONTE: Ufficio Stampa CNR.

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